Protagonista della vita dei valtellinesi da Sondrio verso il passo dello Stelvio è il confine con la vicina Svizzera <203. Il contrabbando è stato per decenni la via di fuga dalla miseria e dalla fame, decine di sentieri, passi a ogni altitudine, una fatica immane per trasportare bricolle da e verso la Svizzera. Come nella sponda occidentale del lago di Como, solo che qui l’imbuto è la valle di Poschiavo e le montagne non sono quelle comasche. Diventa normale che la vicina e neutrale Svizzera nel pieno del conflitto tra il 1943 e 1945 sia una zona molto trafficata. Una quantità incredibile di personaggi attraversa la linea della frontiera e mette a dura prova sia le guardie svizzere sia la GNR di frontiera e i territoriali tedeschi. Le merci sono le più varie, dalle impalpabili informazioni, agli uomini che fuggono, al riso, gomme per auto e camion, farina di grano e sale. Le zone possibili sono il chiavennasco e l’alta Valtellina, con una netta prevalenza della seconda zona <204.
È lo stesso comando della 1a Divisione Valtellina che pone l’accento su questo problema. Il 26.12.1944 c’è un richiamo «A tutti i comandi dipendenti» in cui, oltre a dichiarare il contrabbando «di viveri e di generi di prima necessità è considerato da noi ribelli un vero e proprio crimine» si chiede l’individuazione dei principali responsabili e grossisti <205. Non sono da meno i fascisti che fanno della guerra ai contrabbandieri un altro loro tassello della separazione dalla comunità, la cieca violenza si abbatte anche su di loro: il 15 febbraio 1945 «sette uomini che si erano recati nottetempo oltre il confine svizzero per approvvigionarsi di viveri per le famiglie, furono sorpresi al loro rientro in Italia a Tresivio da una pattuglia della Legione Tagliamento e uccisi a raffiche di mitra <206». Sono Beltrama Pasquale, Betti Massimo, Della Patrona Luigi, Gianoncelli Doro, Gianoncelli Luigi, Gianoncelli Ugo, Gianoncelli Ulisse. Si rileva immediatamente la difficoltà a inquadrare questi morti nella storyline della resistenza in alta Valtellina dove non ci sono stati gli eccessi garibaldini e le conseguenti reazioni fasciste come invece è avvenuto nella bassa valle. Che la zona di confine fosse stata sempre un luogo transitato lo si può comprendere immediatamente dopo l’otto settembre e non perché questi sentieri hanno visto il transito degli ebrei stranieri internati a l’Aprica, ma perché Tirano è il crocevia per l’andata in Svizzera sia da chi proviene dalla Valcamonica che dalla bassa Valtellina che dalla bergamasca ma anche dal milanese <207: “Il gruppo partigiano presso il quale sono destinati, ha l’incarico di alloggiarli e dar loro da mangiare fino al giorno in cui possono partire per la Svizzera. Accordatasi poi con le guide, che per lo più sono valtellinesi, assunte informazioni sulla dislocazione dei posti di blocco tedeschi lungo il percorso e nella zona di confine […] li conducono a Villa o a Madonna di Tirano, a Teglio, a Stazzona, dove c’è la guida che deve condurli di là dal confine” <208.
La questione dei prigionieri alleati non si risolve a ridosso dell’otto settembre: il confine resta soggetto attivo per tutto il 1944. A Teglio il 31 marzo sono fermati dalla Gnr due persone per favoreggiamento all’espatrio – Paolino Pusterla e Letizia Pasini – mentre il 2 aprile è un ex prigioniero inglese a essere catturato, il 27 aprile dopo la cattura a Bianzone di quattro ex prigionieri in fuga viene arrestato don Camillo Valota <209, il 21 giugno tocca a Mohamed Salah ad essere arrestato dal distaccamento di Tresenda presso il cantiere della Falck <210, cinque ex prigionieri inglesi sono accompagnati alla frontiera l’11 novembre del 1944 e ne viene data comunicazione al consolato inglese di Berna <211.
I fuggiaschi, per lo più ex prigionieri di guerra alleati ma anche ebrei e perseguitati politici, vengono inviati a Rino dagli organi di assistenza clandestinamente costituitisi a Brescia […] dove sono accolti dal parroco don Carlo Comensoli, oppure a Plemo di Esine a casa di don Piero Salari, o anche a Prestine nella canonica del parroco don Luigi Albertoni, cortenese di nascita […] accordatisi poi con le guide, che per lo più sono valtellinesi […] li conducono a Villa o Madonna di Tirano, a Teglio, a Stazzona, dove c’è la guida che deve condurli al di là del confine <212.
Sonnolenti i tedeschi, ma se capita loro di fermare due «individui sospetti» il rischio è di finire feriti gravemente <213 anche se la considerazione che si guadagnano dal comando dell’11a cmp. della 3° Legione di frontiera non è certo lusinghiera: «la Guardia di Finanza tedesca che si interessa di altre cose [che] del particolare servizio a cui è preposta, anziché anti ribellistica <214; è la Gnr di frontiera che cerca di tappare le falle del confine; nei suoi notiziari ci sono alcune notizie che ci forniscono una fotografia di quanto succede: una sparatoria nei confronti di due uomini nella zona della Bocchetta Alta di Tirano il 18 maggio 1944, uno dei due resta a terra ucciso; il 23 luglio sono quattro gli uomini catturati in località Crotto di Piattamala; il 26 novembre presso il Sasso del Gallo un gruppo di «fuori legge» era attaccato dalla Gnr Confinaria; la notte sul 5 corr. [5 dicembre 1944 nda] la banda di fuorilegge che da tempo occupava la caserma della guardia di finanza in località Sasso del Gallo, in prossimità del confine svizzero sopra Tirano, esigendo il pagamento di una tassa di pedaggio da tutti i contrabbandieri che vi transitavano, ha improvvisamente sgombrato la zona distruggendo la caserma. Parte dei componenti la banda avrebbe varcato la frontiera e altri sarebbero congiunti alle bande concentrate nella Valtellina <215.
L’abbandono è confermato in un’intervista del frontaliere svizzero Domenic Gisep: «Più tardi i contrabbandieri, quando gli italiani hanno smesso di prestare servizio al Sasso del Gallo, hanno svuotato la caserma… hanno portato via persino la stufa a legna. Tutto in Svizzera! Il posto di frontiera dal Sasso del Gallo è stato abbandonato <216».
Questo percorso, che passa in località Sasso del Gallo, è uno dei luoghi del contrabbando il cui controllo «quando i finanzieri delle caserme del Sasso del Gallo, di Prà Campo e di Schiazzera abbandonarono le stesse vennero sostituiti da gruppi di partigiani <217» tant’è che: “il 23 nov. C. in località S. Rocco di Medenna di Tirano una pattuglia di confinari apriva il fuoco su un individuo che non aveva ottemperato all’intimazione di fermarsi, uccidendolo. Si accertava in seguito che l’ucciso, unitamente ad un individuo arrestato, aveva tentato di espatriare in Svizzera per contrabbando” <218.
“il 13 corr. [gennaio 1945 nda], nella zona di Sasso del Gallo del comune di Tirano, alcuni confinari in perlustrazione facevano fuoco su sconosciuti che tentavano di raggiungere la frontiera svizzera e non avevano ottemperato all’intimazione di fermo. Era gravemente ferita certa Carolina Amodei: recuperata una bricolla contenente seta grezza e indumenti di lana” <219.
“il 10 corr. [aprile nda] in località Valpiana nel comune di Grosotto, tre doganieri germanici catturarono due contrabbandieri e sequestrarono due scatole di saccarina e Kg. 5 di sale <220”
Il 18 gennaio 1945 viene fermato Ludovico Plini in possesso di carte da portare in Svizzera: il suo fermo porta alla cattura di Spada (Sfada) Enrico <221, il 1 febbraio viene arrestato «il noto contrabbandiere» Edoardo della Torre a Tirano.
[NOTE]
203 http://www.ssvp.ch/images/documenti/zoia_contrabbando.pdf.
204 M. MANDELLI, DIEGO ZOIA,La carga. Contrabbando in Valtellina e Valchiavenna, L’officina del libro, Sondrio, 1999.
205 26 dicembre 1944, Oggetto: Contrabbando: Issrec, fondo Anpi, b. 2. Fsc. 10.
206 http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/schede/VAL%20FONTANA%20TRESIVIO%2015.02.1945.pdf. Difficile non comprendere che questo eccidio viene accuratamente nascosto nel racconto ufficiale della Resistenza, lo ignora F. Catalano e conseguentemente anche M. Fini e F. Giannantoni tant’è che l’unico riferimento diviene: G. GIANONCELLI, L’eccidio della Val Fontana. Non erano contrabbandieri, in Istituto Sondriese per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea, Dalla Resistenza e dalla Costituzione la cultura della Cittadinanza, quaderno n.9, che riprende: G. GIANONCELLI CORVI, Uomini e donne nella Resistenza più lunga, Tresivio 1943-1945, cit. Le schede dei caduti sono in Issrec, fondo AANPI, caduti, ad nomen.
207 G. FONTANA, Scampoli. La Resistenza brembana tra spontaneità e organizzazione, cit., pp. 41-81.
208 D. MORELLI, La montagna non dorme, cit., p. 14.
209 Fondazione Micheletti, Notiziari della Guardia Repubblicana , Bianzone 03.05.1944: http://www.notiziarignr.it/ricerca/visualizza.asp. ASMI, Carceri giudiziarie di Milano, Rubriche dei registri di iscrizione dei detenuti, reg. n. 225: Paolino Pusterla, nato a Castionetto il 27.12.21, catturato il 31.3.1944 a Teglio con Letizia Pasini nata a Ponte Valtellina il 5.01.1887. Sono trasferiti via Bergamo al carcere di San
Vittore a Milano l’11.07.1944. Sono processati dal Tribunale Regionale Militare di Guerra di Milano l’11.11.1944 e condannati.
210 Ivi, Teglio 15.04.1944, 27.06.1944.
211 Comando 3° btg, 11 novembre 1944, al consolato inglese di Berna: Issrec, fondo Marelli, b. 2, fsc. 15.
212 D. MORELLI, la montagna non dorme, cit., p. 14.
213 Ivi, Grosio 12.10.1944.
214 Al comando IX battaglione GNR di Frontiera, 24.10.1944: ASSo, fondo Angelantonio Bianchi, fsc. 62.
215 Ivi, Tirano 20.12.1944 in: http://www.notiziarignr.it/ricerca/visualizza.asp
216 Intervista a Domenic Gisep, Società Storica val Poschiavo in http://www.ssvp.ch/images/documenti/gisep_intervista.pdf. Ultima visualizzazzione 10.07.2017 (copia in possesso agli autori)
217 D. ZOIA, Il periodo bellico nella zona di confine, Società Storica di Val Poschiavo in:
http://www.ssvp.ch/images/documenti/zoia_contrabbando.pdf. Ultima visualizzazzione 10.07.2017 (copia in possesso agli autori)
218 Fondazione Micheletti, Notiziari della Guardia Repubblicana, Lovero, 05.12.1944.
219 Fondazione Micheletti, Notiziari della Guardia Repubblicana , Tirano 25.01.1945. La descrizione della salita al Sasso del Gallo in: http://www.paesidivaltellina.it/tirano/contrabbandieri.htm. Ultima visione il 11.07.2017 (copia in possesso degli autori).
220 Ivi, Grosotto 24.04.1944.
221 Ivi, 28.03.1945
Massimo Fumagalli e Gabriele Fontana, Formazioni Patriottiche e Milizie di fabbrica in Alta Valtellina. 1943-1945, Associazione Culturale Banlieu