Una prima occasione per trattare temi ed episodi legati alla vita della Biblioteca in epoca fascista si presentò nel 1950

Bologna: Archiginnasio
Bologna: Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio

L’eterno nemico” <1 è il titolo di un articolo antiebraico pubblicato da Giovanni Falzone sulla rivista «Il Setaccio» nel febbraio del 1943. <2
La vicenda di Giovanni Falzone è emblematica per introdurre il tema dell’applicazione delle leggi razziali nella Biblioteca dell’Archiginnasio [di Bologna] e della sua totale rimozione nel dopoguerra: fascista antemarcia, nel 1932 viene assunto in Archiginnasio, per poi essere comandato presso la Biblioteca Popolare che nel 1929 era stata aggregata alla Biblioteca della Casa del Fascio. <3 Nel 1941 viene nominato responsabile dell’Ufficio 4P (Preparazione Politica Professionale Propaganda) del Comando federale della G.I.L. (Gioventù italiana del littorio) di Bologna, dove dirige la rivista «Gioventù italiana del littorio» e, dall’ottobre del 1942, la sua continuazione, «Il Setaccio», che ha tra i suoi fondatori il giovanissimo Pier Paolo Pasolini. <4
Su quest’ultima rivista Falzone pubblica “L’eterno nemico”, un sinistro concentrato delle peggiori accuse contro gli Ebrei, in cui auspica per il problema ebraico quella ‘soluzione finale’, che già era in atto da tempo nei territori che si trovavano sotto il controllo nazista: «[…] la spada di una Nazione non sarà mai troppo tagliente ed inflessibile quando si tratta di difendere la vita e il divenire dei suoi veri figli». <5
Nel dopoguerra, come se nulla fosse accaduto e senza prendere in alcun modo le distanze dalla fanatica adesione al Fascismo testimoniata dai suoi articoli, Falzone si occuperà di letteratura per l’infanzia e scriverà libri per ragazzi, <6 proseguendo la sua lunga carriera di bibliotecario all’Archiginnasio, che si concluderà con la qualifica di vicedirettore.
Ora, dopo 82 anni di rimozione e di oblio, come spettri riemergono tra le carte dell’archivio dell’Archiginnasio, tra le schede cartacee del catalogo e sui libri collocati negli scaffali i documenti e le tracce della censura fascista e delle persecuzioni razziali.
Non è stato del tutto sorprendente poter rintracciare circolari ministeriali e liste di libri sgraditi al Regime nell’archivio ben ordinato e ben conservato dell’Archiginnasio, <7 che pur non essendo una biblioteca governativa era già all’epoca una delle più importanti biblioteche municipali italiane e quindi veniva sottoposta al controllo della competente Soprintendenza bibliografica, che fungeva da raccordo tra l’amministrazione centrale dello Stato, e in particolare il Ministero dell’Educazione nazionale, e le biblioteche non governative.
Non era invece scontato trovare tracce della censura libraria tra le schede del catalogo storico Frati-Sorbelli, dal nome dei due grandi direttori dell’Archiginnasio Luigi Frati e Albano Sorbelli, <8 e su alcuni, pochissimi libri: si tratta di tracce molto labili, quasi del tutto scomparse, poche parole scritte a matita per segnalare i libri sgraditi di cui era vietata la lettura.
Sono testimonianze ben diverse dai nitidi timbri con le abbreviazioni «Lib. Sg.» (Libro Sgradito) presenti sui volumi della Biblioteca Universitaria di Bologna, <9 forse ancor più inquietanti, anche perché meno visibili e a lungo dimenticate, ma che documentano lo stesso obiettivo persecutorio del Regime, che a partire dal 1934 aveva perfezionato e avviato un complesso sistema di controllo dell’editoria e di censura libraria poi messo al servizio della persecuzione razziale dopo la svolta antiebraica del 1938. <10

Fig. 1. Alberto Serra-Zanetti (1898-1960), inizia a lavorare in Archiginnasio nel 1916 come impiegato avventizio. Dal 1944 al 1960 è reggente e poi direttore della Biblioteca. Si laurea in Lettere il 19 dicembre 1945 discutendo una tesi dal titolo La stampa a Bologna nel primo ventennio del Cinquecento e la raccolta delle edizioni del periodo 1501-1540 esistenti nell’Archiginnasio. La fotografia, scattata nel 1941, si trova all’interno del suo fascicolo universitario.
ASUBo, Facoltà di Lettere e filosofia, fasc. 488. © Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Biblioteca Universitaria di Bologna-Archivio storico. Immagine qui ripresa da Maurizio Avanzolini, art. cit. infra

Dopo la Liberazione il reggente dell’Archiginnasio Alberto Serra-Zanetti (fig. 1) concentrò i propri sforzi sull’imponente opera di ricostruzione dell’ala del palazzo bombardata il 29 gennaio del 1944 e sugli enormi problemi organizzativi legati al periodo bellico, e i temi della censura fascista e delle persecuzioni razziali passarono del tutto in secondo piano. <11
Fare i conti con il passato poteva essere imbarazzante per quei funzionari che sotto il Fascismo avevano costruito la loro carriera professionale e avevano sempre e diligentemente fatto applicare le disposizioni emanate dal Regime.
Dopo la Liberazione l’interesse comune fu in genere di rimuovere il ricordo di quei fatti, nel timore forse di epurazioni o semplicemente di mettere a repentaglio la propria carriera. E non solo in Archiginnasio, naturalmente. Lo stesso avvenne in ogni altro ambito anche a livello nazionale, così che le assunzioni di responsabilità e le epurazioni di persone compromesse con il vecchio regime si limitarono a pochi casi isolati, <12 presto sanati, mentre in ambito storiografico il tema delle persecuzioni razziali fino agli anni Sessanta fu quasi del tutto ignorato. <13
Molto ampia era quella che Alberto Petrucciani definisce, riferendosi al mondo delle biblioteche, «come in tutti i ceti medi del paese, la ‘zona grigia’, del conformismo o del quieto vivere». <14
Una prima occasione per trattare temi ed episodi legati alla vita della Biblioteca in epoca fascista si presentò nel 1950, quando fu pubblicato un numero unico de «L’Archiginnasio» che comprendeva le annate XXXIX-XLIII (1944-1948), interamente dedicato alla figura di Albano Sorbelli, direttore della Biblioteca dal 1904 al 1943. <15

Fig. 2. Albano Sorbelli tiene banco al centro di un gruppo di direttori di biblioteche italiane al Primo congresso dell’Associazione dei bibliotecari italiani, nel 1931. Da sinistra a destra si riconoscono: Enrico Rostagno (direttore della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze), Angelo Bruschi (direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), Luigi Ferrari (direttore della Biblioteca nazionale Marciana di Venezia), Alberico Squassi (direttore della Biblioteca civica di Milano), Albano Sorbelli (direttore della Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna), Mario Menghini (conservatore del Museo, Archivio e Biblioteca del Risorgimento di Roma), Pietro Nurra (direttore della Biblioteca Universitaria di Genova), Antonio Boselli (direttore della Biblioteca Universitaria di Bologna), Luigi De Gregori (direttore della Biblioteca Casanatense di Roma), Giuseppe Fumagalli (aveva diretto per ultima la Biblioteca Universitaria di Bologna dal 1913 al 1921, fondatore nel 1926 dell’Istituto italiano del libro). Tratto da Il Primo congresso dell’Associazione dei bibliotecari italiani (Roma, 19-22 ottobre 1931), Roma, Tipografia della Libreria del Littorio, 1931, p. 26. Disegno di Bladinus. BCABo, collocazione: Sorbelli A.87. Immagine qui ripresa da Maurizio Avanzolini, art. cit. infra

Ricordando la figura di Sorbelli, che fu un grande storico e bibliografo e uno dei più importanti bibliotecari italiani della prima metà del Novecento (fig. 2), non una sola parola fu dedicata alla vergogna delle persecuzioni razziali e non si trova in quelle pagine un solo accenno alle fasi più buie della storia della Biblioteca. Eppure tra gli autori dei saggi dedicati a Sorbelli vi erano Domenico Fava (1873-1956), <16 soprintendente bibliografico a Bologna e direttore della Biblioteca Universitaria durante gli anni delle persecuzioni, e Alberto Serra-Zanetti, responsabile della segreteria e poi direttore dell’Archiginnasio dal 1944, che ben conoscevano tutte le vicende legate alla censura e all’applicazione delle norme antiebraiche. <17
Purtroppo in questa raccolta di scritti dedicati a Sorbelli non hanno trovato posto quelle poche parole di scuse che avrebbero perlomeno avuto il merito di evitare la totale rimozione dei terribili avvenimenti accaduti solo pochi anni prima. D’altra parte scrivere di quei fatti avrebbe in parte offuscato l’immagine di Albano Sorbelli, e gli stessi Serra-Zanetti e Fava non avrebbero potuto evitare di dare conto anche del proprio operato, in quegli stessi anni in cui Sorbelli dirigeva la Biblioteca. <18
L’occasione propizia per affrontare il tema della censura e delle persecuzioni razziali si è di nuovo presentata nel 1994, quando la Biblioteca dell’Archiginnasio ha organizzato una giornata di studi in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Sorbelli, ma purtroppo anche durante questo incontro si è evitato di parlare degli anni bui della Biblioteca, nonostante fossero trascorsi quasi 50 anni dalla fine della guerra. <19

Fig. 3. Casa Carducci, 11 settembre 1935: Albano Sorbelli illustra al principe Umberto di Savoia i manoscritti di Giosue Carducci. Il direttore dell’Archiginnasio e di Casa Carducci, in qualità di fiduciario per l’Emilia della Sezione Biblioteche dell’A.F.S. (Associazione fascista della scuola), indossa la camicia nera con il distintivo a forma di scudetto con fascio littorio e due stelle previsto per i fiduciari del suo livello. Alla sua destra è Cesare Maria De Vecchi conte di Val Cismon, ministro dell’Educazione nazionale (Foto Gambini, Bologna). Biblioteca di Casa Carducci, Archivio fotografico, collocazione: A.F.B1.36. Immagine qui ripresa da Maurizio Avanzolini, art. cit. infra

Nelle riflessioni finali della giornata di studi su Sorbelli si evidenziò in maniera del tutto condivisibile la sua grande figura di bibliotecario e di uomo di cultura, un esempio ancora valido per ogni bibliotecario, <20 ma non si affrontò l’importante questione di ‘Sorbelli politico’, in camicia nera (fig. 3), <21 che tesse rapporti ai più alti livelli della gerarchia fascista per portare a termine i propri progetti professionali e editoriali. Si sconta ancora, forse, il timore di intaccare la fama e l’opera di Sorbelli, che rischia così una sorta di santificazione, limitando di fatto la conoscenza a tutto tondo della sua grande e complessa figura di bibliotecario e di intellettuale, fatta di luci ma anche, evidentemente, di ombre.
Albano Sorbelli fu un sostenitore convinto del Fascismo, che considerava come la naturale continuazione e il completamento del periodo risorgimentale: <22 “Secondo Sorbelli, dopo il ‘miracolo’ del Risorgimento restava ancora da formare la coscienza dell’Italia e degli Italiani, problema ancora aperto perché le forze politiche di tutti gli schieramenti, dai rivoluzionari ai liberali, non lo avevano né affrontato né tanto meno risolto. Con il Fascismo, invece, era stata realizzata la più alta delle conquiste: ‘Il sentimento nazionale’”. <23
Sorbelli si iscrisse al P.N.F. solo nel 1932, quando vennero riaperte le iscrizioni al partito in occasione del Decennale della marcia su Roma, e ricoprì incarichi nelle organizzazioni fasciste, divenendo tra l’altro fiduciario per l’Emilia della Sezione Biblioteche dell’A.F.S. (Associazione fascista della scuola). <24
Nelle relazioni al Podestà pubblicate su «L’Archiginnasio», le sue parole a sostegno del Fascismo non sembrano di circostanza, ma dettate da una sincera e convinta adesione. Così nella “Relazione” del 1940, scritta in giugno dopo l’entrata in guerra dell’Italia, Sorbelli conclude con queste parole: “Mentre scrivo, l’Italia che era stata coll’armi al piede quando la sua alleata combatteva in Polonia, in Danimarca, in Norvegia, nel Belgio e in Francia, è entrata nella lotta, per la sua libertà, per la sua indipendenza, per la rivendicazione delle sue terre e dei suoi diritti, per la riunione di molti connazionali che da secoli aspettano l’ora della giustizia e della indipendenza colla madre Patria. Da parte il libro, ora, e venga il moschetto! Dio protegga l’Italia, il suo diritto, il suo destino!” <25
Questa e altre attestazione di sostegno al Regime fascista vengono scritte da Sorbelli per pubblicazioni propagandistiche o all’interno delle relazioni annuali al Podestà dedicate al funzionamento della biblioteca, e potrebbero anche essere considerate come il dovuto omaggio, ma di circostanza, di un alto funzionario nei confronti del gerarca o del podestà di turno. <26  Diverso è il contesto e il tono di uno scritto di Sorbelli del 1940: “Iniziatasi la stampa del Corpus nel 1903, si chiude ora, dopo quasi quarant’anni … Anni grandi per la Patria nostra, che ha vinto quattro guerre e ha fondato l’Impero, avviandosi verso quel trionfo a cui sembra destinata dalla Provvidenza. E se è lecito alle cose grandi e immortali accostare le tenui e periture, aggiungo che in quegli anni vidi profilarsi sogni e accendersi luci che poi purtroppo svanirono e si spensero [la morte dei figli Gian Carlo e Maria Annunziata]. Ho cercato e perseguo invano un conforto sul lavoro […]. Esso lavoro sembra avvicinarmi (ma è forse l’ultimo sogno!) a quel mondo dello spirito, in cui vivono anche i miei morti dilettissimi”. <27
Questo scritto, pubblicato sull’ultima pagina del quarto volume del “Corpus chronicorum bononiensium”, e dunque rivolto a un pubblico ridotto di studiosi, è una sorta di commiato dalla vita di Sorbelli, duramente provato dalla morte ravvicinata di due figli. Seppur in un contesto che si potrebbe definire intimo e raccolto, c’è spazio anche per una frase dedicata ai successi del Fascismo e alla fondazione dell’Impero, a testimonianza dell’importanza che ha per Sorbelli una forte componente nazionalista che vede in Mussolini il fautore della tanto auspicata grandezza della Patria (fig. 4). <28 […]
[NOTE]
1 Questo articolo riprende e amplia i contenuti del sito L’eterno nemico. Censura libraria e applicazione delle leggi razziali nella Biblioteca dell’Archiginnasio, dove è riprodotta una buona parte dei documenti citati provenienti dall’archivio della Biblioteca dell’Archiginnasio: http://bimu.comune.bologna.it/biblioweb/mostra-ebrei-archiginnasio/
2 Giovanni Falzone, L’eterno nemico, «Il Setaccio», a. III, n. 4, febbraio 1942, p. 1-2. La rivista è stata integralmente digitalizzata e si può consultare sul sito Pasolini ’42: http://badigit.comune.bologna.it/mostre/pasolini42/index.html
3 Su questa vicenda si veda M. Avanzolini, Libri nella tormenta. La biblioteca della Casa del Fascio di Bologna, disponibile in formato digitale sul sito Cento anni per tutti. Libri e pubblica lettura a Bologna 1909-2009: http://badigit.comune.bologna.it/mostre/pubblica_lettura/bacheca4.html
4 Per maggiori informazioni su Giovanni Falzone (22 novembre 1906 – 1° aprile 1972) e sugli esordi di Pier Paolo Pasolini, che sulla rivista «Gioventù italiana del littorio» pubblicò nell’aprile del 1942 il suo primo scritto, si veda M. Avanzolini, L’esordio dimenticato di Pier Paolo Pasolini. L’articolo “Nota sull’odierna poesia” pubblicato nella rivista della GIL bolognese (aprile 1942), «Studi pasoliniani», XI (2017), p. 93-109.
5 G. Falzone, L’eterno nemico cit., p. 2. I primi massacri di Ebrei risalgono all’estate del 1941, quando appositi Einsatzgruppen operarono al seguito delle armate tedesche che avevano invaso l’Unione Sovietica. Quando scrive Falzone erano già attivi alcuni dei principali campi di sterminio. Si veda Judit Tydor Baumel, Campi di sterminio, in Dizionario dell’Olocausto, a cura di Walter Laqueur, Torino, Einaudi, 2004, p. 137-142.
6 Dai primi anni Cinquanta e fino ai primi anni Settanta Falzone pubblica decine di libri per ragazzi, firmando la maggior parte delle pubblicazioni con il proprio cognome seguito da quello della madre, Emma Fontanelli, e a volte cambiando il nome in Giannino; sulla sua tomba, nel cimitero della Certosa di Bologna, è definito «scrittore per l’infanzia».
7 Per l’archivio della Biblioteca dell’Archiginnasio risulta ancora fondamentale la consultazione di Saverio Ferrari, L’archivio della Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio, «L’Archiginnasio», LXXVIII (1983), p. 237-266. L’archivio è stato di recente riordinato da Patrizia Busi.
8 Il catalogo storico dell’Archiginnasio è stato impostato durante la direzione di Luigi Frati (1858-1902) e proseguito durante gli anni in cui fu direttore Albano Sorbelli (1904-1943). Contiene le descrizioni bibliografiche del patrimonio a stampa acquisito entro il 1960. È strutturato in quattro sezioni: Autori/titoli, Materie, Biografico e Geografico. Le schede, per lo più manoscritte, rappresentano la chiave di accesso principale ad una parte consistente e significativa delle collezioni a stampa della Biblioteca. Il catalogo è online dal 2001: http://badigit.comune.bologna.it/fratisorbelli/
9 Si veda 1938 Libri sgraditi: la censura antiebraica nella Biblioteca Universitaria di Bologna, a cura della Biblioteca Universitaria di Bologna, promozione e coordinamento di Biancastella Antonino, introduzione, ricerche e schede di Michele Catarinella, Bologna, s.n., 2008, che riprende e amplia Michele Catarinella, Un esempio locale: la Biblioteca Universitaria di Bologna, in La menzogna della razza. Documenti e immagini del razzismo e dell’antisemitismo fascista, a cura del Centro Furio Jesi, Bologna, Grafis, 1994, p. 326-331.
10 Sulla censura libraria in Italia si vedano i due testi fondamentali di Giorgio Fabre, L’elenco. Censura fascista, editoria e autori ebrei, Torino, S. Zamorani, 1998 e Idem, Il censore e l’editore. Mussolini, i libri, Mondadori, Milano, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2018, ma anche Guido Bonsaver, Mussolini censore. Storie di letteratura, dissenso e ipocrisia, Roma-Bari, Laterza, 2013.
11 Alberto Serra-Zanetti (3 febbraio 1898 – 30 agosto 1960) dopo la maturità conseguita nell’anno scolastico 1916-1917 frequentando la sezione del Liceo moderno istituita presso il Liceo classico ‘Luigi Galvani’, si iscrive prima alla facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, seguendo il corso di Fisica pura, per poi passare alla facoltà di Farmacia e quindi, dal 1923-1924, al corso di Filosofia presso la facoltà di Lettere e filosofia, che frequenta per diversi anni, fino al 1938, fuori corso, ma senza conseguire la laurea. Si immatricola infine al primo anno di Lettere e filosofia nell’anno accademico 1940-1941, seguendo anche le lezioni di Biblioteconomia e bibliografia tenute da Sorbelli, laureandosi il 19 dicembre 1945 discutendo una tesi dal titolo La stampa a Bologna nel primo ventennio del Cinquecento e la raccolta delle edizioni del periodo 1501-1540 esistenti nell’Archiginnasio, con la votazione di 110/110 e lode. Relatore della tesi è Domenico Fava. Per queste e altre informazioni sugli studi universitari di Serra-Zanetti si veda Archivio storico dell’Università di Bologna (d’ora in poi ASUBo), Facoltà di Lettere e filosofia, fasc. 4888, Serra-Zanetti Alberto (per la consultazione di questo materiale si ringraziano Pier Paolo Zanotti e Andrea Daltri). Serra-Zanetti fin dal 1916 viene assunto in Archiginnasio per lunghi periodi come impiegato avventizio, fino all’assunzione stabile in qualità di bibliotecario distributore, dal 1° febbraio 1922; nel 1931 vince il concorso per bibliotecario ordinatore. Si iscrive al P.N.F. nel 1932 e nel 1940 presta servizio nella M.V.S.N. (la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale). Per molti anni gestisce l’ufficio di segreteria della Biblioteca alle dirette dipendenze del direttore Albano Sorbelli, occupandosi anche del protocollo, del servizio di legature e dei prestiti esterni, oltre che dell’innovativo servizio di informazioni ai lettori; è redattore capo de «L’Archiginnasio», la rivista della Biblioteca fondata da Sorbelli nel 1906. Con decorrenza dall’11 ottobre 1944, a seguito della morte di Lodovico Barbieri nel bombardamento di Casaglia, diviene reggente dell’Archiginnasio fino alla fine del 1955, quando viene nominato Bibliotecario direttore, qualifica che nel 1958 diventa Direttore di biblioteca. A lui si deve la realizzazione, nel 1958, della Sala di Consultazione. Per queste e altre informazioni sulle vicende professionali di Serra-Zanetti, si veda Archivio storico del Comune di Bologna, d’ora in poi ASCBo, Stato matricolare n. 2685, Serra-Zanetti, Alberto. Su Serra-Zanetti si veda anche Enzo Bottasso, Dizionario dei bibliotecari e bibliografi italiani dal XVI al XX secolo, a cura di Roberto Alciati, Montevarchi, Accademia Valdarnese del Poggio, 2009, p. 410. Per ulteriori
notizie su Albero Serra-Zanetti, ma anche su altri bibliotecari italiani citati in questo saggio, si veda sul sito dell’A.I.B. (Associazione italiana biblioteche) il Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari italiani del XX secolo, a cura di Simonetta Buttò: https://www.aib.it/aib/editoria/dbbi20/dbbi20.htm, con schede tratte da Giorgio de Gregori – Simonettà Buttò, Per una storia dei bibliotecari italiani del XX secolo. Dizionario bio-bibliografico 1900-1990, Roma, A.I.B., 1999.
12 A titolo esemplificativo: solo il 20 settembre 2018 il rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella, ha pronunciato le scuse ufficiali ad alta voce a nome del mondo accademico italiano per le persecuzioni contro studenti e professori ebrei; si veda Leggi razziali, l’Università fa mea culpa. “Professori complici, una vergogna”, «Il Resto del Carlino», a. CXXXIII, n. 223, 20 settembre 2018, p. 27. L’episodio è ricordato anche in Fabio Isman, 1938, l’Italia razzista, Bologna, il Mulino, 2018, p. 234. Il 30 gennaio 2020 l’Università La Sapienza di Roma ha invece organizzato un convegno dal titolo La Sapienza chiede scusa. Leggi razziali, la scuola e l’accademia: riflessioni e testimonianze, a ben 82 anni di distanza dalla cacciata degli Ebrei dalle Università, dalle scuole e dalle Accademie. La notizia del convegno non ha avuto particolare riscontro sui principali quotidiani, ma si veda: https://news.uniroma1.it/30012020_1530 (ultimo accesso 10 febbraio 2020).
13 Come primo importante contributo alla ricostruzione delle persecuzioni razziali in epoca fascista si fa riferimento a Renzo De Felice, Storia degli Ebrei italiani sotto il Fascismo, Torino, Einaudi, 1961, più volte ampliato e ristampato.
14 Cfr. Alberto Petrucciani, Storie di ordinaria dittatura: i bibliotecari italiani e il Fascismo (1922-1942), in Idem, Libri e libertà. Biblioteche e bibliotecari nell’Italia contemporanea, Roma, Vecchiarelli, 2012, p. 163, dove nei vari saggi vengono trattati argomenti fondamentali per la storia delle biblioteche italiane durante il Fascismo. Il saggio Storie di ordinaria dittatura riprende e amplia l’articolo pubblicato con il medesimo titolo in «Bollettino AIB», XLIII (2008), n. 4, p. 417-442.
15 Albano Sorbelli (2 maggio 1875 – 22 marzo 1944) si laurea nel 1898 in Lettere presso l’Università di Bologna avendo come maestro lo storico Pio Carlo Falletti; dopo alcuni anni di studio trascorsi tra Parigi e Vienna, vince il concorso per la direzione della biblioteca dell’Archiginnasio nel 1904. Nel 1906 fonda la rivista «L’Archiginnasio», ancora attiva, e nel 1909 la Biblioteca Popolare. Prima come libero docente, poi come docente insegna Bibliografia e biblioteconomia all’Università di Bologna. Ricopre inoltre numerose cariche in associazioni culturali e professionali, tra cui la Società bibliografica italiana, l’Associazione italiana per le biblioteche, nata nel 1930 e fino al 1932 denominata Associazione dei bibliotecari italiani, e la Sezione Biblioteche dell’Associazione fascista della scuola (A.F.S.), di cui diviene fiduciario per l’Emilia (Bologna, Ferrara, Forlì, Parma, Piacenza, Ravenna e Reggio Emilia). Per tutta la vita svolge un’intensa attività di ricerca e studio, in particolare negli ambiti della storia del libro e dell’editoria, della bibliografia e della storia locale, pubblicando numerosi lavori ancora fondamentali in tali settori. A seguito delle polemiche seguite alla scoperta del furto di un grande numero di libri antichi in Archiginnasio (cfr. infra, nota 462), fu costretto alle dimissioni e il 1° maggio 1943 fu nominato direttore Lodovico Barbieri. La bibliografia su Sorbelli è vasta, si rimanda per ora al numero de «L’Archiginnasio», XXXIX-XLIII (1944-48) a lui interamente dedicato e agli Atti dell’incontro di studi tenutosi nella sala dello Stabat Mater il 1° dicembre 1994, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Albano Sorbelli, «L’Archiginnasio», XC (1995), p. 412-518.
16 Domenico Fava (25 agosto 1873 – 3 giugno 1956) si laurea nel 1897 in Lettere classiche e nel 1899 in Filosofia. Dal 1902 inizia la carriera alla Biblioteca Braidense, per poi essere nominato direttore della Biblioteca Estense di Modena dal 1913 al 1933. Dal 1933 al 1936 dirige la Biblioteca Nazionale di Firenze, durante la fase del trasloco della Biblioteca nella nuova e attuale sede. Dal 1936 al 1948 dirige la Biblioteca Universitaria di Bologna e la Soprintendenza bibliografica per le provincie di Bologna, Ancona, Ascoli Piceno, Forlì, Macerata, Pesaro e Ravenna, ma aveva già diretto la Soprintendenza dell’Emilia dal 1920 al 1933. Per diversi anni e fino al 1952 è docente di Bibliografia e biblioteconomia presso le Università di Firenze e Bologna. Su Fava si veda la voce curata da Luca Bellingeri in Dizionario biografico dei soprintendenti bibliografici 1919-1972, Bologna, Bononia University Press, 2011, p. 266-272 e E. Bottasso, Dizionario dei bibliotecari e bibliografi italiani cit., p. 184-186.
17 Alberto Serra-Zanetti scrive un saggio dal titolo Il bibliotecario (p. 11-79), Domenico Fava scrive Il bibliografo (p. 80-93).
18 Si deve notare che nelle 119 pagine dedicate a Sorbelli, ed escludendo la Bibliografia degli scritti curata da Giorgio Cencetti, il termine «fascismo» compare una sola volta: un po’ poco per una vicenda umana e professionale che si svolge per oltre 21 anni in un paese retto da un regime fascista. Due altri autori, oltre ai già citati Fava e Serra-Zanetti, contribuirono a delineare la figura di Sorbelli: lo storico Luigi Simeoni e lo scrittore e professore all’Accademia di Belle arti di Bologna Giuseppe Lipparini. Quest’ultimo fu nominato vicepodestà di Bologna nell’agosto del 1930, portando all’amministrazione comunale «le sue preziose qualità di fascista e di artista»; cfr. Il vicepodestà di Bologna Comm. Prof. Giuseppe Lipparini, «Il Comune di Bologna», a. XVII, n. 8, agosto 1930, p. 1-2.
19 Si veda Atti dell’incontro di studi cit.
20 Cfr. Paolo Messina, Conclusioni, in Atti dell’incontro di studi cit., p. 518.
21 Nell’Archivio fotografico della Biblioteca di Casa Carducci con collocazione A.F. B1.36 (qui riprodotta, fig. 3) e A.F. B1. 52 sono conservate due fotografie di Sorbelli in divisa fascista, scattate a Casa Carducci l’11 settembre 1935, in occasione della visita del principe Umberto di Savoia; si ringraziano per la collaborazione Simonetta Santucci e Marco Petrolli della Biblioteca di Casa Carducci. Un’altra fotografia scattata durante il Congresso dell’A.I.B. svoltosi a Napoli nel 1940, dove Sorbelli si riconosce in prima fila, in camicia nera, e più volte pubblicata, è riproposta in A. Petrucci ani, Storie di ordinaria dittatura cit., p. 165.
22 Si veda ad esempio Pierangelo Bellettini, Momenti di una storia lunga due secoli, in Biblioteca comunale dell’Archiginnasio Bologna, a cura di P. Bellettini, Fiesole, Nardini, 2001, p. 35, che cita in particolare uno scritto propagandistico di Sorbelli, Il Fascismo e Mussolini nella loro espressione storica, in «La marcia su Roma. Omaggio a S.E. Mussolini», Bologna, 29 ottobre 1923, numero unico. Già nella Relazione riferita all’anno 1922 Sorbelli aveva espresso il suo apprezzamento per i cambiamenti politici in atto, pur senza nominare il Fascismo: «Già nei passati anni, anche quando i tempi volgevano foschi […] io mi auguravo quel rivolgimento ideale, che è poi provvidenzialmente (e necessariamente, vorrei aggiungere, perché l’anima ha pur sempre i suoi diritti) avvenuto»; cfr. A. Sorbelli, Relazione del Bibliotecario all’Assessore per la Pubblica Istruzione, «L’Archiginnasio», XVIII (1923), p. 1. Sorbelli riprende la parte iniziale di questa relazione dieci anni dopo quello che definisce l’inizio di un «nuovo Risorgimento»; si veda A. Sorbelli, Decennale. Il Fascismo e le biblioteche. La Biblioteca dell’Archiginnasio, «L’Archiginnasio», XXVII (1932), p. 362-369, dove ripropone anche un altro suo saggio, Il Fascismo e l’alta cultura. Le biblioteche italiane, pubblicato in Il Decennale. Primo decennale della rivoluzione delle camicie nere. Numero speciale edito dalla rivista municipale “Il Comune di Bologna”, Bologna, Stab. poligrafici riuniti, 1932, suppl. a «Il Comune di Bologna», XIX (ottobre 1932), n. 10, c. [31-32].
23 Cfr. Maria Gioia Tavoni, Albano Sorbelli e il Corpus chartarum Italiae ad rem typographicam pertinentium ab arte inventa ad ann. MDL. Premessa, in A. Sorbelli, Corpus chartarum Italiae ad rem typographicam pertinentium ab arte inventa ad ann. 1550, I. Bologna, a cura di M.G. Tavoni, Roma, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato, 2004, p. 25. La Tavoni riporta brani del saggio già citato da Bellettini, cfr. la nota precedente, e cita inoltre «Marcia su Roma. Anno IV dell’era fascista. Omaggio a S.E. Benito Mussolini», 28 ottobre 1922 – 28 ottobre 1926, numero unico. Gli scritti di argomento politico di Sorbelli non sono molti, si veda Giorgi o Cencetti, Bibliografia degli scritti, «L’Archiginnasio», XXXIX-XLIII (1944-48), p. 121-160, che, come la maggior parte delle bibliografie, non è esaustiva. La catalogazione da parte dell’Archiginnasio degli opuscoli e degli estratti appartenuti a Sorbelli ha permesso di individuare molti altri scritti non segnalati da Cencetti, ora facilmente rintracciabili consultando il catalogo online del Polo bolognese: https://sol.unibo.it/SebinaOpac/.do. Si segnalano ad esempio A. Sorbelli, La difesa del patrimonio della cultura nazionale, «Vita nova», II (1926), n. 7, p. 15-21 e, pubblicato postumo, A. Sorbelli, Gli Sorbelli splendori dell’Archiginnasio non spenti dal soffio della barbarie nemica, «Il Resto del Carlino», a. LX, n. 80, 2 aprile 1944, p. 3. Numerosi altri scritti di Sorbelli sono presenti in appendice a «Vita nova», dove venivano pubblicate le lezioni tenute presso l’Università fascista, che aveva sede presso la Casa del Fascio di Bologna; si veda ad esempio A. Sorbelli, Dal Rinascimento alla riforma protestante, lezione tenuta il 2 aprile 1925, «Vita nova», I (1925), n. 10, p. 65-68: la numerazione delle pagine è distinta dalla numerazione delle pagine della rivista, e corrisponde alla numerazione delle 91 pagine delle 20 lezioni tenute da Sorbelli tra il 2 dicembre 1924 e il 28 maggio 1925, raccolte in Corso di lezioni tenute all’Università Fascista di Bologna nell’anno accademico 1924-1925, Santa Sofia di Romagna, Pre. Stab. Tipografico dei Comuni, 1925.
24 Cfr. Anna Manfron, Luigi Frati e Albano Sorbelli: due direttori per un catalogo. Dall’Archiginnasio di Bologna al censimento nazionale degli incunaboli, in Tra i libri del passato e le tecnologie del presente. La catalogazione degli incunaboli, a cura di Lorenzo Baldacchini e Francesca Papi, Bologna, Compositori, 2011, p. 109, nota 55. Si veda anche in Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio (d’ora in poi BCABo), Archivio, Carteggio amministrativo, anno 1931, tit. IV-1, prot. 1153, la lettera del 28 ottobre 1931 con cui Sorbelli comunica al Podestà Giovanni Battista Berardi la propria nomina a fiduciario dell’A.F.S., voluta da Arturo Marpicati (membro del Direttorio nazionale del P.N.F. e Capo dell’A.F.S.). Alla Sezione Biblioteche dell’A.F.S. risultano iscritti nel 1932 tutti gli impiegati dell’Archiginnasio (dirigenti, bibliotecari e distributori); l’iscrizione non era obbligatoria, ma l’A.F.S. fa sapere ai dipendenti che vedrà con piacere l’iscrizione all’associazione, in quanto forma di organizzazione voluta e sostenuta dal Regime; cfr. BCABo, Archivio, Carteggio amministrativo, anno 1932, tit. IV, prot. 1354, comunicazione inviata dal Podestà Berardi a tutti gli uffici del Comune, e inoltrata dal Capo ufficio della Pubblica istruzione anche alla Biblioteca dell’Archiginnasio. Sulla pressione esercitata nei confronti dei bibliotecari per convincerli ad iscriversi alla Sezione
Biblioteche dell’A.F.S., si veda anche Archivio della Soprintendenza bibliografica per le provincie dell’Emilia. Province di Bologna, Forlì, Ravenna (d’ora in poi ASBE), Pos. I, 9. Ispettori delle regie Soprintendenze bibliografiche, 1931, 1.1.1/1.9, lettera della Direzione generale accademie e biblioteche al soprintendente per le Province dell’Emilia dell’8 febbraio 1932; cfr. anche A. Petrucci ani, Le biblioteche italiane durante il Fascismo cit., p. 81. Per gli inventari degli archivi delle Soprintendenze dell’Emilia Romagna si veda Gli Archivi delle Soprintendenze bibliografiche per l’Emilia Romagna. Inventario, a cura di Francesca Delneri, Bologna, Compositori, 2010. Per l’organizzazione dell’A.F.S. si veda Associazione fascista della scuola, «Annuario delle biblioteche italiane», a. 1933-1934, p. 316-324 e Lo statuto-regolamento delle Associazioni fasciste. La sezione Bibliotecari, nella rubrica Notizie, «L’Archiginnasio», XXVII (1932), p. 105-109.
25 A. Sorbelli, Relazione del Bibliotecario al Podestà, «L’Archiginnasio», XXXV (1940), p. 184.
26 Per A. Petrucci ani, Storie di ordinaria dittatura cit., p. 149, «La sua ‘entratura’ nel Partito, forse, servì più che altro ad aiutarlo a portare avanti i suoi progetti, fra i quali in particolare l’Enciclopedia del libro, pubblicata sotto l’egida del segretario del P.N.F. Starace a partire dal 1935». Nella collana di A. Mondadori Enciclopedia del libro. Raccolta di manuali di bibliologia, biblioteconomia e bibliografia, diretta dal segretario del P.N.F., furono pubblicati 15 volumi tra il 1935 e il 1941, tra cui D. Fava, Manuale degli incunabuli, Milano, Mondadori, 1939. Si veda su questo tema A. Manfron, Luigi Frati e Albano Sorbelli cit., p. 111-112 e A. Petrucci ani, Per la storia dei bibliotecari italiani: note dal libro di cassa dell’Associazione italiana biblioteche, in Idem, Libri e libertà cit., p. 119, saggio già pubblicato in «Bollettino AIB», XL (2000), n. 3, p. 365-384.
27 Rerum Italicarum scriptores. Raccolta degli storici italiani dal Cinquecento al Millecinquecento. Corpus chronicorum bononiensium, t. XVIII, parte I, v. IV, a cura di A. Sorbelli, indici a cura di Emma Pirani, Bologna, Zanichelli, 1924-[1968], p. 566. L’ultimo fascicolo del Corpus, comprendente le p. 449-566, fu pubblicato presso la casa editrice Zanichelli nel 1940. Sul Corpus si veda Gianfranco Orlandelli, La vicenda editoriale del Corpus chronicorum bononiensium, in Storiografia e storia. Studi in onore di Eugenio Dupré Theseider, v. I, Roma, Bulzoni, 1974, p. 189-205.
28 Anche nello scritto La Biblioteca comunale dell’Archiginnasio negli anni 1941 e 1942, l’ultima Relazione del Bibliotecario al Podestà di Bologna, datata 31 maggio 1943 e a lungo inedita, Sorbelli scrive: «Ma ora il pensiero dominante, il proposito fermo di tutti gli italiani, e specie di noi che negli anni seguiamo l’anima della Patria nostra, rimane quello di resistere e di combattere fino alla vittoria!». La Relazione si apriva con queste parole: «Signor Podestà, Vi mando con un senso di rimpianto e di nostalgia, l’ultima mia relazione dell’opera svolta dalla Biblioteca dell’Archiginnasio […]. Rimpianto e nostalgia che Voi certo comprenderete se pensate ai 38 anni che amorosamente dedicai all’Istituto, e alle cure affettuose che per esso ebbi, dimentico di altro mio diverso e ulteriore avvenire»; cfr. BCABo, Archivio, O-Varie, cartella 5, Relazioni e statistiche, anni 1931-1955; alla Relazione sono allegate le acquisizioni per gli anni 1941-1942 di manoscritti e edizioni anteriori al 1540. Una bozza della Relazione, con numerose correzioni autografe di Sorbelli, è conservata nel fondo speciale Albano Sorbelli, segn. provv., b. 43, fascicolo 12/7. La Relazione è stata in seguito pubblicata su «L’Archiginnasio», C (2005), p. 1-8. Lo stato d’animo di Sorbelli era dovuto alle vicende che lo avevano costretto alle dimissioni un mese prima, il 30 aprile 1943, dopo la scoperta del furto di centinaia di libri in Archiginnasio.
Maurizio Avanzolini, L’eterno nemico. Dalla censura libraria all’applicazione delle leggi razziali: il Ventennio fascista nella Biblioteca dell’Archiginnasio in L’Archiginnasio: bullettino della biblioteca comunale di Bologna, A. 114 (2019)