Il nostro giornale si chiama “Guerriglia” perché l’incessante attacco al nemico è l’essenza della nostra vita garibaldina

Casa Alpina Pio X, prossima alla bocca di Biandino. Fonte: lavalsassina.com

Il CLNAI agisce cioè come se la liberazione fosse imminente: si tratta di organizzare il nuovo potere democratico e di affrettare il crollo del regime fascista.
Ormai c’è la certezza della imminente liberazione: pur essendo molto lenta l’avanzata alleata prevale ancora la fiducia, alimentata dai successi sugli altri fronti.
Il 18 settembre 1944 lancia il suo appello al popolo italiano per l’insurrezione; di fronte ai grandi eventi che sembrano ormai incombere, è opportuno far sentire la gravità dell’ora e richiamare ciascuno alle proprie responsabilità.
Quanto l’idea della vicina insurrezione nazionale fosse presente anche nelle brigate partigiane del lecchese, è possibile appurarlo leggendo “Guerriglia”, il giornale scritto dai patrioti della Prima Divisione Lombarda. Questo giornale è ciclostilato alla capanna Pio X di Biandino, a cura della 55^ Rosselli e il I° numero porta la data del 1° agosto 1944. Sottotitolo del foglio partigiano è “Verso l’insurrezione”. Nella prima pagina del primo numero è enunciato il suo programma e la sua ragion d’essere: <155
“Guerriglia è il giornale di noi Volontari della Libertà combattenti nelle file della I^ Divisione Garibaldina Lombarda. Abbiamo voluto il nostro giornale, abbiamo voluto che un’altra voce si aggiungesse a quella delle nostre armi. La ragione? Ecco. Noi siamo sempre in linea, non abbiamo cambio come non abbiamo retrovie. Divisi dai singoli settori, impegnati nei nostri compiti, ci incontreremo, ci parleremo su questi fogli. Noi non abbiamo licenze, non abbiamo permessi, non abbiamo la posta militare. Ebbene, da questo foglio parleremo alle nostre famiglie, ai nostri amici, noti ed ignoti, a tutto il popolo lombardo che vuole essere primo ancora nella lotta contro l’oppressore. Nella lotta contro l’oppressore nazifascista questa voce ci unirà maggiormente. Questa voce grida: TUTTI ASSIEME NELLA LOTTA. La mostruosa tirannia nazifascista deve essere sepolta al più presto…. Tutti partecipino, quando possono e come possono, alla lotta per spezzare le cruenti catene. Il nostro giornale si chiama “Guerriglia” perché l’incessante attacco al nemico è l’essenza della nostra vita garibaldina. Ma siamo certi di non essere che avanguardie del popolo lombardo,
siamo certi di aprire la strada alla INSURREZIONE”.
Nelle pagine successive sono riportati dei testi di canzoni partigiane commentati, impressioni di vita partigiana, lettere e un epitaffio per Mussolini.
Nel secondo numero prosegue l’appello a una linea di massa contro le rappresaglie, contro i proclami Kesserling, durante la preparazione dell’insurrezione e vengono riportate le azioni delle Brigate Matteotti e Rosselli del periodo.
Sul terzo numero, che porta la data del primo settembre, appaiono più chiaramente le nuove direttive: dare spazio anche alle altre brigate trasformando così il foglio in un giornale di raggruppamento e soprattutto evidenziare la vicina insurrezione.
Si legge infatti a pag. 3:
“ALLA VIGILIA DELL’INSURREZIONE”
L’INSURREZIONE POPOLARE E’ SUL PUNTO DI SCATENARSI SU TUTTA L’EUROPA ancora oppressa dal nazismo, e nella stessa Germania…….
Il popolo francese è insorto, al canto della Marsigliese, a vendicare 4 anni di dura schiavitù, 4 anni di terrore, 4 anni di massacri e rappresaglie, con le quali il sanguinario tedesco aveva fiaccato ogni possibilità di resistenza, ogni aspirazione alla libertà…..
La crudeltà nazifascista non fiacca il nostro popolo.
Popolo di Lombardia, anche per noi l’ora decisiva sta per scoccare.
Fucilazioni e sevizie, distruzioni e rappresaglie, non possono che esacerbare la nostra volontà di farla finita per sempre con l’oppressore.
Le vittime dei plotoni di esecuzione, fucilate per soddisfare la sadica rabbia dell’ex Fuhrer e dell’ex Duce, gridano:
Evviva l’Italia, evviva la Libertà.
I partigiani stanno per scendere nella pianura.
Popolo di Lombardia, il momento dell’insurrezione è ormai giunto, può essere domani stesso.”
Nello stesso numero si unisce questo invito con la necessità di una unificazione del comando. <156
“Siamo ormai nella fase decisiva della lotta. La fase della guerriglia è ormai superata. Nuovi compiti si impongono imminenti ai volontari della libertà: il grande attacco per metterci a capo dell’insurrezione nazionale e popolare, per l’occupazione della nostra pianura. Per questi nuovi compiti è necessaria una coordinazione migliore, anzi perfetta tra brigate e distaccamenti. Dobbiamo unirci tutti attraverso organi di comando operativi, in complessi divisionali o anche maggiori.”
Quello del primo settembre doveva essere il terzo e ultimo numero del giornale. Infatti, la preparazione del quarto è sconvolta dal rastrellamento.
Pur non essendo niente di eccezionale come giornale, ha però una notevole importanza, avendo dimostrato la vitalità dei patrioti: riuscire a stampare un giornale a 2000 metri significava affermare alle popolazioni della zona, alle altre formazioni e ai patrioti di altre zone che la lotta partigiana lecchese si stava consolidando.
Pur essendo la tiratura limitata, si tende infatti a farlo circolare il più possibile. Apprendiamo da una lettera di Al al Comando Raggruppamento: <157
“Oggetto: Guerriglia, secondo numero del nostro giornale.
Non ho potuto tener conto delle ultime direttive impartite, per ragioni di tempo. La linea politica rimane quella della mobilitazione di massa.
Ne è stata data particolare diffusione a Sesto per la giusta commemorazione dei martiri di Piazzale Loreto. Se ne inviano a codesto Comando 60 copie circa. La tiratura è di 500 copie.”
[NOTE]
155 “Guerriglia”, 1° agosto ’44, N° 1, pag. 1, arch. Benini.
156 Unificazione del comando operativo, “Guerriglia, 1° settembre, N° 3, pag. 4, archivio Benini.
Marisa Castagna, La Resistenza politico-militare sulla sponda orientale del Lario e nella Brianza Lecchese, Tesi di Laurea, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano, Anno Accademico 1974-1975, qui ripresa da Associazione Culturale Banlieu

  1. GUERRIGLIA
    Sottotitolo
    Luogo
    Giornale scritto dai patrioti della I divisione garibaldina lombarda; poi: Giornale scritto dai volontari della libertà della I div. gar. lomb. Lombardia.
  2. 1° agosto 1944 (n. 1); p. 4; 28×21 cm; cicl.
  3. 15 agosto 1944 (n. 2); p. 6; 28×21 cm; cicl.
  4. 1° settembre 1944 (n. 3); p. 6; 30×21 cm; cicl.
    «Guerriglia», foglio della divisione d’assalto Garibaldi Val Camonica, I divisione Lombardia, costituita presumibilmente nel luglio 1944, vuole essere uno strumento di dialogo fra i partigiani e la popolazione: “Divisi nei singoli settori, impegnati nei nostri compiti, ci incontreremo, ci parleremo su questi fogli, […] parleremo alle nostre famiglie, ai nostri amici, noti e ignoti, a tutto il popolo lombardo che vuole essere primo ancora nella lotta contro l’oppressore” (1° agosto 1944).
    Articolato in brevi appelli, il giornale fornisce ai civili indicazioni per appoggiare la lotta partigiana: invita a non trasmettere informazioni sull’attività dei ribelli, a combattere la propaganda tedesca, a offrire mezzi e rifugio ai combattenti; dà istruzioni a coloro che vogliono arruolarsi nelle formazioni partigiane.
    In più punti si rivolge ai militari tedeschi, facendo presente che si usi verso la popolazione germanica lo stesso trattamento subito dagli italiani durante la ritirata di Kesselring, e pubblicando le “dichiarazioni” di un soldato tedesco che invita i commilitoni alla diserzione (Parla un soldato del Wermacht [sic], 15 agosto 1944). Il secondo e il terzo numero si aprono con un bollettino contenente notizie riguardanti l’attività delle formazioni garibaldine Matteotti e Rosselli in Valtellina.
    (a cura) dell’Istituto lombardo per la storia del movimento di liberazione in Italia, Bibliografia dei giornali lombardi della Resistenza 25 luglio 1943 – 25 aprile 1945, Regione Lombardia, 1989
Casa Alpina Pio X. Fonte: lavalsassina.com

La costituzione della 1a e 2a Divisione Garibaldi e l’unificazione delle due nel Comando Raggruppamento Divisioni Garibaldi della Lombardia (alla data già ricordata del 1° settembre, è il più evidente riflesso della linea d’azione del CLNAI nel lecchese e nella Valtellina – Valchiavenna – lago di Como.
Come si era già notato, questa organizzazione nasceva in una forma leggermente “forzata”, in quanto non tutte le formazioni e Brigate operanti nella zona rispondevano ai precisi requisiti richiesti per la loro trasformazione in unità superiori. D’altra parte l’esigenza primaria di centralizzare tatticamente tutte le forze partigiane era troppo rilevante nel momento in cui si riteneva prossima l’ora decisiva del conflitto, e cioè quello scontro finale che avrebbe dovuto cacciare i tedeschi e stroncare definitivamente il fascismo.
Quanto l’idea della vicina insurrezione nazionale fosse diventata operante anche all’interno delle brigate partigiane, lo possiamo ricavare da molte testimonianze di vario genere.
Nella relazione ”Mauri”, n° 21 <253 si ha una copia del giornale scritto dai patrioti della 1a Divisione Garibaldina “Lombardia”, “Guerriglia”. Questo giornale, ciclostilato alla Capanna Pio X di Biandino, a cura della 55a Rosselli, nel 1° numero portava nel sottotitolo l’intestazione da noi qui sopra citata, alla data del 1 Agosto 1944, per la ragione (da noi precedentemente spiegata) che nei primi giorni di agosto si era già ritenuto di formare una Divisione con le sole 55a e 40a Brigata, e che solo qualche giorno dopo, su ordine del Comando Regionale, si era invece passati alla fase transitoria (del mese di agosto) alla costituzione di un Comando Raggruppamento 40a e 55a preparatorio alla svolta organizzativa di settembre. Nonostante perciò questa indicazione i primi numeri di “Guerriglia” sono espressione in particolare della 55a ‘Rosselli’.
Cosi è motivata, nella prima pagina del prima numero, la ragion d’essere del foglio patriottico:
“Guerriglia è il giornale di noi “Volontari della Libertà” combattenti nelle file della 1a Divisione Garibaldina Lombarda. Abbiamo voluto un nostro giornale, abbiamo voluto che un’altra voce si aggiungesse a quelle delle nostre armi. La ragione? Ecco. Noi siamo sempre in linea, non abbiamo cambio come non abbiamo retrovie. Divisi nei singoli settori, impegnati nei nostri compiti, ci incontreremo e ci parleremo su questi fogli. Noi non abbiamo licenze, siamo certi di aprire la strada all’insurrezione.”
Nelle pagine successive sono riportati testi di canzoni partigiane commentati, come ‘Fischia il vento’ e rubriche come ‘Impressioni di vita partigiana’, ‘Epitaffio per Mussolini’, ‘Posta partigiana’.
L’importante soprattutto era la dimostrazione di vitalità e organizzazione dei patrioti: riuscire a stampare un giornale partigiano a 2000 metri e farlo circolare sia pure in un numero limitatissimo di copie, significava proclamare alle popolazioni della zona, alle altre formazioni, agli operai di Sesto e Milano, che la lotta partigiana si consolidava sempre più.
Nella lettera del Comandante la 55a Rosselli al Comando Raggruppamento Brigate, del 13 Agosto, alla voce ‘stampa’ si diceva:
“Ho inviato le copie del 1° numero del giornale. Spero sia approvata l’impostazione. Attendo direttive e materiale. Provvedere all’invio’ di un’altra e più adeguata quantità di copie a giorni”. <254
Dell’uscita del 2° numero “Al” dava notizie al Comando Raggruppamento il 25 agosto scrivendo: <255
“Oggetto: Guerriglia, 2° numero del ns. giornale. Non ha potuto tener conto delle ultime direttive impartite, per ragioni di tempo. La linea politica rimane quella della mobilitazione di massa. Ne è stata data particolare diffusione a Sesto per la giusta commemorazione dei martiri di Piazzale Loreto. Se ne inviano a codesto Comando 60 copie circa. La tiratura è di 500 copie”
Quali erano le ultime direttive impartite? come linea politica? Nel secondo numero infatti prosegue, come nel primo, l’appello a una linea di massa: tutti uniti, contro le rappresaglie, contro i proclami Kesselring, come si diceva nella lettera del partigiano Pino, del 3° Distaccamento Brigata Rosselli, a sua madre:
“[…] Ieri ci è stata letta la risposta del CLN all’infame proclama del criminale di guerra Kesselring che minaccia rappresaglie contro le famiglie per le azioni dei patrioti. La risposta è giusta: questa rappresaglia è inammissibile e non potrà essere massa in atto. Il governo italiano prenderebbe subito misure di ritorsione. Nella stampa clandestina abbiamo appreso vari casi in cui una sola dimostrazione femminile è valsa a far retrocedere il tedesco dal massacro dei patrioti, e a fargli abbandonare la preda umana da portare, in Germania. Entra anche tu, mamma, nei gruppi delle Volontarie della Libertà; bisogna che tutti siano uniti e allora saremo forti. Nessuna di voi potrà essere colpita se mille altre si opporranno […]”.
Invece dal terzo numero appunto, le nuove direttive uniformandosi alle nuove direttive, si dà spazio anche alle altre brigate perché “Guerriglia” diventa il giornale del Raggruppamento [il terzo numero porta la data del 1° settembre], si insiste nella parola d’ordine dell’insurrezione. A pag. 3 si poteva leggere:
ALLA VIGILIA DELL’INSURREZIONE
L’insurrezione popolare è sul punto di scatenarsi in tutta l’Europa ancora oppressa dal nazismo e nella stesa Germania.
La miccia del formidabile potenziale esplosivo che mina il barcollante piedestallo del sanguinario despota Hitler, è già accesa.
Non c’è più nulla da fare per il nazismo e i suoi accoliti!
Il popolo francese è insorto, al canto della Marsigliese, a vendicare quattro anni di dura schiavitù, quattro anni di terrore, quattro anni di massacri e rappresaglie, con le quali il sanguinario tedesco credeva di aver fiaccato ogni possibilità di resistenza, ogni aspirazione di libertà.
Il nemico è travolto in ogni regione.
A Parigi sventola il tricolore.
Il popolo francese si è conquistato la libertà.
La crudeltà nazifascista non fiacca il nostro popolo.
Popolo di Lombardia anche per noi l’ora decisiva sta per scoccare.
Fucilazioni e sevizie, distruzioni e rappresaglie non possono che esacerbare la nostra volontà di farla finita per sempre con l’oppressore. Le vittime dei plotoni di esecuzione, fucilate per soddisfare la sadica rabbia dell’ex Fuhrer e dell’ex Duce gridano:
‘W l’Italia, W la Libertà’.
I partigiani stanno per scendere nella pianura.
Popolo di Lombardia, il momento dell’insurrezione è ormai giunto, può essere domani stesso.

E nello stesso numero <256 si collegava questo discorso con la decisione dell’unificazione […]
[NOTE]
253 Cfr. Documento Morandi n° 27: allegato
254 Cfr. Documenti Guzzi: cart. 1, fasc. 6, comunicazione di Al al Comando
255 Cfr. Documenti Guzzi:
256 Cfr. pag. 4 Unificazione del Comando operativo sempre in Doc. mauri, n°210.
(da una ricerca coordinata dal prof. Franco Catalano negli anni 1960-1970 – elaborazione di Gabriele Fontana e Eugenio Pirovano), La Resistenza nel Lecchese e nella Valtellina, Associazione Culturale Banlieu