Falangiste spagnole in visita nell’Italia fascista

2. La Sección Femenina: primi passi nell’arena politica
Nel ricostruire la fase iniziale della traiettoria del movimento femminile del partito vogliamo affidarci, in prima battuta, alla testimonianza della principale protagonista di quei giorni, Pilar Primo de Rivera, la quale, nel clima difficile ed esaltante dei primi anni Trenta, percepì l’importanza della realizzazione del progetto politico falangista e volle farla sua.
Nell’autobiografia, infatti, la Delegata Nazionale rammenta distintamente, come momento di svolta decisivo per le sorti della propria vita e della futura organizzazione femminile, la mattina del 29 ottobre del 1933, quando suo fratello José Antonio pronunciò il famoso discorso al teatro La Comedia di Madrid.
Quest’atto, che com’è noto segnò l’avvio dell’esperienza falangista, esaltò profondamente gli animi delle persone raccoltesi per ascoltare gli oratori convenuti, tanto da rappresentare il turning point di molte scelte operate dai futuri protagonisti politici dell’epoca <30.
Com’è stato menzionato in più occasioni, all’atto fondante del gruppo presenziarono solo cinque donne, tutte in qualche modo legate alla famiglia Primo de Rivera: Pilar e sua sorella Carmen, le loro cugine Inés e Dolores ed un’amica di queste ultime, Luisa María de Aramburu.
L’impressione che il discorso di José Antonio esercitò sulle giovani presenti fu di tale impatto che, quando il 2 novembre successivo venne ufficialmente fondata Falange Española, le cinque accorsero ad iscriversi, sperando di poter così contribuire attivamente alle iniziative del partito. La loro richiesta venne però rifiutata dai rappresentati del nuovo gruppo, tutti ovviamente di sesso maschile, i quali dapprincipio esclusero fermamente che le donne potessero partecipare alle iniziative promosse dalla Falange. Il loro diniego, almeno formalmente, fu motivato dalla volontà di evitare alle giovani d’esporsi facilmente ai rischi causati dagli scontri violenti con gli oppositori politici, principale attività promossa dai sostenitori falangisti in questa prima fase, che avrebbero potuto coinvolgerle in situazioni pericolose per la loro integrità fisica.
Questo aspetto è quanto mai in linea con i tratti costitutivi della prima Falange, fortemente contrassegnata da connotati rivoluzionari e sostenuta da gruppi di giovani violenti che, ostentando atteggiamenti virili e provocatori, ingaggiavano brutali scontri contro i sostenitori della Seconda Repubblica.
La partecipazione attiva femminile all’interno di questi primi gruppi falangisti, inoltre, non era gradita proprio a ragione del modello machista e patriarcale in seno al quale si muoveva il partito che, se da una parte “proteggeva” le proprie donne, non permettendo loro di impegnarsi in attività rischiose e violente, dall’altra non perdeva occasione per sancire la propria superiorità di genere giustificando ogni discriminazione perpetrata dalla società ai danni delle stesse.
Come si ricorda anche nel libro di Luis Suárez Fernández <31, la richiesta d’inclusione nelle fila del partito falangista da parte di queste prime sostenitrici femminili venne subito dirottata verso la compagine del S.E.U
[…] Il desiderio di promuovere in Spagna la conoscenza del sistema organizzativo fascista venne quindi promosso anche da Ciano, il quale, in un documento del dicembre 1938 a Starace appoggiava la richiesta di Sancho Dávila, il quale desiderava che fosse indirizzato «al Partito Nazionale Fascista il suo invito affinché quattro Gerarchi delle nostre Organizzazioni Giovanili visitino la Spagna Nazionale. Il Signor Dávila ha aggiunto che le similari organizzazioni spagnole, le quali tante prove di sincero affetto hanno ricevuto dalla Gioventù Fascista, sarebbero felicissime di ricevere i detti Gerarchi come ospiti di onore affinché possano conoscere il notevole lavoro che nella formazione
della gioventù la Spagna Nazionale ha finora compiuto <191».
Ciano considerava che, «poiché la visita in questione non potrà che contribuire ad un sempre maggiore affiatamento fra le Organizzazioni dei Paesi, raccomando caldamente a Vostra Eccellenza l’accoglimento dell’invito e gradirei conoscere, appena possibile, la data in cui potrà essere effettuato il viaggio”. Il Duce, cui ho sottoposto la comunicazione sopra trascritta, ha disposto che l’invito venga accolto. Ti sarò pertanto grato se vorrai farmi conoscere appena possibile le tue disposizioni in merito, per le comunicazioni da farsi al R. Ambasciatore a S. Sebastiano <192».
Se da un lato, come ricorda Heiberg, «sin suda alguna, durante la primera fase de la segunda guerra mundial, Italia fue el país que más influencia tuvo sobre España <193», gli effetti di questa vicinanza ideologica non furono così eccezionali come i promotori di questa politica vollero pensare in un primo momento.
Nonostante il periodo che va dalla fine del conflitto civile ai primi anni Quaranta rappresenti il momento in cui si moltiplicarono i progetti italiani in Spagna <194, in seguito largamente accantonati, il rimodellamento delle strutture spagnole in chiave fascista non parve ottenere in maniera completa i risultati sperati.
Le motivazioni principali di questo parziale insuccesso, erano da attribuirsi sia alla scarsa preparazione della Falange che alle successive mosse politiche di Franco che non poterono però celare i veri intenti di Mussolini, sicuramente interessato a “colonizzare” ideologicamente il nuovo governo golpista <195.
Il lavoro svolto in Spagna dall’Italia fascista quindi può complessivamente essere recepito come una via di sistematica penetrazione culturale, piuttosto che un’opera squisitamente politica ed istituzionale, aspetto che ci permette di considerare come ancora più rilevanti i rapporti intercorsi tra le rappresentanze, femminili e maschili, dei reciproci partiti unici nel corso di quegli anni.
Come abbiamo avuto modo di constatare quindi, se da un lato l’Italia guardava alla Spagna come ad un Paese verso il quale dirigere la propria campagna d’affiliazione ideologica, organizzativa e propagandistica <196, dall’altro era la stessa destra radicale spagnola a guardare al fascismo come modello essenziale di riferimento politico.
È proprio in questa chiave che va considerato il nostro specifico contributo alla questione e che riguarda, in particolare, le attività promosse dalla Sección Femenina della Falange per garantire una circolazione anche in Spagna dei riferimenti culturali fascisti.
8. A scuola di fascismo: gli scambi culturali della Sf con l’Italia e la Germania
Nel caso della Sf, i rapporti con i regimi totalitari si concretizzarono principalmente attraverso la realizzazione di viaggi di studio e scambi di natura conoscitiva, effettuati a partire dal 1937 e sino sicuramente alla fine del 1942, data in cui Pilar ed il suo gruppo presenziarono all’incontro a Vienna delle “Gioventù Europee” <197.
Secondo quanto verificato, le donne che presero parte a queste spedizioni erano spesso dirigenti della Sección Femenina, le quali giungevano in Italia ed in Germania con il chiaro obiettivo di apprendere quanto più possibile riguardo al funzionamento organizzativo del partito e delle sue strutture interne.
Dai documenti che siamo stati in grado di reperire durante la fase di ricerca, possiamo comprovare la progettazione di diversi viaggi di giovani falangiste in Italia e Germania: due spostamenti ebbero luogo tra l’estate e l’inizio dell’autunno del 1937 ed una testimonianza di Carmen Werner <198 riferisce di un suo soggiorno insieme ad altre sue camerate, sempre nel 1937, a «Darmstadt, en un pueblecito que se llamaba Heiligenberg, a una residencia o escuela hogar llamada Scholss <199».
Alle testimonianze di queste spedizioni si aggiungono inoltre alcune carte che riportano gli spostamenti di Pilar a Roma e Berlino e dei documenti che riferiscono della presenza della Delegata nazionale al “Congreso Internacional de Secciones femeninas celebrado en Alemania <200”.
Oltre a questi viaggi delle donne della Sf, abbiamo avuto la possibilità di constatare la promozione di altri tipi di scambi culturali tra il nostro Paese e la Spagna come, ad esempio: la spedizione in Italia di 200 insegnanti spagnoli, chiamati ad apprendere il modello organizzativo e formativo della Scuola fascista, o la partecipazione della Falange al campionato Giovanile del 1942 organizzato dalla G.I.L <201, o ancora, la realizzazione di alcuni soggiorni estivi in Spagna di un gruppo di giovani falangisti residenti in Italia <202.
Gli scambi effettuati a questo riguardo palesano un grande interesse da parte soprattutto delle organizzazioni giovanili di questi due Paesi ad approfondire la possibilità di conoscere e far conoscere da vicino il funzionamento delle rispettive strutture <203.
Non potendo in questa sede addentrarci nella descrizione di ogni singolo incontro, preferiamo riferire della questione inerente alla Sf, avvalendoci della documentazione rinvenuta e che riporta la testimonianza dei viaggi con l’Italia e la Germania che questa delegazione intraprese già durante la guerra civile.
Per quanto riguarda le falangiste, il 1937 segnò l’inizio delle relazioni interculturali con l’Italia e, a testimonianza di ciò, riportiamo una circolare della Delegazione nazionale della Sf, del luglio di quello stesso anno. In questo documento s’invitavano le Delegate delle province distintesi per aver saputo organizzare al meglio il dipartimento delle Flechas, a scegliere delle giovani camerate da mandare in Italia in visita di rappresentanza. Le ragazze avrebbero fatto parte di «una expedición de Flechas femeninas en número de 150 para pasar en dicho país un mes o mes y medio». Secondo le indicazioni date, le delegate avrebbero dovuto scegliere le giovani tenendo conto delle seguenti disposizioni:
«1. Escoger Flechas en número de 21 y cuatro margaritas.
2. Estas niñas tendrán de 10 a 18 años.
3. Deberán ser hijas de fusilados por los rojos o hijas de muertos en campaña, o hijas de combatientes <204».
Il gruppo sarebbe stato guidato da una camerata Ispettrice, la quale avrebbe dovuto riunire «las condiciones necesarias para cumplir como es debido con su misión», soprattutto considerando che avrebbe svolto il sua mandato «en un país extranjero a donde ellas van representando nuestra Falange».
Prima della partenza le giovani sarebbero state sottoposte ad un controllo medico ed il loro equipaggiamento non avrebbe dovuto superare i venti chili. Nel bagaglio, «a más de la ropa interior, calcetines, peines, etc, necesarios para un viaje de un més», doveva esserci l’uniforme, composta da: «falda negra, blusa azul, zapato negro, y otros blancos, de lona. Tres babis blancos con el yugo y las flechas, guantes blancos, un sombrero de pique blanco».
[…] La circolare sopraccitata evidenzia il forte interessamento della Delegazione nazionale della Sf a porre le basi per un proficuo rapporto di scambio politico-culturale con l’Italia fascista. È particolarmente rilevante infatti, che in piena guerra civile, di fronte alle mille difficoltà di natura materiale, politica e sociale vissute in Spagna, si avvertisse l’esigenza di rinsaldare i rapporti del gruppo falangista con l’Italia fascista, organizzando un viaggio di tale portata.
Il fatto che la maggior parte delle spese della spedizione spagnola fosse a carico del nostro Paese sottolinea, al tempo stesso, come anche per governo mussoliniano, la venuta delle rappresentati falangiste rivestisse un significato prestigioso o quanto meno utile alle relazioni pubbliche e di potere nell’Europa di quegli anni. L’essere alleati di Franco poteva infatti significare riuscire ad influire in maniera più diretta nelle scelte della sua politica interna – cosa che come sappiamo non si verificò, almeno non com’era nelle aspettative italiane – ma, anche il riconoscere alla Falange un ruolo di ambasciatrice del fascismo in Spagna in quanto, invitandola a visitare il proprio Paese, poteva svolgere un’importante funzione politica e propagandistica.
Nell’ottobre di quello stesso anno, un altro invito alle Delegate provinciali da parte della Nazionale giunse a suffragare ulteriormente l’interessamento reciproco di Italia e Spagna nell’organizzare una nuovo viaggio di studio: «Por invitación del Partido Nacional Fascista, se ha organizado un viaje de estudios a Italia que durará tres semanas. Dinos urgentemente si en esa provincia hay alguna camarada que sepa italiano o que por sus meritos pueda ir en este grupo <206».
La partecipazione diretta della nostra nazione nel promuovere e supportare questo tipo di scambi fu considerato una grande possibilità anche da parte della Sf che, come dimostra un altro documento del 1938, aveva tutto l’interesse a far fruttare al meglio ogni esperienza d’incontro con le organizzazioni omologhe d’Italia e Germania.
Come viene esplicitato in questo scritto: «Durante el año 1938 se han efectudo varios viajes a los paises amigos con el fin de estudiar la organización allí esistente. Las camaradase elegidas por la delegada Nacional de la SF para tomar parte en las expediciones de estudio reciben un guión en el que se les expecifican las materias que deben estudiar, a su vuelta deben presentar un informe detallado de cuanto han visto dando cuenta de lo que a su juicio podría servir de guía o norma para la organización de lasa Secciones Femeninas de España. Consta en el expediente de cada camarada la prontitud y aprovechamiento demostrado en el informe que presenta. Asimismo se toma nota de su comportamiento y disciplina demostrado durante el transcurso viaje <207».
A questi incontri a volte partecipava direttamente anche Pilar Primo de Rivera, che, come si ricordava: «el pasado mes de Noviembre nuestra Delegada Nacional efectuó un viaje a la nación amiga siedo acompañada por la camarada Carmen de Icaza y por la Regidora Central de Organizaciones Juveniles <208».
Questo viaggio ebbe modo di palesare come «las muestras de afecto y simpatía del pueblo italiano» dimostrassero apertamente ed «en todo momento, la hermandad que existe entre ambos paises».
Nel ricostruire le tappe di quel viaggio, riferiva di come: «la Delegada Nacional fué recibida por el Duce quien le dispensó una cordial entrevista recordando las cariñosas frases a José Antonio y dedicando calurosos elogios al Generalísimo».
In quell’occasione il duce le consegnò una sua foto firmata, che Pilar probabilmente perse, possibilità confermata dalla successiva richiesta della Delegata nazionale a Mussolini di una sua nuova immagine dedicata e rinvenuta presso l’A.C.S. <209.
Secondo le testimonianze, dall’Italia la responsabile della Sf «volvió emocionada por la cordialísima acogida que había tenido» e pronta ad organizzare, per il successivo mese di aprile, un incontro con «la Jefe Nacional de la Sección Femenina de Alemania y varias Inspectoras Nacionales del Partido Nacional Fascista de Italia para de este modo corresponder a las demostraciones de afecto recibidas por nuestra Delegada Nacional en Italia como en Alemania <210».
[…] Se l’Italia aveva dimostrato interesse a coinvolgere la Spagna nella conoscenza delle attività promosse dal partito fascista, altrettanto manifestò la Germania che, a sua volta, offrì ospitalità a una delegazione di 11 camerate della Sf le quali, per volontà di Pilar, una volta rientrate in Spagna, avrebbero dovuto «prestar servicio en Organizaciones Juveniles <213».
L’invito era giunto dalla «Jefatura Nacional de las Juventudes Hitlerianas» e permise alle giovani falangiste di fermarsi in Germania per due mesi e di assistere, come testimonierà in seguito la stessa Carmen Werner, «al Congreso Nacional Socialista en Nurembreg <214».
[NOTE]
30 Nel nostro caso ci interessa sottolineare principalmente la reazione di Pilar Primo de Rivera: «En el mismo momento en que habló José Antonio yo quedé decidida a entregarme a la Falange con todas mis fuerzas, y también a mis dos primas, Inés y Lola, a las que, por esta causa, les tocó vivir difíciles vicisitudes», Pilar Primo de Rivera, Recuerdos de una vida, Madrid, Ediciones Dyrsa, 1983, p. 60. La testimonianza riportata dalla Delegata Nazionale della Sf, lascia in ogni caso al lettore il dubbio inerente alla sostanzialità di quest’affermazione, in quanto non si potrà mai verificare se l’esaltazione a cui si fa riferimento fosse reale o facesse piuttosto parte del mito costruito posteriormente attorno alla figura di José Antonio.
31 Luis Suárez Fernández, Crónica de la Sección femenina y su tiempo, Madrid, Asociación Nueva Andadura, 1993, p. 18; questo testo, nonostante figuri redatto a nome dell’autore, è stato principalmente il frutto del lavoro svolto dalle donne dell’Associazione Nueva Andadura, gruppo formatosi all’indomani dello scioglimento della Sf nel 1977 e composto da un nutrito numero di ex affiliate e mandos del partito.
191 Roma, 29 dicembre 1938, M.A.E. (Italia), Serie Affari politci 1931-1945, SPAGNA, busta 58 (1939).
192 Ibidem.
193 Morten Heiberg, Emperadores…, cit., p. 165.
194 Si veda M.A.E. (España), Serie Italia, Título Expedientes abiertos 1936 1938, Legajo R 1061 Expediente 77-96. In quegli anni crebbe il numero delle sedi consolari e delle scuole italiane in Spagna; nel 1942 inoltre venne inaugurato alla presenza di Luigi Federzoni l’Istituto Italiano di Cultura, al quale seguì il Liceo italiano di Madrid.
195 I primi risultati a livello istituzionale si raggiunsero con la promulgazione nel 1938, in Spagna, del Fuero de Trabajo, com’è noto, largamente ispirato alla Carta del Lavoro fascista.
196 A questo proposito si consideri l’ingente quantità di fonti presenti nel ACS di Roma, dove sono contenute le buste riferite al materiale propagandistico organizzato dal Minculpop e riguardanti la Spagna: A.C.S., Direzione Generale Propaganda, Minculpop, Nu.p.i.e., b. 19; A.C.S., Minculpop, Direzione Generale Propaganda, Nu.p.i.e. b. 22; A.C.S. Minculpop, Direzione Generale Propaganda, Nu.p.i.e. Busta b. 35; A.C.S. b. 213; A.C.S., Minculpop, Dir. Gen. Propaganda, Spagna, b. 202; A.C.S., Minculpop, Direzione Generale Propaganda, b. 203; A.C.S., Minculpop, Direzione Generale della Propaganda b. 204; A.C.S., Minculpop, b. 205; A.C.S., Minculpop, Dir. Gen. Servizi Propaganda Spagna, b. 206; A.C.S., Minculpop, Direzione Generale Propaganda, b. 207; A.C.S., Minculpop, Direzione Generale della Propaganda, Spagna, b. 208; A.C.S., Minculpop, Direzione Generale Propaganda, Spagna, b. 211; A.C.S., Minculpop, Direzione Generale Propaganda, Spagna, b. 212; A.C.S., Minculpop, direzione Generale Propaganda, b. 213. Un quadro generale di riferimento in: Massimiliano Guderzo, Madrid e l’arte della diplomazia. L’incognita spagnola nella seconda guerra mondiale, Firenze, Il Maestrale, 1995.
197 Si vedano i documenti contenuti in A.G.A., Presidencia 17.02 Caja 51/19093. Riguardo all’importanza di questo viaggio si ricorda come fu proprio questa l’occasione in cui, contro ogni recupero del paganesimo ariano voluto dalla Germania, la Falange si dichiarò fortemente legata all’eredità cristiana ed ai principi del cattolicesimo.
198 Carmen Werner Bolín, malagueña, è una delle fondatrici della SF prima della guerra. Molto amica di José Antonio è destinataria di una delle ultime lettere scritte prima di morire. Nel 1938 fu nominata Regidora Central de juventudes della Sf. Nel 1941 si sposò ed abbandonò i suoi incarichi politici ai quali però ritornò nel 1960 assumendo la posizione di Regidora central de Divulgación y Asistencia Sanitario-Social della Sf a Madrid. Al tempo stesso ricoprì i ruoli di Consigliere provinciale del Movimento e di deputata provinciale di Malaga. Per la Sf scrisse un fondamentale manuale di convivenza sociale, Formación familiar y socialoltre l’importante opera Pequeñas reglas de convivencia social o tratado de educación para las alumnas de la escuela de mandos de la Sección Femenina. Nel 1977 a seguito dello scioglimento del partito ritornò alla vita privata, iscrivendosi all’Associazione Nueva Andadaura.
199 Memoria, 16-03-1987, Servicio exterior años 1938-1941, A.N.A., Serie Azul, Carpeta 24 bis.
200 Conferencia de Pilar Primo de Rivera en el Congreso Internacional de Seciones femeninas celebrado en Alemania, A.N.A., Serie Azul, Carpeta 24.
201 Circular, Madrid, 10 agosto 1942, A.G.A., Presidencia 17.02 Caja 51/19093.
202 A questo proposito si vedano anche i contributi di Gennaro Carotenuto riguardo ai campeggi estivi in Spagna nel 1939 in: Italia e Spagna tra dittatura e democrazia (1939-1953), Tesi di dottorato, Universitat de València Facultat de Geografía e historia (senza data); Franco e Mussolini…, cit. pp. 79-81.
203 Si veda anche l’Informe de le expedición de 200 cadetes españoles que representaron a la juventud española en el desfile de la G.I.L. ante el Duce celebrado en Padua el día 10 de Octubre de 1940, M.A.E. Serie: Italia, Legajo: R 1188, Expediente: 25; ma soprattutto l’approvazione degli scambi tra giovani delle G.I.L. e del Frente de Juventudes che si concretizzarono nella approvazione di acuerdos particulares tra le due delegazioni, nei quali si stabiliva che: «la Jefatura General de la G.I.L. invita a la Delegación Nacional del Frente de Juventudes a enviar tres afiliados y tres afiliadas (provistos de títutos de estudio de Escuela Media, Superior, Bachiller) respectivamente a la Academia de Roma y de Orvieto, in El subjefe del Estado Mayor de la Juventud italiana del Littorio camarada Luigi Gatti, en nombre de la jerarquía superio de la referida Juventud del Littorio propone al Frente de Juventudes el siguente programa de
colaboración, A.G.A., Presidencia, Caja 51/18959.
204 Circular n. 22, 3 julio de 1937, A.N.A., Serie Azul, Carpeta 37.
206 Circular n. 67, Salamanca 2 Octubre de 1937, A.N.A., Serie Azul, Carpeta 37.
207 Viajes de estudio a los paises amigos organizados por el Servicio Exterior de la Sección Femenina de F.E.T. y de las J.O.N.S., 1938, A.N.A., Serie Azul, Carpeta 24.
208 Ibidem.
209 Segreteria particolare del duce, Carteggio ordinario 1922-1943, (senza data) A.C.S,
210 Viajes de estudio…, cit.
213 Viajes de estudio…, cit.
214 Si veda capitolo V.
Eleonora Zuliani, Las Azules. Le donne spagnole negli anni del primo Franchismo: l’organizzazione, le dirigenti, la formazione dei “Quadri”, Tesi di dottorato, , Alma Mater Studiorum Università di Bologna, 2007