Si scriveva del telelavoro, solo qualche anno fa…

 

Sono numerose le fonti bibliografiche che attestano l’evoluzione del telelavoro negli ultimi vent’anni. Più rare ed incerte sono quelle che forniscono informazioni utili sui primi passi di questo fenomeno.
Più di cento anni fa Jules Verne descrisse la collaborazione tra un editore di quotidiani di Universal-City ed i suoi giornalisti sparsi per il mondo nell’anno 2890. Essi comunicavano attraverso un apparecchio chiamato “specchio telefonico” (miroir téléphotique) e potevano scambiarsi informazioni scritte. <1
Verne sbagliò solo i tempi, anziché mille anni ne furono sufficienti meno di cento.
Tuttavia a metà del secolo scorso il telelavoro venne concepito solo come semplice utopia.
La prevista, futura, disponibilità di grandi computer, di terminali e di reti di collegamento condusse alcuni futurologi americani (in particolare Martin, Norman e Webber) ad ipotizzare un futuro in cui fosse possibile lavorare da casa, in cui le megaindustrie avrebbero potuto coesistere con le più antiche industrie casalinghe, nelle quali il computer avrebbe preso il posto del telaio. <2
Il concetto, ma non ancora il vocabolo, prese forma già nei primi anni ’50 del XX secolo negli Stati Uniti, grazie agli studi di Norbert Wiener (1894-1964) sulla cibernetica.
Egli ipotizzò il caso di un architetto europeo che svolgesse la supervisione della costruzione di un immobile situato negli Stati Uniti senza dovervisi recare, grazie a dei mezzi di trasmissione dei dati e delle informazioni. <3
Benché si trattasse di considerazioni scientifiche ragionate, il loro impatto non fu molto diverso da quello provocato dalle visioni fantascientifiche di Verne.
Le prime esperienze conosciute di telelavoro datano 1962, quando in Inghilterra alcune multinazionali cominciarono a delocalizzare a domicilio il lavoro dei loro programmatori, mentre fu nel 1969 che vide la luce il precursore di Internet, la rete ARPANET (Advanced Research Projects Agency Network). <4
Solo a partire dagli anni ’70 il telelavoro venne però concretamente concepito, soprattutto grazie allo sviluppo tecnologico ed alla necessità di imporre una riduzione dei consumi energetici a seguito della ben nota crisi petrolifera.
Nel 1970 la AT&T, uno dei maggiori operatori telefonici americani, formulò e diffuse la previsione che nel 1990 la maggior parte dei cittadini statunitensi avrebbe lavorato a domicilio grazie all’evoluzione delle tecnologie della telecomunicazione, cominciando così a creare un clima di attesa nei confronti del telelavoro che oggi sappiamo essere stato eccessivo.
[NOTE]
1 Cfr. VERNE, La journée d’un journaliste américain en 2890, Journal d’Amiens, 1891.
2 Vedasi in: www.geocities.com/ResearchTriangle/Lab/7290/index.html l’interessante rassegna del G.S.T. (Gruppo di Studio sul Telelavoro).
3 Cfr. in: http://www.teletravailenfrance.com/, sito sviluppato da Alcatel France per diffondere la cultura del telelavoro in Francia.
4 HAUBEN, History of ARPANET – behind the Net, in: http://www.dei.isep.ipp.pt/docs/arpa.html
Enrico Ferrero, Aspetti giuridici del telelavoro, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Genova, Anno accademico 2006/2007

<Accordo interconfederale 09-06-2004 recepimento dell’Accordo-quadro europeo sul telelavoro concluso il 16 luglio 2002 tra UNICE/UEAPME, CEEPe CES
Verbale di stipula
Addì 9 giugno 2004
Tra CONFINDUSTRIA, CONFARTIGIANATO, CONFESERCENTI, CNA, CONFAPI, CONFSERVIZI, ABI, AGCI, ANIA, APLA, CASARTIGIANI, CIA, CLAAI, COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA, CONFCOOPERATIVE, CONFCOMMERCIO, CONFINTERIM, LEGACOOP, UNCI
e
CGIL, CISL, UIL
[Testo dell’accordo]
– visto l’accordo-quadro europeo sul telelavoro stipulato a Bruxelles il 16 luglio 2002 tra UNICE/UEAPME, CEEP e CES e realizzato su base volontaria a seguito dell’invito rivolto alle parti sociali dalla Commissione delle Comunità europee – nell’ambito della seconda fase della consultazione relativa alla modernizzazione ed al miglioramento dei rapporti di lavoro – ad avviare negoziati in tema di telelavoro;
– vista la dichiarazione attraverso la quale le parti stipulanti l’accordo-quadro europeo sul telelavoro hanno annunciato che all’attuazione di tale accordo negli Stati Membri, negli Stati appartenenti allo Spazio Economico Europeo nonché nei Paesi candidati, provvederanno le organizzazioni aderenti alle parti firmatarie conformemente alle prassi e alle procedure nazionali proprie delle parti sociali;
– considerato che le parti in epigrafe ritengono che il telelavoro costituisce per le imprese una modalità di svolgimento della prestazione che consente di modernizzare l’organizzazione del lavoro e per i lavoratori una modalità di svolgimento della prestazione che permette di conciliare l’attività lavorativa con la vita sociale offrendo loro maggiore autonomia nell’assolvimento dei compiti loro affidati;
– considerato che se si intende utilizzare al meglio le possibilità insite nella società dell’informazione, si deve incoraggiare tale nuova forma di organizzazione del lavoro in modo tale da coniugare flessibilità e sicurezza, migliorando la qualità del lavoro ed offrendo anche alle persone disabili più ampie opportunità sul mercato del lavoro;
– considerato che l’accordo europeo mira a stabilire un quadro generale a livello europeo;
le parti in epigrafe riconoscono che […] >