Durante il mandato Kennedy, altre iniziative furono portate a termine dal Sifar in stretta collaborazione con la Cia

Le elezioni del 28 aprile 1963 produssero risultati deludenti per Washington <680. La Dc e il Psi subirono un lieve arretramento <681. Se ne deduceva, in sostanza, che l’elettorato più moderato della Dc disapprovava la politica di centro-sinistra. La tendenza statunitense ad approvare una politica di apertura a sinistra non veniva confermata dall’elettorato italiano. Allo stesso tempo il Pci avanzava dal 22,7% dei voti del 1958 al 25,3% <682. La sconfitta delle forze socialiste dimostrava che lo strumento del centro-sinistra non era più adatto a sconfiggere la minaccia comunista, ma anzi ne aveva paradossalmente rafforzato le fila683. Allo stesso tempo, le elezioni avevano reso imprescindibile il dialogo tra Dc e Psi per la stabilità del paese <684. Alle elezioni del 1963 fece seguito la costituzione di un monocolore guidato da Giovanni Leone e basato sull’astensione del Psi. Il nuovo gabinetto, detto anche “governo ponte”, avrebbe dovuto garantire l’ordinaria amministrazione fino al raggiungimento di un accordo tra democristiani e socialisti <685.
Tra le ultime iniziative diplomatiche di Kennedy vi fu il tentativo di provare a ristabilire l’equilibrio in seguito alle elezioni politiche <686. A questo scopo effettuò una breve tappa a Roma nell’ambito dell’European Tour <687. Facendo un chiaro riferimento ai pericoli insiti nel modello sovietico, in un discorso pronunciato presso la base americana di Napoli Kennedy affermò che il sistema comunista era ormai “outmoded” e “doomed to failure”, ovvero datato e condannato al fallimento <688. Inoltre, gli interlocutori italiani accolsero con favore la proposta di realizzare la Mlf, in quanto avrebbe potuto essere utilizzata per ostacolare l’apertura al Psi. Chiedendo ai socialisti di accettare il progetto nell’ambito del quadro atlantico, essi credevano infatti di ottenere un rifiuto che legittimasse la fuoriuscita del Psi dall’ambito governativo <689.
Dopo la crisi cubana e le elezioni politiche del 1963, all’interno dell’amministrazione Kennedy cominciò a consolidarsi il consenso relativo al ruolo che il centrosinistra avrebbe potuto svolgere nella politica italiana. Sebbene il governo Fanfani non avesse realizzato tutte le riforme che i suoi sostenitori si aspettavano, vari settori dell’amministrazione giunsero alla conclusione che solo il centro-sinistra fosse in grado di stabilizzare il sistema politico <690. La linea ufficiale degli Stati Uniti cominciò lentamente a virare a sinistra e a rivedere alcune delle obiezioni nei confronti del Psi <691. Kennedy stesso, nell’ottobre 1962, aveva rimosso Vernon Walters dal suo incarico di responsabile del settore mediterraneo della Cia, perché era vicino a De Lorenzo e contrario ad impedire la formazione del primo governo di centrosinistra, sostituendolo con il più moderato James P. Strauss <692.
Kennedy diede indirettamente il suo benestare all’apertura anche quando scelse di trascorrere molto tempo in compagnia di Nenni nei giardini del Quirinale, durante la sosta romana dell’European Tour. Nell’estate del 1963, arrivava poi il beneplacito della Cia, che riteneva il centro-sinistra la meta più auspicabile per l’evoluzione della politica italiana. Altri ambienti dell’amministrazione remavano in direzione opposta. Lo dimostra, ad esempio, la decisione di nominare capo della stazione Cia di Roma William Harvey, già direttore della Task Force W della operazione contro Cuba. Harvey era noto per il suo comportamento irregolare e per il suo scarso senso politico, quindi la sua presenza a Roma difficilmente avrebbe potuto giovare all’apertura a sinistra. Neanche il Dipartimento di Stato espresse mai un incoraggiamento pieno all’apertura a sinistra.
A livello ufficiale, le istituzioni statunitensi erano rimaste a lungo sbilanciate tra l’indirizzo favorevole ad un’apertura a sinistra e quello di segno opposto volto a contrastarla.
Contemporaneamente, durante tutto l’arco del mandato Kennedy, alcuni ambienti interni ai servizi segreti americani andarono maturando la consapevolezza che fosse necessario sfruttare i contatti con i servizi italiani per porre in essere cambiamenti sostanziali in termini di strategie contro il comunismo. Ne furono espressione alcune ristrutturazioni ai vertici del Sifar. Nell’ottobre 1962, De Lorenzo lasciò le redini del servizio segreto in mano a Egidio Viggiani e passò al comando dell’Arma dei carabinieri. De Lorenzo mantenne comunque una grande influenza sul suo successore, alla cui nomina aveva dato un contributo sostanziale, ed ebbe la possibilità di mettere le risorse e le attività dell’Arma a disposizione degli obiettivi dei servizi segreti. In questa veste proseguì con maggiore vigore la colossale opera di schedatura in funzione anticomunista, che nel frattempo si era estesa fino ad assumere proporzioni gigantesche e a comprendere giornalisti, religiosi, ma anche semplici cittadini, operai, intellettuali e quadri sindacali <693. L’attività di spionaggio interessò anche giornali e movimenti di comprovata fede neofascista, come On, di cui il Sifar sondava la serietà e gli scopi in funzione anticomunista <694. Nell’opera di “fascicolazione” il Sifar poteva contare sull’appoggio di alcuni settori dei servizi segreti americani. Il rapporto di collaborazione tra i due servizi è facilmente intuibile sulla base di alcune considerazioni. Fu il responsabile della stazione Cia di Roma, Thomas Karamessines, a incaricare espressamente De Lorenzo di schedare con dovizia di particolari gli uomini politici vicini ad Aldo Moro e schierati in favore di un governo aperto al Psi. Inoltre, una copia di ciascuna scheda prodotta dal Sifar doveva essere regolarmente inviata allo stesso Karamessines e custodita negli archivi della Cia negli Stati Uniti previa riproduzione in microfilm <695. Durante il mandato Kennedy, altre iniziative furono portate a termine dal Sifar in stretta collaborazione con la Cia. Da un lato, il finanziamento ai maggiori giornali a tiratura nazionale per creare allarmismo ai danni dell’apertura a sinistra <696. Dall’altro, l’attività di intercettazione dell’ufficio esteri del Pci e la diffusione di veline e appunti riservati volti a far credere che la situazione economica e sociale fosse disastrosa e a generare pessimismo nei confronti della capacità del centro-sinistra di governare il paese <697.
Questa intensa attività di interferenza negli affari italiani non ebbe risultati immediati. L’ambiguità derivante dalla sovrapposizione di iniziative contrastanti andò gradualmente incanalandosi verso il sostegno esplicito degli Stati Uniti al governo di centro-sinistra e verso l’adozione di un’unica linea ufficiale favorevole all’apertura al Psi <698. Con l’uccisione di Kennedy, il centro-sinistra italiano perdeva uno dei suoi principali sostenitori. Nel mese di dicembre 1963, tuttavia, Moro e Nenni velocizzarono i tempi della formazione del primo governo della storia italiana con la partecipazione diretta dei socialisti, probabilmente per evitare che gli avversari della formula potessero trovare qualche sponda oltre oceano <699. Attraverso ripetuti rimpasti e diverse crisi, la formula sarebbe sopravvissuta fino al termine della legislatura, ma il deteriorarsi della situazione economica e le resistenze interne alla Dc tolsero ogni mordente alla carica innovatrice del centro-sinistra.
[NOTE]
680 Kennedy Library, Office of Current Intelligence, CIA, Italian elections reflect electorate’s leftward trend; Implications of Psi Congress, May 31, 1963.
681 La Dc passò dal 42,4% del 1958 al 38,3% del 1963, mentre il Psi dal 14,2% al 13,8%.
682 G. Brunetta, Confronti tra risultati elettorali del 1958, 1960 e 1963, in “Aggiornamenti sociali”, (1963): pp. 553-58; S. Colarizi, Storia politica della Repubblica, cit. p. 78.
683 Comments Regarding Rome Embassy’s Memorandum on the Italian Political Situation, November 29, 1963.
684 L. Nuti, Gli Stati Uniti e l’apertura a sinistra, cit. p. 600.
685 M. Degli Innocenti, Storia del Psi, cit. pp. 308-27.
686 Frus, 1961-63, vol. XIII, Telegram from Secretary of State Rusk to the Department of State, Rome, 1 luglio, 1963, pp. 601-602, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1961-63v13/pg_598; Id., Memorandum of conversation, Rome, 1 luglio, 1963, pp. 878-88, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1961-63v13/pg_875; Id., Memorandumof conversation. ItalianDomesticPolitical Scene, Rome, 1 luglio, 1963, pp. 888-89, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1961-63v13/pg_885.
687 Frus, 1961-63, vol. XIII, Memorandum from the President’s Special Assistant for National Security Affairs (Bundy) to President Kennedy, Washington, 15 giugno, 1963, pp. 592-93, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1961-63v13/pg_589; Frus, 1961-63, vol. XIII, Memorandum of Conversation, Washington, 4 ottobre 1963, pp. 224-26, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1961-63v13/pg_223.
688 Il discorso pronunciato a Napoli si trova in: J. F. Kennedy, Remarks in Naplesat NATO Headquarters, 2 luglio, 1963, disponibile al link: https://www.presidency.ucsb.edu/documents/remarks-naples-nato-headquarters.
689 L. Nuti, Politica esterna e politica interna negli anni del centro-sinistra, in A. Giovagnoli, L. Tosi, Un ponte sull’Atlantico, cit. p. 178.
690 S. Di Scala, Renewing Italian Socialism, cit. pp. 133 e ss.
691 Frus, 1961-63, vol. XIII, Memorandum of conversation. Italian Political Developments, Washington, 15 febbraio, 1963, pp. 869-70, disponibile al link: https://history.state.gov/historicaldocuments/Frus1961-63v13/pg_866; L. Nuti, Gli Stati Uniti e l’apertura a sinistra, cit. p. 592.
692 U. Gentiloni Silveri, L’Italia e la nuova frontiera, cit. p. 268; G. De Lutiis, Storia dei servizi segreti in Italia, cit. p. 52, 64; C. Pinzani, L’Italia nel mondo bipolare, cit. p. 111.
693 R. Zangrandi, Inchiesta sul Sifar. Schedature, fascicoli, indagini, interessi e legami in un documentato resoconto sulle degenerazioni dei servizi di sicurezza militare, Roma, Editori Riuniti, 1970, pp. 113-117.
694 Sifar, Attività del movimento “Ordine nuovo”, Prot. D/107930/12, Roma, 23 marzo 1964, in R. Zangrandi, Inchiesta sul Sifar, cit. d. 30.
695 R. Faenza, Il Malaffare, cit. p. 316; G. De Lutiis, Storia dei servizi segreti, cit. pp. 64, 53, 366; L’Astrolabio, n. 41, 15 ottobre 1967.
696 Nel 1962 ben 34 giornalisti risultavano a libro paga del Sifar e della Cia, più innumerevoli collaboratori, agenti e informatori occasionali (si stima che il numero variasse tra i 10.000 e i 13.0000). M. Sassano, Sid e partito americano, Padova, Marsilio, 1975, p. 38.
697 M. Sassano, Sid e partito americano, cit. pp. 72-74; M. Franzinelli, Il Piano Solo, cit. p. 42.
698 S. Di Scala, RenewingItalianSocialism, cit. pp. 128-129; L. Nuti, Gli Stati Uniti e l’apertura a sinistra, cit. p. 358; J. Prados, Keepers of the Keys, pp. 118-122.
699 P. Nenni, Gli anni del centro sinistra. Dal 1957 al 1966, Milano, Sucargo, 1982; F. Bello, Aldo Moro, il centrosinistrae i rapporti Italia-Usa (1959-1965), in “Nuova Storia Contemporanea”, 5 (2011): pp. 99-114.
Letizia Marini, Resistenza antisovietica e guerra al comunismo in Italia. Il ruolo degli Stati Uniti. 1949-1974, Tesi di dottorato, Università degli Studi di Macerata, 2020