Il 1969 rappresentò quindi per il partito missino il ricongiungimento con Ordine Nuovo

Si è cercato [con questo lavoro] di mettere in evidenza la costante contraddizione che ha accompagnato la storia del MSI, la contraddizione di un partito inserito legittimamente all’interno dell’arco costituzionale ma che non è mai riuscito a liberarsi della propria anima illegalitaria.
Se durante la fase della segreteria Michelini, caratterizzata da un chiaro e deciso appoggio alla Democrazia Cristiana in funzione anticomunista, le componenti eversive vennero isolate ed estromesse dal partito, con la svolta almirantiana del 1969 ed il progetto della nascita di una grande destra nazionale, tali componenti rientrarono nella casa-madre missina, andando ad occupare ruoli di notevole rilievo.
Il 1969 rappresentò quindi per il partito missino il ricongiungimento con Ordine Nuovo, il gruppo politico dichiaratamente neonazista guidato da Pino Rauti ed ispirato dal pensiero del filosofo Julius Evola, punto di riferimento sul piano ideologico per tutto l’ambiente dell’estrema destra internazionale. Il rientro nel MSI ebbe una funzione sia tattica che strategica: On mantenne la propria indipendenza ed autonomia, ottenendo un “ombrello politico” sotto cui ripararsi in previsione di una pioggia di procedimenti giudiziari conseguenti all’avvio della fase operativa della strategia della tensione. Una parte di On decise però di rimanere al di fuori del partito missino e diede vita al Movimento Politico Ordine Nuovo. Si venne così a creare una vera e propria zona grigia, caratterizzata da fenomeni di doppia militanza.
Il fenomeno del “doppio binario”, tra legalità e illegalità, investe tanto l’ambiente giovanile quanto il vertice dirigenziale. È a questa peculiarità del MSI che si è scelto di prestare particolare attenzione, prendendo in esame la strage di Peteano del 31 maggio 1972.
Tale scelta è motivata dal fatto che l’attentato, ed il conseguente procedimento giudiziario, presenta molte delle caratteristiche sopracitate. Uno degli autori della strage, Carlo Cicuttini, oltre che ad appartenere al gruppo ordinovista, riveste l’incarico di segretario regionale di una sezione del MSI, un dettaglio non proprio trascurabile e in grado di compromettere l’immagine del partito missino quale garante dell’ordine pubblico e della sicurezza. Il segretario Giorgio Almirante verrà rinviato a giudizio con l’imputazione di favoreggiamento aggravato a favore di Cicuttini, ed uscirà dal processo solo grazie ad un’amnistia.
L’attentato contro i carabinieri di Gorizia viene considerato un episodio di secondo piano, una sorta di “strage di serie B”. Ad aver influito su tale categorizzazione è stata in primo luogo la posizione geografica: essendo Peteano di Sagrado una frazione di un piccolo paese della campagna friulana, l’episodio è scomparso in tempi assai brevi dalle prime pagine dei principali quotidiani nazionali. L’assenza di un’associazione dei familiari delle vittime ha senza dubbio contribuito alla progressiva perdita di uno spazio all’interno della memoria storica del Paese. Va rilevata inoltre l’assoluta mancanza di un’adeguata produzione letteraria: non sono presenti, infatti, lavori monografici sull’episodio di Peteano.
Non si intende affermare che la vicenda non sia stata studiata in maniera approfondita. La strage di Peteano è stata studiata ed analizzata con rigore da tutti i principali esperti del settore e trova spazio, seppur in forma ridotta, nei principali lavori che hanno come oggetto di studio il fenomeno dell’eversione nera o della strategia della tensione.
È opportuno rilevare, però, che le uniche produzioni specifiche sull’argomento sono il lavoro del giornalista Gian Piero Testa, <4 preciso per quanto riguarda la prima fase processuale a carico dei goriziani, ma risalente al 1976 e quindi privo di una visione complessiva della vicenda giudiziaria; ed il testo “La strategia delle stragi”, <5 in cui, assieme ad un saggio introduttivo del giudice Giovanni Salvi, vengono riportati alcuni dei passaggi fondamentali della sentenza della Corte d’Assise di Venezia del 1987. Va segnalata inoltre la realizzazione nel 2012 del documentario “Per mano ignota. Peteano una strage dimenticata”, a cura di Cristian Natoli, un documentario realizzato attraverso le interviste ai “protagonisti” della strage e del lungo iter processuale.
Un grande apporto per quanto riguarda la produzione di scritti e saggi in merito ai fatti di Peteano e alla strategia della tensione è stato dato da Vincenzo Vinciguerra, reo confesso per l’esecuzione della strage e condannato all’ergastolo. <6 In merito alla singolare figura di Vinciguerra, indubbiamente unica nel panorama della destra neofascista, è doveroso fare alcune precisazioni: il contributo che l’ordinovista ha dato, in relazione al percorso di ricostruzione storica e di interpretazione dei meccanismi di funzionamento della strategia della tensione, è stato senz’altro di altissimo livello. La sua qualifica di “soldato politico” lo ha portato a denunciare esclusivamente quei neofascisti colpevoli di essersi, consapevolmente, compromessi attraverso la collaborazione con le strutture e gli uomini dello Stato. Le sue affermazioni però, sono di natura politica ed inserite in una logica di guerra allo Stato.
Per quanto riguarda, invece, la destra italiana, la bibliografia disponibile è molto vasta. In merito al MSI, è opportuno citare i lavori di Petra Rosenbaum, “Il nuovo fascismo” e di Piero Ignazi, “Il polo escluso”, i quali, seppur di non recente pubblicazione (1975 il primo, 1989 il secondo), garantiscono una solida analisi del passaggio dalla clandestinità ai primi anni di vita dei “fascisti in democrazia”. <7 In particolare, Ignazi riesce a dare una visione completa in merito ai diversi “fascismi” che animano il partito missino nell’immediato dopoguerra.
Per quanto riguarda lo studio della destra radicale, di grande spessore è il lavoro svolto da Aldo Giannuli ed Elia Rosati, “Storia di Ordine Nuovo”. <8 Giannuli ha rivestito l’incarico di perito storico presso l’Autorità giudiziaria di Milano e Brescia, oltre che per la Commissione Parlamentare di Inchiesta sulla mancata individuazione delle Stragi, ed il suo lavoro su On è frutto di oltre quindici anni di ricerca e di oltre 500.000 documenti esaminati. Il volume analizza la storia del gruppo ordinovista in tutte le sue fasi: dalla scissione iniziale dal MSI, al problema dei finanziamenti; dalla collocazione internazionale ai rapporti con i servizi segreti. In chiusura, il saggio di Rosati prende in esame il bagaglio culturale e ideologico del gruppo attraverso l’analisi della figura di Julius Evola.
Quello della cultura di destra è uno degli aspetti più insidiosi e controversi da affrontare. Per molti anni, la produzione culturale di destra è stata accompagnata da un disprezzo talmente profondo che non ne ha permesso uno studio critico e approfondito. Indubbiamente il lavoro “Cultura di destra” di Furio Jesi ha posto le basi per un corretto approccio alla delicata tematica. <9 Da segnalare sono inoltre gli studi di Francesco Germinario sull’impalcatura teorica della destra radicale. All’interno di diversi volumi Germinario ha preso in esame la continuità e la discontinuità ideologica della destra radicale rispetto alla cultura fascista attraverso l’analisi dei suoi più importanti teorici. <10 Interessante è inoltre l’analisi del revisionismo storico di destra, celato dall’ obiettivo di raggiungere una pacificazione nazionale. Per assurdo l’intento non è quello di «far valere anche le ragioni dei vinti e le idealità di Salò, […] quanto quello di stabilire l’equivalenza di fascismo e antifascismo […] operazione priva di senso storiografico oltre che di per sé “aberrante”». <11
Va infine segnalato un testo di notevole importanza all’interno degli studi della destra radicale. “Fascisteria” del giornalista Ugo Maria Tassinari, è un imponente lavoro che copre un lasso di tempo molto ampio: dalle formazioni politiche eversive nate a partire dal secondo dopoguerra, sino al rapporto tra neofascismo e il fenomeno ultras. Il risultato è una vasta raccolta di biografie politiche dei protagonisti dell’eversione nera, tanto da risultare una sorta di “atlante umano” della destra radicale italiana. La scelta dell’autore è stata quella di «privilegiare la biografia all’analisi ideologica e politologica delle strutture organizzative, delle dinamiche sociali, dei gruppi dirigenti». <12
Per quanto riguarda la figura di Almirante, la produzione storico-letteraria è piuttosto scarsa, costituita principalmente da biografie “faziose” realizzate attraverso le testimonianze di amici e colleghi di partito. Al di fuori di questa realtà si colloca il lavoro del giornalista Aldo Grandi, “Almirante”. <13 L’imponente mole di materiale consultato, comprendente anche la totalità degli scritti dell’Almirante giornalista e la volontà di presentare, con un forte spirito critico, un personaggio politico al di fuori di categorie di giudizio, rende il lavoro di Grandi il più completo e oggettivo tra le biografie dedicate al segretario del MSI.
[NOTE]
4 Gian Piero Testa, La strage di Peteano, Torino, Einaudi, 1976.
5 La strategia delle stragi: dalla sentenza della Corte d’Assise di Venezia per la strage di Peteano / con un saggio introduttivo di Giovanni Salvi, Roma, Editori riuniti, 1989.
6 Si fa riferimento principalmente a: Vincenzo Vinciguerra, Ergastolo per la libertà. Verso la verità sulla strategia della tensione, Firenze, Arnaud Editore, 1989; Vincenzo Vinciguerra, La strategia del depistaggio (Peteano, 1972-1992), Edizioni Il Fenicottero, 1993.
7 Petra Rosenbaum, Il nuovo fascismo. Da Salò ad Almirante. Storia del MSI, Milano, Feltrinelli, 1975, Piero Ignazi, Il polo escluso. Profilo del Movimento Sociale Italiano, Bologna, il Mulino, 1989.
8 Aldo Giannuli, Elia Rostati, Storia di Ordine Nuovo, Milano-Udine, Mimesis Edizioni, 2017.
9 Furio Jesi, Cultura di destra, Milano, Garzanti, 1979.
10 Francesco Germinario, Tradizione Mito e Storia. La cultura politica della destra radicale e i suoi teorici, Roma, Carocci, 2014.
11 F. Germinaio, Da Salò al governo. Immaginario e cultura politica della destra italiana, Torino, Bollati Boringhieri, 2005, p. 133.
12 Ugo Maria Tassinari, Fascisteria, Milano, Sperling & Kupfer, 2008, p. IX.
13 Aldo Grandi, Almirante, Milano, Sperling & Kupfer, 2014.
Mirko Cerrito, La strage di Peteano e l’amnistia di Almirante. Storia e analisi del rapporto tra destra missina e destra eversiva, Tesi di Laurea, Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Anno accademico 2019-2020