Los Caballeros de la Angustia

“Pelè, Maradona o io? Chi è stato il migliore tra noi? Si vede che non avete mai visto giocare Pedernera. Lui è stato un gradino sopra gli altri. Sopra tutti. Sempre. Lui per me è stato un maestro. È stato il calcio.”
(Alfredo Di Stefano)

Il 15 novembre 1918, a Buenos Aires, nasce Adolfo Pedernera uno dei più grandi calciatori della storia argentina e mondiale.

Il suo nome si legò indissolubilmente al River Plate de “La Maquina”, una squadra che avrebbe cambiato la storia del calcio.

“Cinque imprendibili ambidestri (Juan Carlos Munoz, Manuel Moreno, Adolfo Pedernera, Angel Labruna, Felix Loustau) sono i nomi dell’impressionante delantera, la linea d’attacco, il simbolo della Maquina. Chi visita il museo del River, costruito di fianco al Monumental, viene accolto dalle gigantografie di questi cinque fenomeni. “Los Caballeros de la Angustia”, i cavalieri dell’angoscia, visto quello che producevano per i propri avversari; anche se Munoz, uno di quella magica linea d’attacco, ha proposto un’altra lettura:
“Andavamo in campo e la nostra strategia era chiara. Prendere la palla, scambiarcela, inserirci qualche tunnel, qualche dribbling: il gol era la naturale conclusione, ma non una ricerca spasmodica. E questa cosa provocava un po’ d’angoscia anche ai nostri tifosi, che volevano vedere tanti gol. Ma noi volevamo divertirci. Eravamo sicuri, almeno noi, di poter segnare quando volevamo”.
Tra il 1941 e il 1946 vinsero tutto, ma quello è il meno. Al River Plate prese forma una filosofia di squadra, un’idea di gioco… Quella che ogni giorno vi raccontano abitare all’Ajax o al Barcellona esisteva già in una squadra argentina, quasi un secolo fa, molto in anticipo su tutto il resto.”
(C. Pizzigoni)
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Come sconosciuto è uno dei migliori esperimenti di calcio della storia, la Maquina

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