Sei lontano da me

SÈI LONTANO DA ME sìlloge di 29 misurali e 31 corbèlli.
Nel tèmpo di angustia e di restrizioni del coronavirus, nell’aprile 2020, èsce la prima raccòlta di Corbèlli di Mariagrazia Dessi, a cura dell’editore sardo “Gràfica del Parteòlla”, con prefazione di Antonèlla Filippi.
Particolarità di questa sìlloge è che l’autrice si ispira ai Misurali di Piètro Tartamèlla, facèndo diventare un ùnico componimento l’accostamento del sùo Corbèllo con il rispettivo Misurale ispiratore. Poiché i dùe nuòvi gèneri poètici, il Corbèllo e il Misurale, sono stati inventati ed elaborati da Tartamèlla, egli sènte l’antologìa come un graditissimo e tènero omaggio che Mariagrazia Dessi, dalla lontana e misteriosa tèrra di Sardegna, ha voluto fare al sùo amico poèta, anch’egli nato in un’ìsola, la Sicilia.
Come se a dialogare fóssero le dùe ìsole.
Un dialogo d’amore e d’amicizia, raffinato e dolce, un corteggiamento d’acqua e di sale.
“Sèi lontano da me” è la prima antologìa in assoluto, di Corbèlli e Misurali, che èsce in Italia e nel mondo.
Mariagrazia Dessi ha avuto la bèlla intuizione e il coraggio di darli pubblicamente alla luce prima dello stesso Tartamèlla, volèndo così dichiarare all’amico lontano il pròprio affètto e la pròpria stima per l’impegno culturale e polìtico che egli per cinquant’anni ha profuso sèmpre con passione.

sèi lontana da me
quanto lontane sono
la prima e l’ùltima lèttera
dell’alfabèto

(Piètro Tartamèlla)

Sènza
ombra di dubbio Zèta
e A sono lontane
nell’alfabèto,
ma non in zàgara
paròla che va
dritta al cuòre.
Me ne stò
perciò sotto
gli agrumi.
Mi unirà
a te il vènto.


(Mariagrazia Dessi)

Nella raccolta “Sei lontano da me”, si colgono subito l’entusiasmo e la curiosità di Mariagrazia Dessi per le invenzioni stilistiche del misurale e del corbello da parte di Pietro Tartamella. Nel corbello, un contenitore di 13 versi e 53 sillabe che, come nella poesia haiku, ha maggiormente lo scopo di suggerire un’atmosfera che di palesare una situazione, è possibile esprimersi in forma lirico-poetica, o in modo umoristico, ricordando così che spesso una boutade cela abilmente una verità.
Anche nel misurale, il suggerimento di cogliere una distanza esistente o virtuale stimola a “guardare”, non solo a “vedere”, cercando nuove comprensioni.
La sottigliezza della percezione che consente di cogliere la distanza che sempre esiste tra le cose e tra l’essere umano e quanto lo circonda ricorda, anche in questo caso, la poesia haiku.
Il fatto che Mariagrazia usi il sottotitolo “corbelli di meditazione” suggerisce una conversazione tra sé e sé e un rimandare all’altro l’offerta di una risposta: la distanza esiste o no? Siamo davvero così separati? O siamo veramente più vicini? Quello che vediamo è un altro noi stessi? O l’estraneità diventa condanna?
Le distanze suggerite, spesso più fini di un capello, ma pur sempre distanze, possono, in un gioco di rimandi, essere alla fine lette come tentativi di avvicinamento, di comprensione, di fare proprie le percezioni e le intuizioni, di riduzione ad infinito.
Alcuni corbelli sono particolarmente emozionanti e colgono in pieno il dettato del misurale, amplificandone il riverbero e risuonando quasi come un k?an zen: la distanza dell’emozione d’amore dalla ritualità scaramantica dello staccare i petali delle margherite trova una risposta in un ricordo in cui i petali vengono assimilati alle pagine del libro della propria vita; la lontananza tra la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto viene annullata dalle parole, composte prima nel cuore che sulla pagina; la distanza tra i due capi di una freccia viene ridotta a zero se si mira insieme verso una direzione o una soluzione; la distanza tra il riposo e la stanchezza si fonde nei passi di un cammino sì faticoso, ma pure svolto insieme; la distanza tra l’oggetto perduto e trovato viene rielaborata da uno spirito lieve e sorridente, che porta alla scoperta di ciò che è prezioso.
La velata malinconia del corbello scritto come dedica sembra quasi suggerire che l’attesa fa rima con disillusione, che l’entusiasmo si coniuga con il miraggio, che le chimere della mente sono “come nel libro”: perciò ci invita a leggere e poi a chiudere il libro e a confidare in quello che sentiamo.

Cascina Macondo

Mariagrazia Dessi è nata a Dolianova (CA), dove vive. Ha già pubblicato tre raccolte di poesie in lingua sarda con traduzione in italiano: con la casa editrice Grafica del Parteolla Torra immoi (1997 prima edizione e 2002 seconda edizione con traduzione in catalano di Joan Armangué i Herrero) e A perda furriada (nel 2006 con traduzione in catalano di Joan Armangué i Herrero); con Apollo edizioni Cun su ‘entu in busciacca (2016). Sue poesie figurano, inoltre, su riviste letterarie, tra cui La grotta della vipera e S’ischiglia, su periodici locali e su numerose raccolte antologiche a carattere regionale e nazionale. Una sua poesia “Torra immoi”, che ha dato titolo alla sua prima raccolta, è stata musicata dal cantautore Franco Madau e figura nell’album Cara ‘e luna.
È stata ospite, come poetessa, in numerose iniziative di cultura italo catalana: nel 2002, presso il Palau Robert Centro d’Informazione della Catalogna, per iniziativa della Generalitat de Catalunya Departament de la Presidència, Barcellona; nel 2006 in un incontro tra autori di poesia catalano-sarda presso la Facoltà di Lingue e letterature straniere di Cagliari; nel 2009, in occasione del festival Primavera poetica, La Garriga (Catalogna) e III Festival di poesia catalano-sarda presso la Facoltà di Lingue e letterature straniere di Cagliari, nel 2011 nel Festival Terras sorris, Genoni (Sardegna).
Sue poesie e racconti hanno ricevuto numerosi riconoscimenti in vari concorsi letterari regionali e nazionali. Tra questi: Concorso letterario “Città di Ozieri”, edizione 1989 e 1990; VIII e XV Premio internazionale “Nosside”, Reggio Calabria; Premio “Città di Selargius 2003″; Concorso “Momenti da favola”, Goethe Institut, 2012; Concorso nazionale di poesia in vernacolo “Antonio e Carlo Tortorella”, prima edizione 2015, Lagonegro; Concorso nazionale “Salva la tua lingua locale”, edizione 2015, Roma (sezione poesia); Concorso Nazionale “Salva la tua lingua locale”, edizione 2016, Roma (sezione musica); Premio per la Pace e la Giustizia Sociale, XXV edizione, Torino.

Edizioni Grafica del Parteolla