Una rosa è una storia

Diceva Gertrude Stein “una rosa é una rosa é una rosa é una rosa”.
Umberto Eco, analizzando in un saggio questa frase, conclude dicendo che la Stein dicendo soltanto “rosa” ci lascia liberi di riempire quella parola di significati che più ci appartengono e sentiamo vicini.
La Rosa, un mondo.
Come “malata di rose” ho raccolto nel tempo della mia passione le rose, ma anche le storie affascinanti, che gli uomini che le hanno amate e create, hanno tessuto intorno.

Rosa La Belle Sultane

La Belle Sultane
La storia ha inizio in Martinica dove due cugine, Josephine e Aimeé, erano giunte dalla Francia seguendo la famiglia.
Un giorno una cartomante predisse per entrambe un futuro straordinario.
La prima diverrà più che regina e la seconda avrà grandi poteri anche vivendo nascosta in un palazzo.
La predilezione si avvererà per entrambe.
Josephine sposerà Napoleone e diventerà Imperatrice.
Mentre la nave su cui Aimeé ritornava dalla Francia verso la Martinica verrà assalita dai pirati.
Venduta come schiava in Algeria e offerta al Sultano Abdoul Hamid.
Nell’harem a Costantinopoli Aimeé conquisterà un potere silenzioso ma enorme.

Rosa Baltimore Belle

Baltimore belle
Una rosa Synstylae creata da Samuel Feast per ricordare Betsy Patterson, la bella americana che sposò Jerôme fratello minore di Napoleone.
Jerôme aveva quindici anni meno dell’imperatore e uno spirito ribelle.
Affidato alla marina per essere raddrizzato venne mandato a Baltimora e si innamorò di Betsy, figlia di un ricco mercante.
Contro il parere di tutti si sposarono e Napoleone preoccupato per l’eredità lo fece rientrare in Francia.
Salpò con Betsy incinta.
Non la fecero sbarcare.
Betsy tornò a Baltimora con il figlio.
Morì a novantaquattro anni e un vivaista le dedicò la rosa Baltimore belle incrociando una Rosa Gallica con una rosa selvatica delle praterie americane.
Jerôme fu fatto sposare con Caterina di Wartemberg e diventò re di Westfalia.

Rosa Sombreuil

Mademoiselle de Sombreuil
Periodo rivoluzionario, 1792.
Charles Francois Virot, Marquise de Sombreuil, Governatore a Les Invalides, era stato rinchiuso in prigione con l’accusa di essere un royaliste.
Sua figlia Marie Maurille si era fatta imprigionare con lui.
Quando il Marchese venne condannato a morte volle morire al suo posto.
Il boia le dette da bere un bicchiere del sangue blu, raccolto dai decapitati come prova della sua buona fede. E lei lo tracannò.
In realtà si disse che il boia le avesse dato un bicchiere di vino.
Il Marchese venne liberato ma non trascorsero due anni che arrestato non sfuggì alla ghigliottina.
La bella Marie si sposò e morì ad Avignone.
Il suo cuore, quello dell’unica donna presente, è conservato nel caveau dei governatori de l’Hotel des Invalides, per scusare l’assenza di quello di suo padre.
Alla bella rosa bianca e profumata che porta il nome della figlia simbolo della pietà filiale.

Rosa Souvenir du doctor Jamain

Posseggo una rosa con un nome dal sapore familiare, di vita quotidiana.
Souvenir du doctor Jamain, un ibrido creato in Francia da Lacharme.
Non ho trovato notizie al riguardo di questo signore.
Molto sovente le rose sono state dedicate dai loro creatori a nomi illustri di re o regine generali, conti, grandi creatori di moda etc.
Sicuramente il dottore in questione doveva aver avuto un ruolo importante nella vita di Lacharme.

Tutte queste rose hanno incontrato per un motivo o per un altro donne eccezionali, che hanno avuto vite tormentate, superate con la propria forza.
Vorrei ridimensionare il detto “Non c’é rosa senza spina”, che allude alla sofferenza necessaria prima di ottenere la felicità.
Ci sono rose che non ne hanno: Zephirine Drouin, la Rosa inerme, le Banksiae.

Le rose hanno affascinato poeti e scrittori: Tonino Guerra ha seguito di una rosa recisa in un vaso la caduta dei petali, l’agonia e la morte.

Il silenzio profondo della vita in terra,
ce lo insegna la rosa
aperta nel rosaio.
Bisogna spargere il profumo
che le nostre anime racchiudono!
Bisogna essere tutti canto,
luce e bontà.
Bisogna aprirsi interamente
di fronte alla notte nera,
per riempirci di rugiada immortale!
Federico García Lorca, I gattici d’argento, 1919

Il mio giardino mi ha insegnato
questo piccolo regno di aiuole e bordure
che perfino la nobile rosa di Mileto
deve essere potata dei rami esuberanti
se vuole fiorire. Deve anche rassegnarsi
a che verza e porro e verdura di ogni specie
di più umile estrazione, ma piuttosto utili
abbiano lì vicino la loro parte di acqua.
Intristirebbe il giardino se si pensasse
alla rosa regale soltanto.
Bertolt Brecht

Io ti vedo, rosa, libro socchiuso
Che contiene tante pagine
Di felicità minuziosa che non leggeremo mai. Libro magico
Che si apre al vento e che può venir letto
Ad occhi chiusi
Dal quale le farfalle escono confuse
Per aver avuto le stesse idee.
Rainer Maria Rilke

Gris de lin