Siamo partite ai primi di Novembre 1955 da Genova con la nave Sydney

Asiago (VI): centro città. Fonte: Wikipedia

Il fenomeno migratorio può essere pertanto seguito in modo più puntuale, consultando e confrontando i dati pubblicati dall’Istat negli annuari di statistiche demografiche, però purtroppo editi solo a decorrere dal 1958 e con l’esclusione degli anni dei censimenti generali. Quindi solamente da tale anno e fino al 1972 si sono prese in considerazioni queste edizioni, le quali riportano, con cadenza annuale e per ciascun comune della provincia di Vicenza, anche i movimenti anagrafici sia naturali che per trasferimento di residenza. Per questi ultimi dati viene inoltre specificata la variazione in entrata da altro comune o dall’estero, e in uscita per altro comune o per l’estero.
Ribadendo nuovamente che tali informazioni non sono presenti in riferimento agli anni 1951, ’61 e ’71, i dati offerti dall’Istat sono comunque rappresentativi, poiché si prestano a numerose elaborazioni e a vari raffronti, per cui si è costruita una tabella comprensiva di tutte le informazioni sugli iscritti ed i cancellati. La prima verifica è stata effettuata sul totale del movimento in entrata ed in uscita; da questo esame è emerso che, nell’ambito dell’intero Altopiano, il saldo, comprensivo degli spostamenti interni all’Italia e di quelli verso l’estero, risulta negativo sino a tutto il 1970.
Infatti è a decorrere dal 1972 che, per quanto riguarda l’intera area, si registra il primo risultato positivo pari a 25 unità, dovuto sostanzialmente al maggior numero di rientrati o iscritti ex novo dall’estero <477. Il saldo migratorio inerente l’estero risulta infatti in attivo, in modo più o meno significativo, in tutti i comuni dell’Altopiano con esclusione di Foza (0) ed Enego (-2); invece quello relativo all’ambito italiano è positivo solo per Lusiana, Asiago e Roana. Se si osserva inoltre il grafico sotto riportato, riferito al periodo compreso tra il 1958 ed il 1970, è interessante osservare che, anche se il saldo migratorio nel suo complesso resta negativo, assume tuttavia un andamento oscillatorio – con una flessione nel periodo 1962-66 – dovuto perlopiù, anche in questo caso, ad un maggior contributo di rientri dall’estero.

Fonte: Paola Monaco, Op. cit. infra

I dati sopra esposti si riferiscono all’intera area; se inoltre si analizzano nello specifico i saldi, comune per comune, si può notare che i paesi che hanno maggiormente contribuito alle migrazioni, considerando i valori assoluti del periodo in esame, sono, in ordine decrescente, Enego (in cui si registrano -1.156 unità), Lusiana, Conco, Foza, Roana, Gallio, Asiago e Rotzo <478. Per i grafici dettagliati, riguardanti sia l’emigrazione verso altri comuni e verso l’estero, sia le immigrazioni o i rientri dall’interno e da altri Paesi stranieri, si rimanda alle tavole in appendice <479. Se inoltre si mettono a confronto rispettivamente i dati risultanti dalla flessione della popolazione residente e quelli risultanti dai saldi migratori, si nota come non sempre a livello di comune questi coincidano.

Chi è partito Fornire una risposta a questo quesito costituisce il punto cruciale di un’indagine sul fenomeno emigrazione, poiché si passa dalla fredda elencazione numerica della statistica alla coinvolgente realtà quotidiana della vita reale e vissuta. Infatti dare volto, voce, ricordo a “chi è partito” significa calarsi nella minuta esperienza individuale di Donne e Uomini, che hanno realizzato la loro vicenda individuale, tessendo al tempo stesso trama e ordito della Storia collettiva. Nell’individuazione di tale percorso si è dunque battuto un duplice e parallelo binario: reperire documenti scritti da un lato, raccogliere testimonianze orali dall’altro. Nel primo ambito si è a volte finiti su binari morti: causa l’inaccessibilità (per i motivi di privacy di cui si è già riferito nell’Introduzione) degli archivi comunali, o per la totale assenza di scritture di altopianesi riscontrata (tramite la schedatura on line) presso l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano <480. Quest’ultimo infatti offre alcuni diari di persone provenienti da comuni limitrofi all’Altopiano (Pianezze), o da realtà consimili (Durlo, Valdagno). Sono invece risultati fonte di molte informazioni svariati libri in cui sono state rintracciate storie di emigrazione dai Sette Comuni ed alcuni periodici locali, come ad esempio «Asiago ieri, oggi, domani…» (dal 1974). Per quanto riguarda le testimonianze individuali, si sono avuti vari incontri con persone direttamente o indirettamente toccate dal fenomeno della migrazione. Alcune di queste hanno raccontato a voce la loro storia di migranti, altre scrivendo una lettera, altre ancora infine mettendo a disposizione documenti propri. Alcuni, a buon diritto, non sono stati disponibili; altri hanno fornito solamente informazioni o documenti, che comunque hanno consentito di arricchire il quadro della situazione: di questi ultimi – per loro scelta – non verrà citato il nome. Inoltre non tutti coloro che si sono incontrati sono partiti, alcuni infatti sono stati sentiti in veste di testimoni privilegiati, in quanto parenti e/o amici di emigranti. Delle testimonianze raccolte una è giunta per via epistolare, in quanto l’artefice della missiva è rimasta in Australia, mentre altre sette sono orali; tra queste, due verranno riportate pressoché per intero, mentre delle altre saranno riferiti stralci o riassunti. La lettera ricevuta dall’Australia è la risposta ad una richiesta di informazioni inviata ad Antonietta Rigoni, un’amica di vecchia data di Ginevra Girardi <481, la quale ha segnalato questo nominativo come possibile fonte di notizie primarie. Si riporta per intero tale missiva, spedita da Melbourne in data 17 febbraio 2011 e trascritta in modo integrale e conforme al manoscritto originale: “Cara Paola, scusa se non ho risposto prima alla tua lettera. Ora cercherò di rispondere alle varie domande. Prima di tutto devi sapere un po’ della mia famiglia. Mio padre era emigrato in Francia dove è morto dopo 3 mesi che era arrivato. Io son vissuta con mia mamma, mio fratello Galliano e il mio nonno papà di mio papà. Nel 1950 mio fratello è emigrato in Australia chiamato dal mio zio Giuseppe (Beppi) Rigoni che era in Australia dal 1924. Lui si era sistemato in Melbourne, sposato una australiana di genitori europei e avevano tre figlie due delle quali sposate a ragazzi italiani. Alla partenza di mio fratello, io e mia mamma abbiamo continuato a vivere con mio nonno Domenico che allora aveva 86 anni. Alla sua morte nel 1954 Galliano ci scrisse se volevamo raggiungerlo in Australia o aspettare per alcuni anni il suo ritorno. Mia Mamma voleva aspettare ma io avevo voglia di viaggiare e ho detto che al ritorno di mio fratello sarei partita io, così mia mamma ha deciso di venire con me. Siamo partite ai primi di Novembre 1955 da Genova con la nave Sydney con una cabina a due letti solo per me e mia mamma. Salvo un po’ di mal di mare il viaggio è stato calmo. Io ho fatto subito amicizia con un gruppo di giovani che avevano la fisarmonica e cantavano allegri e spensierati. Mi chiedi quanti anni avevo: 29 anni e i trenta gli ho compiuti in Australia. Siamo arrivati al porto di Melbourne il 7 Dicembre cioè in estate ma quel giorno faceva freddo che mia zia che era venuta a prenderci, indossava la pelliccia. Al porto c’erano pure mio zio, mio fratello e un paio di amici asiaghesi. Fin’ora ho parlato di me, per mia mamma (Angelina Tosatto in Rigoni) il viaggio è stato lungo una eternità. Raramente usciva dalla cabina e non credo abbia fatto tanta amicizia. Durante il passaggio dell’equatore abbiamo dormito sullo sdraio all’aperto. Certo non vedeva l’ora di rivedere il figlio dopo 5 anni e il pensiero di riunirci l’ha sostenuta lungo il viaggio. […] Sono ancora abbastanza attiva con i ferri e l’uncinetto e altri obby. Sono volontaria due ore alla settimana alla casa di riposo per italiani a circa un Km. da casa mia ma devo andare in macchina perchè a piedi non ce la faccio più. Quest’anno per il mio volontariato sono stata invitata a una cerimonia alla sala del municipio dove una ministro ha dato un certificato a 40 volontari. Con me c’erano i miei due figli, moglie marito e i tre figli di Gabi. Penso di aver detto tutto e quindi ti saluto e spero questo ti serva nella tua ricerca. Gabi ricambia i tuoi saluti e si ricorda di te. Ciao Antonietta” <482 Da questa lettera emerge in modo lampante il desiderio di emancipazione di Antonietta, che ha lasciato Asiago spinta proprio da questa molla. Lei ha saputo inoltre conciliare nella sua vita l’esigenza di integrarsi nella nuova patria, con la necessità di mantenere una propria identità italiana e asiaghese al tempo stesso. Tra i testimoni incontrati, il primo a decidere di emigrare è stato il prof. Gaspare Rela <483, nato ad Asiago l’11 novembre 1925, partito per il Brasile il 6 agosto del 1949 e rientrato in Italia nel 1957. In una lettera scritta nei primi mesi del 2012 ad una sua conoscente, tutt’ora residente in Brasile, così spiegava. “Io, in Italia, ad Asiago, dove abito in provincia di Vicenza, lavoravo come insegnante alla Scuola Tecnica Industriale (Senai <484), dove ho insegnato negli anni 1947-1948 e 1948-1949; avevo quindi, un buon lavoro, ero diplomato Perito Industriale Meccanico, dopo aver studiato 10 anni ad Asiago e 4 anni a Vicenza. Quindi, non sono venuto in Brasile a cercare lavoro, ma sono venuto via dall’Italia per cercare di dimenticare le nefandezze della guerra, la cattiveria di noi uomini, dico di noi, anche se la guerra io non la avevo combattuta. Proprio così, noi uomini siamo cattivi – crudeli. Il lavoro qui ad Asiago, era molto scarso e molti abitanti sono emigrati in Argentina, in Venezuela e, quando fu possibile, in Canada e Svizzera” <485. Gaspare partì con in mano un contratto di lavoro procuratogli da un coetaneo, vicino di casa in Italia, che studiava teologia in Brasile presso i padri Giuseppini, per diventare sacerdote. Prima di rivolgersi a questo conterraneo, aveva spedito due lettere ad altrettanti asiaghesi emigrati in Argentina, dai quali non aveva però ricevuto risposta; per raggiungere l’Argentina infatti, come per l’Australia, serviva un contratto di lavoro. Anche per il Brasile era necessario avere un’occupazione all’arrivo, oppure si doveva essere chiamati da un parente stretto. Quando Rino aveva già il passaporto pronto, ma aspettava che finisse l’anno scolastico, un suo ex compagno di scuola, Renato Dal Sasso, gli chiese se si poteva interessare anche per lui presso questo conoscente in Brasile; cosicché Dal Sasso lo precedette di qualche mese <486. Rino, quando salpò da Genova, sapeva che sarebbe andato a lavorare a Caxias <487, nel Rio Grande do Sul, dove iniziò a lavorare fin dal giorno dopo […]

Immagine da Asiago.it

Questa foto è offerta da Asiago.it, portale turistico dell’Altopiano di Asiago.

[NOTE]

477 Per i saldi migratori di ciascun comune, inerenti l’intero periodo preso in esame, si veda in Appendice la Tavola n. 2. 478 Lusiana (-775), Conco (-683), Foza (-656), Roana (-368), Gallio (-366), Asiago (-260) e Rotzo (-93). 479 Si vedano in Appendice la Tavola n. 3 relativa all’andamento degli iscritti da altro Comune e dei cancellati verso altro Comune e la Tavola n. 4 relativa all’andamento degli iscritti dall’Estero e dei cancellati per l’Estero. 480 Il sito della Fondazione Archivio diaristico nazionale risponde all’url http://www.archiviodiari.org/. La schedatura, tramite l’Opac della Rete documentaria di Arezzo (url ), è stata effettuata nel marzo del 2011.
481 Si è considerata Ginevra Girardi (già citata in altre occasioni) come una testimone privilegiata, in quanto lei stessa è un’emigrante interna, oltre ad essere amica, sorella e figlia di migranti: suo padre infatti emigrò per due volte negli Stati Uniti d’America, prima e dopo la Grande Guerra, mentre suo fratello Romeo (anch’egli già citato) partì per la Francia, per poi stabilirsi definitivamente a Torino.
482 Lettera di Antonietta Rigoni, 17 febbraio 2011.
483 Il primo incontro avuto con il prof. Rela risale al 17.12.2011; l’appuntamento si concluse con la scoperta che, per un “problema tecnico”, la registrazione del nostro incontro (e conseguentemente della sua testimonianza) non era riuscita. A causa di tale inconveniente, ma paradossalmente grazie a questo e soprattutto grazie alla sua disponibilità, è stato stabilito che sarei tornata a trovarlo. Da allora sono salita frequentemente ad Asiago, andando a casa sua più volte, perché tra una visita e l’altra il prof. Gaspare mi metteva da parte del materiale inerente l’emigrazione, ma anche per il solo piacere di andare a fargli visita e parlare con lui. Per tutto ciò quindi, e specialmente per l’affetto dimostratomi, gli debbo molta riconoscenza. A volte lo nominerò come Rino, in quanto è così che a lui tutti si rivolgono; a tal proposito una volta mi disse di chiamarlo Gaspare oppure Rino, ma di smetterla con l’appellativo di “Professore”; a me d’altronde veniva spontaneo chiamarlo così, in quanto lo ricordavo vicepreside ed insegnante, anche se di altre sezioni, presso le scuole medie che avevo frequentato da ragazza: ed a quel tempo, se pure non si può dire che fosse burbero, appariva però particolarmente serio, al punto da incutere soggezione.
484 Fa riferimento al “Serviço Nacional de Aprendizagem Industrial”, un tipo di scuola di formazione presente in Brasile: http://en.wikipedia.org/wiki/SENAI.
485 La lettera scritta da Gaspare Rela è datata 26 febbraio 2012 ed è indirizzata a Dona Laura, una ex vicina di casa.
486 Rino Rela e Renato Dal Sasso, anche lui di Asiago, si erano diplomati nel settore meccanico presso l’Istituto Tecnico Industriale “Alessandro Rossi” di Vicenza, nell’anno scolastico 1945-46.
487 Di Caxias, prototipo delle città sviluppatesi nel Rio Grande do Sul con la colonizzazione di veneti, lombardi e trentini a partire dal 1875/78, tratta Franzina, Un fronte d’oltreoceano cit., p. 232.
Paola Monaco, L’Altopiano dei Sette Comuni: una lunga storia di emigrazione (1876-1972), Tesi di Laurea, Università Ca’ Foscari Venezia, Anno Accademico 2011/2012