Nel 1970 Falqui dirà alla Ortese di non aver mai avuto nulla contro di lei

Anna Maria Ortese 2 nacque a Roma il 13 giugno 1914, penultima di sei fratelli in una famiglia molto povera. Suo padre, Oreste, fu impiegato governativo, nato in Sicilia ma di origini catalane. La madre, Beatrice Vaccà, napoletana, di genitori romanocarraresi (il nonno, Giuseppe Vaccà, era uno scultore piuttosto noto).
Nel 1915 il padre dovette partire per il fronte e la famiglia era costretta a trasferirsi, prima nelle Puglie, poi a Portici.
In assenza del padre era stata la nonna a occuparsi dell’ordine e dell’andamento familiare. La scritrice stessa parlava di sua nonna con ammirazione e con affetto: “Si chiamava Brigida ed era molto vitale, icoraggiante per la nostra povera famigliola spaurita. […] In quegli anni c’era la guerra, e noi bambini eravamo troppo piccoli per capire quello che ci succedeva intorno, e vivevamo ogni giorno con la fame, con la paura. Ma lei riusciva a trasformare tutto in un gioco”. 3
In progresso di tempo varie difficoltà e disgrazie privarono Anna Maria Ortese di tutta la famiglia. Nel 1933 suo fratello, Manuele, marinaio, morì nella lontana isola di Martinica. Poco dopo anche il fratello Antonio morì in Albania. Altri due fratelli emigrarono in Canada e in Australia. Dopo la morte dei genitori nel 1950 e nel 1952 4 Anna Maria visse molti anni solo con sua sorella Maria e quando, nel 1995, la sorella morì alla scrittrice crollò il mondo. La scomparsa dell‘amata sorella aveva lasciato un vuoto e un dolore da cui non sapeva proteggersi: “Mi manca, Maria. Lei è stata la mia famiglia, mi ha incoraggiata, ha creduto nel mio lavoro. Senza lei sarei morta mille volte, e chi se ne sarebbe accorto?” 5
1.2 Gli studi
A causa del trasferimento frequente e anche della situazione economica Anna Maria Ortese non poté mai studiare e possiamo dire che è stata un‘autodidatta. Le prime classi delle elementari le frequentò a Potenza, la città in cui si erano trasferiti quando il padre era ritornato dal fronte, ma le frequentava con molta irregoralità e non imparò quasi niente. 6
Nel 1924 la famiglia si trasferì in Libia, a Tripoli, dove Anna Maria frequentava la scuola nuovamente ma con regolarità.
Nel 1928 la famiglia rientrò in patria e si stabilì a Napoli.
Anna Maria si iscrisse al primo anno di un istituto commerciale ma lo frequentava con malavoglia e l’abbandonò molto presto. Dopo aver lasciato la scuola, prese lezioni di musica per alcuni anni con l’ambizione di ottenere il diploma al Conservatorio e di insegnare musica. 7  Ma anche questa attività venne abbandonata piuttosto rapidamente perché la Ortese ormai sentiva la necessità di esprimersi in letteratura.
1.3 La vita a Napoli
Napoli è la città in cui Anna Maria Ortese trascorse la sua adolescenza e giovinezza, è la città che la formò dal punto di vista umano, civile e culturale, e che le diede i primi dolori.
A Napoli iniziò anche ad interessarsi di letteratura. Nella casa in via Del Piliero, dove abitava con la famiglia, leggeva e rileggeva lentamente pagine di letteratura, di storia e di filosofia. 8 Con ammirazione e passione leggeva opere di Edgar Allan Poe e successivamente opere di molti altri scrittori inglesi e americani finché, verso i vent’anni, non si innamorò dell’opera di Katherine Mansfield: “Non avevo mai visto una bellezza simile” 9 disse la Ortese della sua ispiratrice.
La carriera letteraria di Anna Maria esordí da una dolorosa ciscostanza: la scomparsa del fratello Manuele, marinaio, morto nella lontana isola di Martinica. Dopo la sua morte sulla casa si abbatté un silenzio strano e disperato.
“Questo silenzio, almeno per me che ero sempre sola, durò qualche mese, e non vedevo modi di uscirne. Alla fine un giorno – anzi una mattina -, improvvisamente pensai che, se non altro, dato che ne morivo, potevo descriverlo. E mi misi al tavolino e scrissi una lunga poesia intitolata Manuele, in cui raccontavo, parlandone all’ombra del marinaio, questo silenzio” 10 ricorda Anna Maria.
Senza alcuna speranza inviò i versi, dedicati al fratello ormai sepolto nella lontana Martinica, al prestigioso periodico “La Fiera Letteraria” e qui fu fortunata. Il direttore del periodico decise di pubblicarli e questo straordinario accadimento rappresentò per la giovane Ortese l’incoraggiamento a procedere nell’attività letteraria. 11
L’anno successivo la Fiera pubblicò il primo racconto della promettente scrittrice intitolato “Pellerossa”, ma essendo stata derisa e presa in giro dalla sua stessa famiglia, fu costretta a pubblicare i suoi racconti sulla rivista con lo pseudonimo di Franca Nicosi.
Nel 1937, su iniziativa dello scrittore e del nuovo direttore de “La Fiera Letteraria”, Massimo Bontempelli 12, l’editore Bompiani pubblicò la raccolta di racconti “Angelici dolori”. Il libro venne accolto abbastanza bene, ma alcuni critici, tra cui Enrico Falqui 13, stroncarono duramente l’opera e fecero dubitare fortemente la giovane autrice della sua carriera. Molti anni dopo, nel 1970, Falqui dirà alla Ortese di non aver mai avuto nulla contro di lei ma che voleva colpire con la sua stroncatura lo stesso Bontempelli, con il quale avevano profondi contrasti ideologici e letterari. 14
1.4 L’abbandono di Napoli e la vita a Rapallo
Durante la seconda guerra mondiale un bombardamento da parte di aerei americani provocò il crollo della casa degli Ortese e la famiglia dovette partire prima per il Lazio e poi per il Veneto dove rimase fino alla fine della guerra. Nel 1945 la famiglia ritornò a Napoli. Gli anni seguenti presentavano orrore per Anna Maria Ortese: era rimasta senza casa, senza soldi e la situzione della città appena uscita dalla guerra la colpiva a tal punto che nel 1952 decise di partire per Milano. 15 Ma allora non poteva prevedere che avrebbe lasciato per sempre la sua città. Era stata a Milano, a Roma, e per lavoro anche in altre città, finché, nel 1975, non giunse a Rapallo, nella riviera ligure di Levante, dove abitava insieme a sua sorella. A Rapallo, Anna Maria Ortese viveva molto ritirata, completamente dedita alla scrittura. Trascorse la sua anzianità in solitudine e povertà.
Negli anni ‘80 Roberto Calasso, il direttore della casa editrice Adelphi, su consiglio di Pietro Citati, ristampò L’Iguana e fu grande successo. Nel 1993, quando uscì Il cardillo addolorato, la Ortese finalmente venne a vedere il successo della sua opera e con esso anche il miglioramento della sua situazione economica. 16
Il 10 marzo 1998, dopo un collasso cardiocircolatorio, Anna Maria morì all’ospedalle di Rapallo.
1.5 La vita personale
Anna Maria Ortese non si sposò mai e non ebbe figli. Infatti aveva una visione negativa dell’unione matrimoniale: riteneva il matrimonio come un qualcosa che comporta tagli alla propria vita, al proprio tempo e alla propria immaginazione. Anche del sesso, secondo lei, si può fare a meno nel momento in cui si decide di non riprodursi e allora la mente può essere impiegata in altre attività. 17 Questa visione negativa derivava probabilmente da una delusione amorosa: la fine della sua relazione a Milano con Marcello Venturi 18, l’uomo a cui era stata legata per lungo tempo.
Anna Maria Ortese era una persona molto diffidente, paurosa, nevrotica e timida, ma aveva alcuni veri amici in cui confidò, tra cui anche lo scrittore Dario Bellezza. 19 Anna Maria incontrò Dario Bellezza nel 1970 e nacque una frequentazione e una relazione molto intensa tra loro. Anna Maria aveva cinquantasei anni, Dario ne aveva venticinque ma dopo il loro primo approccio diventarono inseparabili, fino a quando le loro vite non furono separate dalle malattie: l’AIDS per Dario, un forte deperimento organico e un male incurabile di cui non si è mai saputo molto per la Ortese. Anna Maria provava per Dario una gratitudine profonda e un autentico affetto.
Dario aiutava Anna Maria in ogni modo possibile, con recensioni, interviste ecc. E fu lui, nella seconda metà degli anni Settanta, a richiamare l’attenzione su di lei, soffermandosi sulla sua opera. 20
2 Il cognome infatti suonava precedentemente Ortez perché il padre di Anna Maria Ortese fu di origini catalane. Cfr. Borri, Giancarlo, Invito alla letteratura di Anna Maria Ortese, Mursia, Milano, 1988, p. 13.
3 Cit. Battista, Adelia, Ortese Segreta, Minimum fax, Roma, 2008, p. 48.
4 Cfr. Seno Reed, Cosetta, Biography: Ortese, Anna Maria (Internet), The University of California at Berkeley, (pubblicato 2004; consultato 20 giugno 2009). Disponibile all’indirizzo: http://www.lib.uchicago.edu/efts/IWW/BIOS/A0225.html.
5 Cit. Battista, Adelia, Ortese Segreta, Minimum fax, Roma, 2008, pp. 42-43.
6 Cfr. Borri, Giancarlo, Invito alla letteratura di Anna Maria Ortese, Mursia, Milano, 1988, p. 14.
7 Cfr. Battista, Adelia, Ortese Segreta, Minimum fax, Roma, 2008, p. 25.
8 Cfr. ibid. p. 25.
9 Cit. Ortese, Anna Maria, Dove il tempo è un altro (Internet), Micromega, Roma, 1990, In: Archipelago, (pubblicato 1997, consultato 20 giugno 2009). Disponibile nella traduzione inglese di Henry Martin all’indirizzo: http://www.archipelago.org/vol2-4/ortese.htm.
10 Cit. ibid.
11 Cfr. Borri, Giancarlo, Invito alla letteratura di Anna Maria Ortese, Mursia, Milano, 1988, p. 15.
12 Massimo Bontempelli, 1878-1960, narratore, autore di teatro, saggista, critico letterario; Bontempelli era una delle più importanti persone della letteratura postmoderna in Italia. È considerato il teorizzatore del cosiddetto “realismo magico“. Insieme a Malaparte fondò la rivista 900. Collaborò a vari giornali e riviste: Il Marzocco, La Nazione, Il Messaggero, L’Italia letteraria ecc. Tra le sue opere maggiori ricordiamo: La vita intensa (1920), Eva utlima (1923), Nostra dea (1925) e Giro del sole (1941). Cfr. Ghidetti, Enrico, Luti Giorgio, Dizionario critico della letteratura italiana del Novecento, Editori riuniti di Sisifo, Roma, 1997, pp. 112-113.
13 Enrico Falqui, 1901-1974, critico letterario, saggista, filologo; Collaborò a numerosissime giornali e riviste: Circoli, La Fiera Letteraria Il Tempo e altre ancora. Tra le sue opere critico-letterari ricordiamo: Scrittori Nuovi (1930), Novecento italiano (1950) e Il futurismo e il novecentismo (1953). Cfr. Pelán, Jiří, Slovník italských spisovatelů, Libri, Praha, 2004, p. 323.
14 Cfr. Fiori, Gabriella, Anna Maria Ortese o dell’indipendenza poetica, Bollati Boringhieri, Torino, 2002, p. 30.
15 Cfr. Ortese, Anna Maria, Dove il tempo è un altro (Internet), Micromega, Roma, 1990, In: Archipelago, (pubblicato 1997, consultato 20 giugno 2009). Disponibile nella traduzione inglese di Henry Martin all’indirizzo: http://www.archipelago.org/vol2-4/ortese.htm.
16 Cfr. Obstová, Zora, Ženy v italské moderní literatuře, Univerzita Karlova v Praze, Praha, 2008, p. 82.
17 Cfr. Stanziano, Lucia, Anna Maria Ortese e Paola Masino: due scrittrici d’avanguardia, (Internet), La Biblioteca Provinciale di Foggia la Magna Capitana, Foggia, (publicato 2006; consultato 2 giugno 2009). Disponibile all‘indirizzo: http://www.bibliotecaprovinciale.foggia.it/capitanata/2006/2006pdf/2006_19_45-52_Stanziano.pdf.
18 Marcello Venturi, 1925-2008, narratore, giornalista, esponente del neorealismo; Da giovane combattè nella Resistenza. La Resistenza italiana è anche uno dei temi fondamentali delle sue opere. Lavorò presso il quotidiano L’Unità e presso la casa editrice Feltrinelli. Tra le sue opere ricordiamo: Dalla Sirte a casa mia (1952), Sconfitti sul campo (1967) e Terra di nessuno (1975). Cfr. Pelán, Jiří, Slovník italských spisovatelů, Libri, Praha, 2004, p. 715.
19 Dario Bellezza, 1944-1996, narratore e poeta; La sua opera si è spesso ispirata a temi autobiografici, tra cui anche l’omosessualità. Le sue opere maggiori sono: Invettive e licenze (1971), Lettere di Sodoma (1972) o Morte segreta (1976). Bellezza è anche autore di un’appassionata ricostruzione della morte di Pasolini Morte di Pasolini (1981). Cfr. Ghidetti, Enrico, Luti Giorgio, Dizionario critico della letteratura italiana del Novecento, Editori riuniti di Sisifo, Roma, 1997, p. 59.
20 Cfr. Battista, Adelia, Ortese Segreta, Minimum fax, Roma, 2008, p. 54.
Beáta Bogdánová, L’Iguana di Anna Maria Ortese, Tesi di laurea, Masarykova univerzita, Brno, 2009, pp. 8-12