
Siamo andati a Hajòs in Ungheria dove Matteo Massagrande ha uno studio per dipingere.
Chiara Salvini in neldeliriomaisola, 25 gennaio 2021

Nato a Padova nel 1959, Matteo Massagrande è pittore ed incisore, profondo conoscitore della storia dell’arte antica e contemporanea. Si interessa allo studio di antiche tecniche di pittura, di incisione e all’arte del restauro.

Frequenti sono i suoi viaggi in Europa e nel mondo, pretesti, spesso, per sviluppare cicli pittorici e grandi composizioni. Ha iniziato ad esporre nel 1973 partecipando a mostra collettive e a concorsi, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il Premio Internazionale Città di Pordenone 1980, il Premio Rizzoli per la grafica 1982, il Premio Burano di pittura 1986; ottiene il Premio Under 35 alla Terza Biennale d’Arte Sacra di Venezia 1987. Parallela a quella pittorica si è sviluppata l’attività grafica iniziata già nel 1974, sottolineata dalla presenza in numerose collettive di prestigio.

Recentemente alcune sue incisioni sono entrate a far parte del Gabinetto delle Stampe degli Uffizi di Firenze. E’ sempre stato fedele, rifiutando tutti gli “ismi” e le mode del tempo, a una sua personale visione pittorica nobile. Il suo linguaggio è una sintesi colta tra la grande storia e le più moderne ricerche figurative. Ha all’attivo oltre cento personali in Italia e all’estero. Le sue opere si trovano in numerosi musei, chiese, collezioni pubbliche e private.

Le stanze di Matteo Massagrande sono ambienti dall’incanto ipnotico in cui viene voglia di perdersi. Vuote, sì, in quanto non solo disabitate, ma prive addirittura di arredi, di qualsiasi lascito. Eppure l’effettivo vuoto fisico è a malapena avvertito, subito emendato dalla profondità degli echi che risuonano tra i muri scrostati e le piastrelle consumate dal tempo, dai raffinatissimi giochi della luce morbida e pluviscolare, dal senso di un vissuto che si avverte ancora lì, presenza invisibile ma potente. Muri scabri, infissi che portano inciso il proprio vissuto, pavimenti consumati da passi perduti. Così sono le stanze di Matteo Massagrande, luoghi abbandonati con un’unica protagonista: la luce.
Vive a Padova e divide la sua attività tra lo studio a Padova e quello di Hajòs (Ungheria).
da Il Ponte 04 in Chiara Salvini, articolo citato
