
Il trasferimento degli uomini di Giumelli alla 55^ Rosselli causò notevoli difficoltà alla I divisione in Valtellina. La 40^ Matteotti aveva già perso dei distaccamenti, passati come vedremo in un prossimo capitolo alle dipendenze dell’alta valle. Ora la 90^ Zampiero era stata quasi completamente spiumata. Il I battaglione, quello di Giumelli, si era trasferito in Valsassina, del II battaglione rimanevano solo il comandante e il commissario, attivi presso il comando di divisione dei Bagni e il III contava appena due distaccamenti, insediati a S. Martino Val Masino con effettivi ridottissimi <138. Scarsi erano pure l’armamento, l’equipaggiamento e i viveri, molti dei quali portati via dagli uomini di Giumelli. I collegamenti andavano ricostruiti <139. Il morale tuttavia sembrava buono: “tendenza generale in tutti a prendere con senso di umorismo e allegria la presente situazione” <140.
I comandanti della I divisione si adoperarono per riallacciare buoni rapporti con la popolazione. Come riconosce Giumelli: “Nicola dopo questi fatti si era molto ammansito, le cose erano cambiate. Ecatombe di buoi e ruberie non ne sono più successe. Perlomeno, le grane hanno provocato una riaffermazione dei principi” <141. Il comando della I divisione scaricò le colpe dei cattivi rapporti con la popolazione sull’ex comandante della 90^: “Il comandante della 90^ Brigata, Nino, attualmente comandante della 52^ Brigata ha letteralmente sconquassata la zona occupata dalla 90^ Brigata”. Furono organizzate conferenze a Cevo, Caspano e Roncaglia sul CLN, sul CVL e sugli incidenti appena passati <142. Secondo le indicazioni di Neri, furono costituite nuove giunte popolari, nuovi gruppi di difesa della donna e i giovani furono inquadrati nel FdG <143. “I rapporti con la popolazione sono più buoni e migliorano sempre più. Si riacquista poco a poco quella fiducia che era venuta a mancare e con la nostra buona volontà contiamo di portare la popolazione su un piano di collaborazione che sia ottimo” <144.
Ma era ormai troppo tardi. Il 15 novembre 1944 la Delegazione del Comando Generale inviò una comunicazione al Comando di Raggruppamento in cui elencava le mancanze all’origine delle crisi di ottobre. Innanzitutto, secondo la delegazione i comandanti erano troppo lontani dagli uomini. Si dava il caso di partigiani che pur essendo inquadrati in una brigata da tre mesi non avevano ancora visto il loro comandante. Poi la mancanza di un lavoro di integrazione da parte dei commissari politici, che avrebbe causato la separazione degli uomini a seconda delle loro idee politiche e religiose. In terzo luogo, le requisizioni fatte indiscriminatamente, senza tener conto delle reali condizioni economiche della popolazione e delle loro possibilità. Infine la condanna a morte di elementi la cui collaborazione col nemico non era stata sufficientemente provata <145.
Lo stesso giorno, un’altra comunicazione della Delegazione al Raggruppamento riaffermava il problema dell’allontanamento della popolazione dai partigiani e prospettava una soluzione: “a questa situazione bisogna porre rimedio al più presto possibile per ritornare ad avere i necessari rapporti di reciproco aiuto tra la popolazione e i patrioti. Tra le misure che la Delegazione vi propone vi sarebbe quella di spostare alcuni quadri comandanti almeno temporaneamente […] E’ notorio che attorno al comandante Nicola, che tanto valore ha già profuso in quelle contrade, si è andata accumulando una serie di lamentele che per la maggior parte sono infondate e quasi sempre a sfondo personalistico […] Come misura per risolvere questo fatto vi proponiamo di chiamare al Comando di Raggruppamento in veste di vice comandante del Raggruppamento il comandante Nicola e di inviare al Comando della I Divisione l’attuale vice comandante di Raggruppamento Neri” <146.
Il Comando di Raggruppamento non fu colto di sorpresa. In verità, lo stesso capo di S. M. del Raggruppamento, Odo, nella sua relazione sulla vicenda Giumelli – Mina aveva già suggerito di rimuovere Nicola: “ascoltati gli uni e gli altri, udito l’umore della popolazione e in specie la deposizione del patriota Giovanni, comandante un battaglione della 40^ (rimasta fedele alla I divisione), reputo necessario che siano presi questi provvedimenti: lo spostamento di Diego e Primo dal Comando della I divisione. Essi si sono resi colpevoli, almeno con vizi di forma, di essersi inimicate le popolazioni delle Vallate e dei paesi viciniori; di avere adottati sistemi di requisizione piuttosto terroristici; di non aver capito che la nostra lotta di liberazione è una lotta a cui devono concorrere tutte le forze unite del popolo e che nelle formazioni partigiane il motto ‘in guerra tutto è permesso’ non è di possibile applicazione. I valligiani e la
popolazione non aiuteranno mai le nostre formazioni fino a che il terrore ingenerato non sarà cancellato col cambiamento dei comandanti” <147.
Oltre alla necessità di recuperare il rapporto con la popolazione, il Comando di Raggruppamento vedeva nella sostituzione di Nicola un passo necessario per migliorare i rapporti con i comandi Giustizia e Libertà in alta valle: “in sede di questo Comando di Raggruppamento i rappresentanti di GL posero come premessa di accordo il cambiamento del comandante della I divisione ed infine i vari CLN locali ci hanno fatto pervenire uguali desideri” <148.
Il 16 novembre dal Raggruppamento partirono due lettere destinate a Nicola e a Neri. A Neri veniva dato l’incarico di ristabilire l’ordine garibaldino e creare le condizioni per l’unificazione con GL <149. Nella lettera a Nicola si legge: “Ti alleghiamo copia della lettera della Delegazione. Leggi con calma e riflessione. Finora abbiamo perso tempo per vedere se le cose si potevano superare ma poiché la Delegazione desidera questo trasferimento qui al Comando di Raggruppamento abbiamo deciso di accettare detta proposta e di dare corso alla trasformazione dei Comandi interessati […] Pensiamo che al raggruppamento sarai prezioso perché certamente saprai infondere a tutte le divisioni a tutte le brigate lo spirito combattivo che ti anima e ti distingue” <150. Contemporaneamente al messaggio ufficiale del Raggruppamento, il Commissario politico Ario, firmandosi Maio, inviava a Nicola una lettera personale: “La delegazione e il Raggruppamento si trovano davanti a delle necessità di forza maggiore. Dobbiamo dare un po’ alla popolazione, la quale carica le responsabilità di Nino, Manuela, Orfeo, Dan e tutti gli errori commessi dai compagni sulle tue spalle. Dobbiamo arrivare a degli accordi importantissimi con Giustizia e Libertà e il caso Carlo (Baruffi, nda) è a tuo carico. Dobbiamo risolvere la questione di Neri che ha creato un po’ di malcontento al Raggruppamento. Neri si è innamorato di una collegatrice (Gianna, cioè Giuseppina Tuissi, nda) e finisce con il trascurare il lavoro e crea ragioni di malcontento tra i compagni. Per queste ragioni siamo arrivati alla determinazione di cambiarvi il posto. Abbiamo ritardato l’inchiesta per vedere se il tempo era in grado di accomodare tutto senza sostituzioni. Ma il caso Neri si impone come misura immediata. Il tuo valore e il tuo spirito combattivo e le tue capacità militari hanno indotto tutti noi a ritenerti il migliore e degno sostituto di Neri. […] Il comandante e il capo di S. M. hanno una profonda ammirazione per te. Sono certissimo che ti troverai bene e avrai grandi soddisfazioni” <151.
Al principio, Nicola esitò ad accettare: preferiva un posto di combattimento a funzioni organizzative, sia pure presso un alto comando garibaldino. Tuttavia, presto vide nel suo trasferimento un’occasione per modificare la disposizione geo-strategica delle forze garibaldine. Nicola pensò di poter lavorare al riposizionamento verso nord della II divisione e al rafforzamento dei collegamenti con la I, superando così gli accordi di Cataeggio che avevano rigorosamente separato le due divisioni e aumentandone la forza e la sicurezza. Di conseguenza, immaginò di poter ampliare la testa di ponte della Val Masino ed aprire nuovi passaggi in Svizzera. Infine, si ripromise di sviluppare il movimento garibaldino in Val Chiavenna <152. Incoraggiato da questi nuovi impegni, Nicola accettò il trasferimento: “non vedo ora alcuna difficoltà al mio trasferimento perché spero lavorando alacremente di dare un buon rendimento” <153. Era il 26 novembre 1944. Tre giorni dopo i nazifascisti scatenarono in Valtellina il più grande rastrellamento mai visto dall’inizio della Resistenza, che per tre mesi cancellò il movimento partigiano in bassa valle. I piani degli alti comandi garibaldini furono ancora una volta scombinati.
[NOTE]
138 Cfr Comando della I divisione alla Delegazione Comando delle Brigate d’Assalto Garibaldi, 15/11/1944, firmato Primo, Issrec, Fondo Gramsci, b1 f5.
139 Comando I Divisione Lombardia al Comando di Raggruppamento, 4/11/1944, firmato Nicola e Primo, Issrec, Fondo Anpi non catalogato, fascicolo “Vertenza Giumelli”.
140 Comando della I divisione alla Delegazione Comando delle Brigate d’Assalto Garibaldi, 15/11/1944, firmato Primo, doc. cit.
141 Intervista fatta al Dott. Giumelli, doc. cit.
142 Cfr Comando della I divisione al Comando di Raggruppamento, 12/11/1944, firmato Primo e Nicola, Issrec, Fondo Anpi non catalogato, fascicolo “Vertenza Giumelli”.
143 Cfr Comando della I divisione al Comando di Raggruppamento, 24/11/1944, firmato Nicola e Primo, doc. cit.
144 Ivi.
145 Cfr Delegazione per la Lombardia del Comando Generale delle Brigate d’Assalto Garibaldi al Comando Raggruppamento I e II Divisione d’Assalto Garibaldi, 15/11/1944, firmato “la Delegazione”, Issrec, Fondo CVL INSMLI, b1 f1
146 Delegazione per la Lombardia del Comando Generale delle Brigate d’Assalto Garibaldi al Comando
Raggruppamento I e II Divisione d’Assalto Garibaldi ecc., 15/11/1944, firmato “la Delegazione”, Issrec, Fondo CVL INSMLI, b1 f1.
147 Relazione sui fatti avvenuti alla I Divisione, s. d.,firmato Odo, doc. cit.
148 Lettera Comando di Raggruppamento Divisioni Garibaldi alla delegazione Comando, 28/11/1944, cit. in Marco Fini e Franco Giannantoni, op. cit., vol I, pag. 212.
149Il Comando Raggruppamento al Vice Comandante di Raggruppamento Neri, 16/11/1944, Musei Civici di Lecco, Fondo Resistenza, faldone 5.
150 Il Comando Raggruppamento al Comandante della I divisione Diego, 16/11/1944, Musei Civici di Lecco, Fondo Resistenza, faldone 5.
151 Lettera di Maio a Diego, 16/11/1944, cit. in Marco Fini e Franco Giannantoni, op. cit., vol I, pag. 214.
152 Lettera di Nicola a Maio, 26/11/1944, Issrec, Fondo Gramsci, b1 f3
153 Ivi.
Gian Paolo Ghirardini, Società e Resistenza in Valtellina, Tesi di laurea, Università degli Studi di Bologna, Anno accademico 2007-2008