In teoria, la GNR avrebbe dovuto ereditare il sistema delle stazioni dei Carabinieri

[…] Ma non tutti i carabinieri erano stati deportati. Nel dicembre del 1943 i carabinieri “affidabili” dal punto di vista politico, erano stati incorporati nella Guardia Nazionale Repubblicana (GNR), il nuovo corpo di polizia costituito il 27 settembre precedente, che ereditava i reparti della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. La GNR avrebbe dovuto rappresentare un corpo armato autonomo, agli ordini del Ministero dell’Interno con compiti di polizia e di ordine pubblico, con una fortissima componente ideologica.101 Sempre in teoria, la GNR avrebbe dovuto ereditare il sistema delle stazioni dei Carabinieri, e quindi svolgere principalmente operazioni di ordine pubblico nelle campagne e di “grande polizia” contro i partigiani, compito che effettivamente svolse; tuttavia mantenne anche in funzione i suoi Uffici Politici Investigativi nelle città, esercitando quindi una notevole pressione sia sugli antifascisti e i partigiani, sia sugli ebrei. Gli UPI, infatti, avevano anche loro il proprio schedario dei sospetti e degli antifascisti, e sicuramente anche degli ebrei, almeno di quelli ritenuti pericolosi. Le notizie sugli UPI locali durante la RSI sono piuttosto frammentarie. Di quello di Bologna si sa che aveva a sua disposizione circa 55 elementi, ed era estremamente attivo. 102
All’interno della GNR venne inquadrata anche la Polizia dell’Africa Italiana. Alcuni reparti della PAI, forti complessivamente di circa 2000 uomini, erano riusciti a rientrare dalle colonie ed erano stati dislocati a Roma. Non sapendo bene cosa farne, il governo della RSI decise di inserirli nella GNR, anche se con scarsi risultati. La PAI, infatti, non aveva mai avuto compiti specifici in Italia, inoltre era stato proprio un suo reparto ad arrestare i carabinieri di Roma il 7 ottobre 1943, 103 con le conseguenze sull’amalgama della truppa che si possono immaginare. […]
101 Luigi Ganapini, Le polizie nella Repubblica Sociale Italiana, in Costantino Di Sante (a cura di), I campi di concentramento in Italia, Franco Angeli, Milano, 2001, pp.269-290.
102 Amedeo Osti Guerrazzi, Un organo della repressione durante la Repubblica Sociale Italiana. Gli uffici politici investigativi della Guardia Nazionale Repubblicana, in “Quellen und Forschungen aus Italienischen Archiven und Bibliotheken”, n.86 (2006), pp.465-490. Le notizie sull’UPI di Bologna alle pp.481-483.
103 Archivio di Stato di Roma, Corte di assise di appello, sezione istruttoria, fascicolo 418.
Amedeo Osti Guerrazzi, Tedeschi, Italiani ed Ebrei. Le polizie nazi-fasciste in Italia. 1943-1945, Pensare e insegnare la Shoah, attività e materiali, Assemblea legislativa. Regione Emilia-Romagna

La storia dell’Arma a nord è ancora tutta da scrivere. Leggendo molti documenti, anche della stessa RSI, si comprende come solo un minor numero di elementi, per ideologia, debolezza o ambizione, <15 aderì in piena coscienza alla Repubblica, mentre la maggior parte di essi rimase, se non fedele al Re ma almeno ai principi morali che ne avevano determinato l’ingresso nell’Istituzione, tra i quali quello di essere a fianco e a protezione della popolazione italiana, in un contesto difficile e pericoloso.
A riprova di quanto affermato, in uno dei tanti documenti della Repubblica Sociale del 19 giugno 1944, un APPUNTO PER IL MARESCIALLO [Graziani] <16 si legge che “…la creazione della Guardia Nazionale Repubblicana, quale unica forza armata di polizia, ha assorbito in un solo organismo: la M.V.S.N: e sue specialità, l’Arma dei Carabinieri e la Polizia Africa Italiana…è noto che le legioni dei Carabinieri, che mantenevano continui contatti con i vari comandi, si sentivano legati all’Esercito, in seno al quale avevano rango di primo piano, da ben compreso spirito militare e da vincoli disciplinare, assolvendo agli incarichi sopra emanati [servizio informazioni, servizi di presidio, esperire indagini e inchieste di natura delicata e idi carattere contingente nel campo militare], con premura, oculatezza e alto senso di giustizia. Sebbene qualche doloroso episodio abbia offuscato – in un periodo di triste memoria – le gloriose tradizioni di fedeltà, disciplina e correttezza dell’Arma dei Carabinieri, tuttavia tale forza armata è entrata a far parte integrante della G.N.R. rinunziando molto a malincuore alla sua caratteristica funzione militare che aveva saputo ben conservare….gli arruolamenti nella G.N.R., necessari per colmare i vuoti verificatisi dopo l’8 settembre 1943 in conseguenza dello sbandamento di carabinieri ausiliari arruolati per la guerra fra i militari di leva alle armi e del congedamento di non pochi carabinieri anziani richiamati, tarati nel fisico e quindi di scarso rendimento, hanno dato un gettito non indifferente. Ma le affrettate operazioni di arruolamento non hanno evitato, contrariamente agli intendimenti superiori, l’immissione nella GNR di elementi moralmente non a posto, dando motivo ad una promiscuità di elementi non tollerabile in un corpo di polizia chiamato ad assolvere delicate funzioni. L’abolizione delle stellette e della vecchia uniforme per i carabinieri, nonché la lamentata convivenza con elementi noti perché dediti ai vizi, ai bagordi, hanno concorso a deprimere il morale di questa massa su cui la Nazione in momenti critici e pericolosi aveva sempre fatto da oltre un secolo assegnamento per garantire l’ordine…a questo si è aggiunta la propaganda radiofonica del nemico [gli Alleati], che non ha mancato di mettere in risalto le virtù di pace e di guerra dei Carabinieri mettendo in evidenza che per quelli in servizio nella GNR era preferibile raggiungere i “patrioti” alla macchia, per non collaborare con i tedeschi e con la milizia fascista…” <17
Il lungo documento rilevava poi che nel momento in cui era stata ordinata la costituzione di alcuni battaglioni di formazione, costituiti esclusivamente da Carabinieri da inviare in Germania, si erano verificate molte diserzioni che avevano pesantemente indebolito la struttura informativa e di polizia militare della GNR. Alla luce di questi fatti, sembrava all’estensore dell’importante documento che doveva andare all’attenzione di Graziani, necessario e urgente procedere a una riorganizzazione dell’Arma con Autorità superiori da scegliersi all’interno dell’istituzione, con particolari doti carismatiche, così da riuscire a farsi seguire dai sottoposti e orientarli subito alle primitive funzioni d’istituto, secondo gli ordinamenti, prerogative e compiti un tempo loro assegnati. Con la prospettiva ricostituzione dei carabinieri le FFAA potranno contare su tale forza per sopperire a tutte le necessità di pace e di guerra. Peccato che nella minuta di questo Appunto agli Atti, non fosse indicato l’estensore, nemmeno con una sigla!
Nonostante alcune entusiastiche affermazioni necessarie per poter presentare l’appunto all’Autorità di vertice e non essere tacciati di ‘disfattismo’, in realtà era molto chiaro che l‘Arma non era affatto ‘fedele’ nella sua interezza al Governo di Salò: venivano ricordati episodi scarsa fedeltà, disciplina correttezza…e quindi questo documento è come il negativo di una fotografia che va sviluppata e letta una volta ‘stampata’. Quegli episodi considerati di scarsa fedeltà e correttezza e disciplina null’altro erano se non il comportamento di singoli individui o reparti a favore della popolazione italiana contro soprusi e ferocia dei nazisti e delle milizie fasciste. E non solo, perché anche dal punto di vista dell’intelligence, molte furono le informazioni passate agli infiltrati del Battaglione oltre le linee nemiche, proprio da elementi del SID, che erano spesso in posizioni ‘chiave’, ad esempio all’intercettazione o alla decrittazione di messaggi criptati.
[NOTE]
15 Come il colonnello CCRR Candeloro De Leo, ad esempio, che diresse il SID fino al disfacimento della RSI: era stato Capo Centro CS a Palermo con il SIM. Verso la fine del conflitto da Milano, pose condizioni ad alcuni emissari del Battaglione per la sua resa…queste non furono accettate e il De Leo fu arrestato proprio da suoi ex-colleghi e processato. Ingloriosa fine.
16 NARA, RG226, NN3-226-90-3.
17 E’ ben noto che i Carabinieri non vollero sostituire gli alamari con il fascio e vi furono anche sollevazioni e tumulti al riguardo. L’estensore del documento aveva ben colto alcune situazioni ‘difficili’. Si legge in altri documenti: …I’uniforme della GNR era stata fatta con lo stesso tessuto grigio.verde adoperato per l’esercito fascista-repubblicano. I gradi e i fregi dei gradi erano uguali a quelli adoperati nel resto dell’esercito. Sulla mostrina vi era un particolare fregio che aveva la forma di una fiamma biforcuta. Il fregio del berretto era d’oro per gli ufficiali, d’argento per i sottufficiali e rosso per i graduati e i soldati, su sfondo grigio-verde, cfr per i dettagli AUSSME, Fondo SIM, 1^ Divisione, Stato Maggiore Generale, SIM, ‘Sezione Bonsignore’, 11 marzo 1945.
Maria Gabriella Pasqualini, L’opera di controspionaggio dell’Arma dei Carabinieri dopo l’8 settembre 1943, – In occasione del Bicentario dell’Arma dei Carabinieri e del 70° Anniversario della Guerra di Liberazione – I Carabinieri nella Resistenza e nella Guerra di Liberazione 1943-1945, Giornata di Studi Saluzzo, 7 novembre 2014, Salone d’Onore antico Palazzo Comunale, via Salita al Castello, 26, Evento organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo, Anpi di Saluzzo, Comune di Saluzzo, Comando Provinciale Carabinieri di Cuneo e Istituto Storico della Resistenza di Cuneo