In generale, il Piano Chaos consisteva nell’infiltrare agenti di destra

In Italia emersero intanto i primi segnali importanti della degenerazione degli apparati statali. Vennero così alla luce il Piano Solo e lo scandalo Sifar. I sospetti si appuntarono da subito anche sul presidente della Repubblica Antonio Segni, eletto nel 1962 con i voti decisivi di neofascisti e monarchici. Il colpo di stato in Grecia del 21 aprile 1967 e le rivelazioni della stampa sui progetti golpisti di De Lorenzo furono la conferma del carattere globale dello scontro in atto contro il comunismo e dello spostarsi del suo baricentro in Europa <763.
Per fare luce sulle deviazioni del Sifar, e per accertare le circostanze in cui i fascicoli intestati a note personalità dello stato erano stati generati nel 1967, venne istituita la Commissione Beolchini <764. La Commissione acclarò che il Sifar aveva portato a termine “minuziose indagini su relazioni extra-coniugali, sulla nascita di figli illegittimi, sulle consuetudini sessuali. Le indagini qualche volta si erano estese anche ai familiari” di uomini politici influenti in Italia. In certi casi, poi, le notizie raccolte risultavano “assolutamente inventate, vere e proprie calunnie di nessuna utilità per la sicurezza della nazione ma utilissime a scopo ricattatorio”. La Commissione denunciò i metodi utilizzati nella raccolta di informazioni: non soltanto per i suoi scopi “deplorevoli” e “scorretti”, ma anche perché mentre venivano “annotati i più labili indizi di un fatto scandaloso”, talora non veniva“dato atto del risultato di più approfonditi accertamenti” che inducevano poi “ad escludere la sussistenza di fatti sospettati” <765. La Commissione non riuscì tuttavia ad acclarare per conto di chi l’opera di fascicolazione fosse stata portata avanti, anche perché moltissimi degli ufficiali interrogati si rifiutarono di fornire informazioni importanti o non furono svincolati dal segreto. Lesecutivo si rifiutò di inviare la relazione della Commissione alla magistratura perché potesse procedere. Anche i documenti trasmessi alla magistratura e alla Commissione parlamentare di inchiesta sugli eventi del luglio 1964, insediatasi il 26 marzo 1969, erano infarciti di omissis. Non furono inviati tutti gli atti della Commissione presieduta dal generale Aldo Beolchini incaricato nel 1967. In particolare fu oscurata la documentazione comprovante gravi deviazioni e perfino consumazioni di reati da parte di esponenti delle istituzioni italiane. Durante la seduta parlamentare del 21 aprile 1967, ad esempio, Tremelloni annunciò che erano stati bonificati i fascicoli riguardanti la vita dei cittadini italiani, salvo poi scoprire attraverso una dichiarazione successiva di Henke, dal 1966 a capo del servizio italiano, che quei fascicoli si trovavano in una stanza di cui possedeva le chiavi. Le scomparse sospette di chi aveva condotto le indagini sulle attività del Sifar, in particolare di Ciglieri, Manes, D’Ottavio e Rocca, morti in circostanze poco chiare e in procinto di essere interrogati dalla commissione d’indagine, testimoniavano il grado di degenerazione dello Stato <766.
Nell’agosto 1967 gli Stati Uniti decisero di interrompere le attività di sostegno ai partiti italiani in conseguenza dell’unificazione socialista – sancita dalla nascita del Psu (Partito socialista unificato) – e dell’apparente unità della Dc. In realtà, dal punto di vista delle covert operations contro il comunismo, questo periodo risulta molto prolifico, come dimostrato dall’elaborazione del Piano Chaos. Contemporaneamente, per quanto riguarda più nello specifico il caso italiano, i servizi segreti americani avevano iniziato a intensificare i contatti con i neofascisti italiani dimostrando quanto profonda fosse la commistione, soprattutto in Veneto, tra On, servizi segreti italiani e stranieri allo scopo di strumentalizzare o coprire gli atti terroristici compiuti dall’estrema destra per evitare lo scivolamento a sinistra delle istituzioni italiane e, allo stesso tempo, l’assenso a tale strategia da parte degli ambienti americani.
In generale, il Piano Chaos consisteva nell’infiltrare agenti di destra in gruppi, associazioni e partiti dell’estrema sinistra extraparlamentare europea con lo scopo di strumentalizzare i movimenti e portarli a compiere atti terroristici tanto estremi da generare caos nella società, determinando un rifiuto dell’ideologia comunista ed inducendo l’opinione pubblica a richiedere che fosse ristabilito l’ordine attraverso misure eccezionali. La logica di base consisteva nello “destabilizzare per stabilizzare” <767. Il Piano ebbe una diretta applicazione anche in Italia. Sua espressione furono infatti l’operazione “Manifesti cinesi” di Stefano Delle Chiaie <768, in contatto con l’Aginter Press, nonché i tentativi del Ventura per farsi accreditare quale editore di sinistra <769. Sempre per generare “Chaos” in Italia venne predisposta l’esercitazione Delfino, di cui si è già parlato <770. Iniziò inoltre in questo periodo la pubblicazione frenetica di bollettini che dipingevano il quadro italiano come uno scenario sull’orlo del collasso: gli scioperi e le agitazioni erano rappresentati come azioni di sabotaggio e di guerriglia organizzate dal Pci e sovvenzionate dall’Urss allo scopo di sovvertire l’ordine pubblico <771.
Nel maggio 1966, a Verona alcuni giovani neofascisti vennero arrestati per detenzione di armi ed esplosivi di origine israeliana <772. Durante la loro breve detenzione i giovani indicarono, come colui che aveva fornito loro le armi, un cittadino statunitense di nome Teddy Richards, in presso il Comando Setaf di Verona e, secondo le dichiarazioni di Carlo Digilio di molti anni più tardi, membro della rete informativo-eversivo predisposta dagli Stati Uniti a Verona con compiti di consulenza tecnica, e quindi propulsiva, in quasi tutti gli attentati dal 1969 in poi <773. Secondo le loro dichiarazioni, Richards aveva consegnato ai giovani fermati circa una ventina di fucili, bombe a mano, mine, congegni vari e tritolo. Inoltre, presso la casa del Richards si erano tenute svariate riunioni alla presenza dei giovani neofascisti italiani <774. L’episodio assume dei tratti ancora più inquietanti se si considera la successiva sparizione di alcuni dei fascicoli concernenti l’imputazione di detenzione di armi ed esplosivo in capo a Massagrande, Besutti e altri, probabilmente da attribuirsi allo stesso Richards allo scopo di impedire che rimanessero sue tracce negli atti. Nel mese di aprile 1967, inoltre, i due servizi organizzarono una crociera studio in Grecia a cui presero parte circa 200 neofascisti – tra cui Merlino e Delle Chiaie. Il viaggio era stato organizzato per permettere ai giovani italiani di studiare le tecniche della presa del potere che avevano portato alla dittatura dei militari. Alla fine del 1967, infine, alcuni esponenti di On (tra cui anche il leader, Pino Rauti) si rivolsero all’addetto stampa dell’ambasciata Usa chiedendogli di finanziare, anche parzialmente, le attività politiche del partito. On ottenne un primo aiuto economico, e poi altri a seguire, tanto che nel novembre 1970 Rauti poteva godere di un assegno mensile di 200 mila lire mensili, in cambio dell’organizzazione di certe attività, come “talune manifestazioni anticomuniste” <775. Nello stesso periodo di tempo, e cioè ancor prima che i piani destabilizzanti diventassero operativi, Rauti non era l’unico neofascista al soldo degli Stati Uniti, ma è documentato che altre strutture Usa tenessero sotto controllo altre personalità, da Digilio a Soffiati, e altri uomini di On legati al servizio segreto dell’esercito statunitense, la Us Army Intelligence Agency, da cui dipendevano direttamente <776.
Il fermento contro il comunismo italiano crebbe in seguito agli esiti delle elezioni per il rinnovo delle Camere, che si tennero il 19 maggio 1968. La Dc e il Pci riuscirono a consolidare le proprie posizioni <777. Il Psu uscì invece fortemente ridimensionato. Perse circa un quattro dei voti complessivamente ottenuti nelle precedenti elezioni dai due partiti che lo costituivano e, l’anno successivo, si sciolse per dare nuovamente vita a Psi e Psdi. La sconfitta del Psu era il segnale evidente che l’elettorato disapprovava l’operato del governo di centro-sinistra, e apriva scenari tutti nuovi per la politica italiana. Il Pci, invece, forte dei consensi degli italiani in una fase di grande tensione sociale, si proponeva come l’interlocutore ideale della Dc, anche se il suo ingresso nella coalizione governativa restava ancora da escludere a causa della conventio ad escludendum <778. Queste considerazioni furono alla base di quella che Moro denominò della «strategia dell’attenzione», ovvero un atteggiamento nei confronti del maggiore partito di opposizione basato su “reciproca considerazione” e “dialettica democratica” che comportava, in sostanza, la necessità di governare attraverso preventivi accordi con l’opposizione che garantissero alle leggi e ai provvedimenti del centrosinistra il consenso del Pci <779.
Che i risultati delle elezioni sanzionassero la disapprovazione del centro-sinistra da parte dell’elettorato, gli americani lo sapevano bene. Con una certa disillusione a causa dell’inefficacia delle azioni poste in essere dall’immediato dopoguerra per “stabilizzare politicamente ed economicamente il paese” <780, gli Stati Uniti preannunciavano un percorso incerto e complicato sia per i governi italiani del futuro che per l’amministrazione statunitense, costretti a confrontarsi con una situazione esplosiva dal punto di vista della conflittualità, costellata dalle manifestazioni di piazza e dagli attentatai terroristici, e con la necessità di rispondere meglio ai mutamenti in corso nella società e nella politica italiana <781.
[NOTE]
763 Il colpo di stato greco era stato effettuato sulla base del Piano Prometeo della Nato, che aveva lo scopo di infiltrazione nell’estrema sinistra in modo tale da generare una serie di attentati da attribuire ai comunisti e di spianare la strada al golpe dei militari. M. Franzinelli, La sottile linea nera, cit. p. 20.
764 A. Viviani, Servizi Segreti Italiani, 1815-1985, Roma, Adnkronos, 1985, vol. II, p. 132.
765 Relazione Beolchini, Roma, 28 marzo 1967, De Lutiis, 2010, p. 64.
766 Ciglieri, a capo dell’Arma dei Carabinieri dopo De Lorenzo, morirà in uno strano incidente d’auto. Manes, suo vice, verrà colpito da infarto pochi minuti prima di deporre, e D’Ottavio, ufficiale di Manes, si sparò al petto. Rocca fu trovato morto nel suo ufficio, ucciso da un colpo di pistola pochi giorni prima della sua audizione di fronte alla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli eventi del giugno-luglio 1964. Rispetto alla sua morte, che fu giustificata con la tesi del suicidio, la Commissione avanzò numerose perplessità.
767 Il piano Chaos era nato in realtà per determinare l’esistenza di una influenza straniera ostile sulla protesta studentesca. Chiaramente illegale per l’impossibilità della Cia di operarvi, secondo il “Rapporto Finale” del Senato statunitense potrebbe essere stato lo schermo per la realizzazione di “covert operations” all’estero. United States Senate, Supplementary Detailed Staff Reports on Intelligence Activities and the Rights of Americans, Book III, Final Report of the Select Committee to study Governmental Operations with Respect to Intelligence Activities, Washington, US Government Printing Office, 1976, pp. 680 e ss.
768 Uno dei partecipanti alla suddetta operazione, Pecoriello, ha dichiarato: “E’ accaduto almeno quattro o cinque volte che io stesso, pur essendo un militante di destra ed anzi proprio per questo, abbia partecipato a manifestazioni, affisso manifesti o fatto scritte “di sinistra”. La prima volta accadde a Roma nel 1964 allorquando affissi dei manifesti di ispirazione marxista-leninista, un’altra volta accadde in Toscana per l’Epifania del 1966. Io ed altri fascisti affiggemmo manifesti di ispirazione marxista- leninista che propugnavano la fuoriuscita a sinistra dal Partito Comunista in occasione di un congresso di tale Partito. Ricordo che alcuni fascisti furono fermati dalla Polizia (a Livorno) mentre affiggevano questi manifesti e vennero immediatamente rilasciati.Un’altra volta, allorquando mi trovavo a Terni, feci delle scritte murali di ispirazione marxista e un’altra volta ancora, sempre nel periodo in cui mi trovavo a Terni, mi recai a Roma per partecipare ad una manifestazione dell’estrema sinistra di fronte all’Ambasciata americana. Si trattava di una manifestazione di tipo pacifista ed io avrei dovuto gettare una bomba a mano contro l’Ambasciata con lo scopo, se possibile, di colpire qualche sentinella e provocare così una reazione contro la manifestazione. So che anche altri avevano ricevuto il mio stesso incarico”. Sentenza ordinanza del Giudice Guido Salvini (1995) sull’eversione dell’estrema destra, p. 359; Perizia Aldo Giannuli in fasc. H-a-1 pp. 256-257.
769 Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri, Reparto Eversione, Annotazione sulle attività di guerra psicologica e non ortodossa, (psychological and lowdensitywarfare) compiute in Italia tra il 1969 e il 1974 attraverso l’ “Aginter Presse”, 23 luglio 1996; M. Franzinelli, La sottile linea nera, Milano, Rizzoli, 2008, p. 32.
770 Tribunale di Milano, A. Giannuli, Relazione di perizia nel procedimento penale n. 2/92F KG.G.I., n. 9/92A RG.P.M., 12 marzo 1997, p. 87.
771 S. Manfredi, Psyops, cit. p. 230.
772 G. Cipriani, Sovranità limitata, cit. pp. 438, 441, 448; G. Flamini, L’amico americano, cit. p. 66;
773 Le dichiarazioni di Digilio presentano un carattere di frammentarietà che rendono difficile ricostruire la struttura e l’operatività dell’organizzazione menzionata. Tribunale Civile e Penale di Milano, Sentenza – ordinanza nel procedimento Procedimento penale nei confronti di Rognoni Giancarlo ed altri, G.I. Guido Salvini, N.9/92A R.G.P.M. N.2/92F R.G.G.I., 3 febbraio 1998, pp. 276 e ss.;
774 Ibid., pp. 321 e ss.
775 Nota della fonte «Aristo» del 12 novembre 1970, in Atti Commissione Stragi, XIII legislatura, doc. varie 11/48, fasc. «Il Tempo»; G. Flamini, L’amico americano, cit. p. 66.
776 Digilio ha dichiarato di aver ricevuto un compenso per le sue attività di spionaggio e di informazione della struttura informativa dipendente dal Comando Ftase, esprimendosi in questi termini: “Il compenso […] era in Lire italiane e che teneva conto delle eventuali spese di spostamenti e delle condizioni in cui versava la mia famiglia dopo la morte di mio padre, non era fisso, ma comunque si aggirava sulle 300.000 che ricevevo circa ogni mese; all’epoca si trattava di una somma discreta. Soffiati veniva invece pagato in dollari e la somma era un po’ superiore alla mia, circa 400 dollari, che riceveva credo quasi sempre da John Bandoli. Del resto Soffiati aveva un ruolo di agente stabile. Inoltre io facevo parte di un settore informativo, mentre Soffiati di un settore operativo che comportava un coinvolgimento e dei rischi maggiori”. Interrogatorio reso da Carlo Digilio in data 21.2.1997.
777 Il Pci guadagnò l’1,6% e il Psiup il 4,5%. La Dc guadagnò lo 0,8% alla Camera e l’1,8% al Senato.
778 S. Colarizi, Storia politica della Repubblica, cit. p.;
779 G. M. Ceci, Moro e il PCI: la strategia dell’attenzione e il dibattito politico italiano (1967-1969), Roma, Carocci, 2013.
780 M. Del Pero, L’alleato scomodo, cit. p. 57.
781 M. Guderzo, Interesse nazionale e responsabilità globale. Gli Stati Uniti, l’Alleanza Atlantica e l’integrazione europea negli anni di Johnson, 1963-1969, Firenze, Il Maestrale, 2000, p. 515; N. Tranfaglia, Dalla crisi del centrismo al compromesso storico, cit. p. 111.
Letizia Marini, Resistenza antisovietica e guerra al comunismo in Italia. Il ruolo degli Stati Uniti (1949-1974), Tesi di dottorato, Università degli Studi di Macerata, 2020