Il Ginseng indiano

Un esemplare di Ashwagandha nel Talkatora Garden di Delhi – Fonte: Wikipedia

La Withania somnifera è una pianta della famiglia delle Solanaceae, usata tradizionalmente nella farmacopea indiana da oltre tre millenni. Limitata un tempo agli areali del subcontinente indiano, si è diffusa in Sud Africa, in Asia orientale, e anche nel bacino del Mediterraneo. In Italia è coltivata in Sicilia e Sardegna.
Questo arbusto legnoso, ricoperto di piccoli peli che gli danno un riflesso grigio-ceruleo, può raggiungere i due metri di altezza; produce fiori di colore giallo-verdastro e frutti simili alle ciliegie, bacche dal colore che varia dal giallo al rosso a seconda del grado di maturazione.
Denominata anche Ashwagandha o Ginseng indiano, era impiegata come tonico epatico, antinfiammatorio, astringente, analgesico, immunostimolante, afrodisiaco. In tempi più recenti, gli studi effettuati su questa pianta hanno dimostrato la sua efficacia nel trattamento delle malattie respiratorie come asma e bronchite, dell’ulcera, dell’iperglicemia, dell’insonnia e della demenza senile.
Il nome Ashwagandha significa “l’odore del cavallo” ed è derivata a questa pianta per il suo odore peculiare e per la sua capacità di aumentare forza e vitalità, “come quella di un cavallo”.
Dell’Ashwagandha si usa l’estratto secco delle radici, oppure la tintura madre ricavata dalle radici fresche. I principi attivi contenuti sono soprattutto witanolidi (lattoni steroidei la cui azione sostiene le proprietà attribuite alla pianta) e alcaloidi.
Secondo l’OMS, la pianta può essere usata come antistress, sia come tonico generale per aumentare l’energia e migliorare i tempi di reazione, sia per promuovere il benessere e prevenire le malattie. Queste azioni sono efficacemente documentate in specifici studi clinici e descritti nella farmacopea e documenti ben consolidati. Gli effetti biologici sono dovuti ai witanolidi, presenti in tutta la pianta e soprattutto nelle radici: questi principi attivi hanno proprietà antinfiammatorie, immunomodulanti, antiossidanti, emopoietiche, antitumorali, oltre che effetti sul sistema endocrino, sull’apparato cardiorespiratorio e sul sistema nervoso centrale.

Fonte: Wikipedia

Per quanto riguarda l’iperglicemia, l’Ashwagandha ha dimostrato di ridurre la glicemia attraverso i suoi effetti sulla secrezione e sulla sensibilità dell’insulina.
Relativamente alla sua efficacia sulle funzioni cerebrali e sulla memoria, uno studio controllato, in cui uomini sani hanno assunto quotidianamente 500 mg di estratto standardizzato, ha riportato miglioramenti significativi nel tempo di reazione e nell’esecuzione dell’attività, rispetto al gruppo che aveva ricevuto un placebo. Un altro studio di 8 settimane su 50 adulti ha mostrato che l’assunzione di 300 mg di estratto di radice di Ashwagandha due volte al giorno ha migliorato significativamente la memoria generale, le prestazioni dell’attività e l’attenzione.
Questa pianta può essere usata in tisane miste con altre piante, per rafforzarne o modularne l’effetto: per es., con la Rhodiola rosea in caso di stress e mancanza di concentrazione e resistenza; con il Ginseng o con l’Eleuterococco per migliorare la concentrazione e l’attenzione; con la Curcuma, per favorire la digestione e contrastare l’iperacidità gastrica; con le bacche di Goji per l’effetto anti-age e come anti-fatica naturale.
Ci sono comunque alcune avvertenze da tenere presenti, dato che alcaloidi e lattoni steroidei vanno gestiti con attenzione, senza abusarne: infatti dosaggi elevati possono causare disturbi gastrointestinali. Inoltre, la Withania somnifera può avere un effetto sedativo ed esercitare interazioni con vari farmaci attivi sul sistema nervoso centrale, tra cui diversi ansiolitici e antidepressivi. Può inoltre aumentare la produzione di ormoni da parte della tiroide. Se ne sconsiglia l’uso in gravidanza, dato che può avere effetti abortivi, e durante l’allattamento al seno.
Antonella Filippi, in “ERBA MANENT” su Cascina Macondo, 20 gennaio 2021