Il Crespino

Fonte: Wikipedia

Il Crespino (Berberis vulgaris, famiglia delle Berberidaceae), detto anche Spina Cristi o Spina Santa, è originario di Europa e Asia settentrionale e si è con il tempo naturalizzato anche nell’America settentrionale.
Usato già 2500 anni fa dagli Egizi contro le pestilenze, è un arbusto molto spinoso, fortemente ramificato, eretto, alto fino a due-tre metri. Le foglie, che cadono in autunno-inverno, sono composte, ellissoidali; sono alterne sui rami lunghi oppure riunite in fascetti su rami molto corti, alla base di ognuno dei quali è presente una spina composta da tre a sette aculei pungenti.

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I fiori si raccolgono in grappoli gialli, densi e pendenti; i frutti, commestibili, sono bacche scarlatte, oblunghe, ognuna contenente due-tre semi.
A maturazione, in estate a luglio, i frutti hanno un sapore asprigno e non sono molto buoni. Dopo le prime gelate, in autunno-inverno, i frutti si addolciscono e possono venire usati per preparare marmellate, confetture e sciroppi dal sapore forte e gradevole. In ogni caso di solito i frutti non si consumano allo stato fresco. Sono molto ricchi di acido malico (cui si deve il sapore acido) e di vitamina C. Si consiglia cautela nel raccogliere le bacche, a causa delle lunghe spine.
In altre tradizioni culinarie, per es. quella russa e soprattutto l’iraniana, i frutti vengono utilizzati spesso per bevande e succhi, ma anche per piatti di carne.
Della pianta si usa la corteccia essiccata, raccolta in autunno-inverno, i cui principi attivi principali sono alcaloidi isochinolinici, principalmente berberina e magnoflorina.
La corteccia essiccata del Crespino si usa grezza, o sotto forma di estratti secchi, fluidi e tinture, da conservare in un flacone ermeticamente chiuso, lontano da fonti di luce o calore.

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Il Crespino ha un’ottima attività antibatterica, confermata dagli studi scientifici.
Alla luce di altri studi relativi al suo impiego nel trattamento della diarrea, si è visto che è efficace nella dissenteria indotta da batteri, non solo per l’azione antimicrobica, ma anche per la capacità di rallentare la motilità intestinale.
La berberina ha attività antibatterica efficace anche in altri casi di infezione che riguardano le palpebre, la congiuntiva e le vie urinarie, oltre che nelle infezioni recidivanti da Candida albicans. Ha proprietà ipoglicemizzanti e ipocolesterolemizzanti, colagoghe, epatoregolatrici.
E’ molto efficace anche nella leishmaniosi cutanea, per trattare le lesioni, varianti da noduli a ulcerazioni, che possono persistere per mesi o anche anni e lasciare esiti cicatriziali.
Un’altra azione dello stesso principio attivo è quella di stimolazione della risposta immunitaria con un’attivazione dei macrofagi, i globuli bianchi che fagocitano i microbi nocivi.
Il Crespino possiede anche altre proprietà, da quella antinfiammatoria a quella di protezione dall’aritmia cardiaca e dall’arresto cardiaco, oltre che di contrasto dell’ipertensione arteriosa.
Ha inoltre un effetto di stimolazione delle contrazioni uterine durante il parto, motivo per cui deve essere evitato in gravidanza.
Per il contenuto di alcaloidi, non va usato durante l’allattamento o somministrato ai bambini.
E’ opportuno non superare le dosi medie indicate: la berberina può causare depressione respiratoria e cardiaca. Al contrario, l’uso delle foglie e del frutto non procura problemi.
E’ bene evitare l’utilizzo di crespino in caso di insufficienza cardiorespiratoria e di ipersensibilità verso i principi attivi.
Decotto di radice di Crespino: mettere un cucchiaino di corteccia di radice finemente sminuzzata in 150 ml di acqua bollente, poi fare bollire per 20-30 minuti e successivamente filtrare; prenderne una-due tazze al giorno.

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Sciroppo di bacche di Crespino: mettere 500 grammi di bacche mature in acqua per farle ammorbidire, togliere i semi, frullarle e unire un po’ di miele; fare cuocere fino a quando il liquido si addensa, lasciare raffreddare e conservare in frigorifero in una bottiglia di vetro scuro.

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Il Crespino si può usare anche per gargarismi e frizioni alle gengive, per contrastare la piorrea: si consiglia di utilizzare il decotto della corteccia e radice al 5-8%.
Una curiosità: nel Medioevo si usava erroneamente il Crespino come cura contro il tifo: la credenza che potesse combattere questa malattia era data dal fatto che è in grado di abbassare la temperatura corporea e dare un momentaneo sollievo, senza però intaccare la vera causa della malattia.
Antonella Filippi, in “ERBA MANENT” su Cascina Macondo, 27 gennaio 2021