Il 1° aprile un nuovo corteo studentesco si riversa nelle strade di Milano

Milano: Piazza San Babila

Gli scontri di Largo Gemelli del 25 marzo 1968 avevano rappresentato un momento di crisi oggettiva per il movimento studentesco milanese, anche perchè preceduto dagli sgomberi e dalla chiusura della Cattolica e delle facoltà della Statale in via Festa del Perdono. Ma parallelamente, nella dinamica generale della mobilitazione studentesca nel capoluogo lombardo, quell’episodio può essere letto come cesura importante per gli sviluppi successivi delle agitazioni universitarie del Sessantotto milanese. Se la contestazione studentesca aveva trovato negli studenti della Cattolica gli interpreti principali, almeno per tutti i mesi tra il novembre 1967 e il febbraio del ’68, l’arrivo della contestazione alla Statale aveva favorito un oggettivo allargamento e un’innegabile radicalizzazione delle proteste giovanili.
Gli scontri del 25 marzo nei dintorni dell’università Cattolica avevano visto come protagonisti gli universitari milanesi, forse per la prima volta mescolati in un’aggregazione non più facente riferimento all’ateneo d’appartenenza, almeno non in via prioritaria. Naturalmente nella creazione di questo coagulo cittadino aveva svolto un ruolo di primo piano proprio la tendopoli di Largo Gemelli, che aveva costituito un punto di riferimento universale per tutti i mesi precedenti al marzo ’68.
In questo senso il rapporto tra il movimento studentesco milanese e il contesto cittadino circostante merita particolare attenzione. I cortei studenteschi successivi al 25 marzo sono il luogo in cui si coagulano adesioni e alleanze, rappresentano il nodo di riferimento per l’analisi della fase di uscita dall’università, che naturalmente ha caratterizzato anche il movimento milanese.
Non per nulla la risposta degli studenti agli sgomberi e agli scontri del 25 non si fa attendere.
Martedì 26 marzo un primo concentramento di studenti compare già nella mattina <608, in piazza del Duomo, dove agli universitari si aggiungono “alla spicciolata” anche moltissimi studenti provenienti dai licei e dagli istituti tecnici e professionali. Nel pomeriggio ancora al Duomo convergono spezzoni universitari dai vari atenei, per dare vita ad corteo di protesta particolarmente fastidioso per la circolazione pubblica.
“Nel pomeriggio […] gli studenti si sono riuniti nuovamente in piazza del Duomo, giungendo, oltre che da via Festa del Perdono e dalla Cattolica, anche dalla Bocconi, dalla Città degli Studi e da numerosi istituti medi. Si è raccolta in tal modo una folla di circa quattromila persone che si è avviata lungo corso Vittorio Emanuele, inalberando cartelli di protesta. I primi vistosi imbottigliamenti di traffico si sono avuti quando, in San Babila, è stato compiuto un prolungato sit-in. Poi, lungo corso Matteotti, il corteo ha raggiunto piazza della Scala, seguito e fiancheggiato soltanto da agenti di polizia in borghese. In via Santa Margherita da un manipolo di studenti […] è partita una fitta sassaiola, che ha raggiunto le vetrine degli uffici di pubblicità del Corriere. Quattro vetrine sono andate in frantumi […]. I dimostranti, ripresa la marcia, sono giunti in piazza Cordusio. Da quel momento, – erano le 18,30 e fino alle 20,30 – piazza Cordusio è rimasta bloccata. Tram, autobus, veicoli privati si sono allungati in chilometriche code, che paralizzavano progressivamente l’intero centro cittadino”. <609
Corteo del tutto simile si ripete il giorno successivo, il 27 marzo, bloccando nuovamente le strade del centro cittadino nell’ora di punta del rientro serale.
“Complessivamente oltre millecinquecento [studenti] sonosi predisposti in corteo et habent attraversato vie cittadine transitando davanti sede palazzo Giustizia et davanti questa prefettura ove habent lanciato grida protesta. Habent poi raggiunto piazza San Babila ove dopo essere rimasti seduti per terra per qualche tempo at ore 20,30 circa manifestazione habet avuto termine. Corteo durante sfilamento habet sostato in alcuni punti ostacolando traffico particolarmente intenso data l’ora”. <610
I cortei e i blocchi stradali si ripetono con minore partecipazione anche il 28 <611, il 29 <612 e il 30 <613 marzo, coinvolgendo altre zone della città. Il 1° aprile un nuovo corteo studentesco si riversa nelle strade di Milano per contestare il comunicato del rettore Polvani che aveva deciso di rimandare la riapertura dell’università di Stato fino alla conclusione delle vacanze pasquali. Decisione che poi sarebbe stata condivisa anche dalle autorità accademiche della Cattolica, come si è visto.
“I partecipanti […] sono partiti da piazza Santo Stefano alle ore 19 e hanno progressivamente bloccato il traffico lungo la Cerchia dei Navigli fino a piazza Cavour, in via Manzoni, in piazza della Scala, in via Orefici. Il corteo è giunto in piazza Cordusio alle ore 19.30 e se ne è praticamente impadronito, con la consueta tecnica di sedersi o di sdraiarsi a tutti gli imbocchi. Un oratore, con altoparlante, cercava di giustificare l’iniziativa, ma la sua voce veniva sommersa nello sfrenato coro di “clacson” che si levava da centinaia di automobili rimaste bloccate. La piazza è stata sgomberata soltanto alle ore 20″. <614
Questi cortei della fine di marzo erano rivolti ad esprimere il disagio degli universitari milanesi, estromessi dalle facoltà con sgomberi e serrate o comunque sottoposti alle minacce di sospensione dell’anno accademico. D’altra parte i successivi cortei di aprile dimostreranno – se non altro sul piano simbolico – l’allargamento dell’intervento studentesco su piani e problemi molto distanti dal mondo universitario tout court.
Se si esclude il corteo del 1° aprile il movimento studentesco si mobiliterà altre 4 volte nel corso del mese, in tutte le occasioni mosso dall’identificazione o dalla solidarietà con altri studenti in lotta.
E’ il caso dell’assemblea pubblica con comizio tenuta il 4 aprile <615 a piazza Mercanti, in cui gli universitari manifestano con gli studenti medi, nell’ambito di uno sciopero degli insegnanti della Cgil della provincia lombarda. Oppure della manifestazione organizzata in memoria del leader nero Martin Luther King <616, nella serata del 9 aprile <617.
Ancora più articolato è il percorso conflittuale del piccolo ma agguerrito corteo della sera del 12 aprile, organizzato in segno di protesta per il ferimento del leader studentesco berlinese Rudi Dutshke.
“I manifestanti si sono diretti verso la sede del consolato della Germania Federale, in via Solferino 38, e successivamente si sono abbandonati a una teppistica gazzarra attorno alla sede del nostro giornale, frantumando le finestre con lanci di sassi e di bastoni e danneggiando le automobili in sosta. Le pietre erano state appositamente portate sul posto da squadrette dei più fanatici dimostranti che hanno bersagliato anche le vetrine della Banca del commercio e dell’industria all’angolo di via Moscova con via Solferino”. <618
Nella sola via Solferino gli studenti trovano quella sera tre simbolici avversari contro cui sfogare la loro agitazione. Oltre all’ovvio consolato tedesco avevano a disposizione la sede principale dello ‘Springer’ locale, cioè la redazione del Corriere della Sera, editore a livello nazionale che aveva seguito le vicende dei movimenti studenteschi italiani con un taglio simile a quello dell’omologo tedesco. Con un misto di diffidenza scettica, avversione esplicita e, salvo rare eccezioni, sostanziale incomprensione del fenomeno studentesco nel suo complesso. Infine nulla di meglio che dedicare le ultime pietre alla vetrata di una banca, dal momento che quello che si andava rappresentando era un conflitto sempre più marcatamente anticapitalista, ormai senza troppi mezzi termini.
Il 30 aprile un nuovo corteo studentesco sfila in solidarietà con gli studenti romani, reduci dagli scontri di piazza Cavour del 27 aprile: è una manifestazione in segno di protesta per gli arresti effettuati durante i disordini, e soprattutto per i processi per direttissima aperti dalla magistratura nei confronti degli studenti capitolini arrestati.
“Pomeriggio odierno habet avuto luogo preannunciata manifestazione organizzata da locale comitato studentesco per protesta noti fatti verificatisi Roma. Verso ore 18 sono affluiti in piazza Duomo circa 1.500 studenti universitari et medi che dopo aver sostato per qualche tempo sonosi predisposti in corteo et habent attraversato con cartelli et scriscioni vie cittadine transitando davanti consolato greco et locale sede questura. Studenti habent poi raggiunto piazza Scala portandosi causa fitta pioggia sotto galleria Vittorio Emanuele ove manifestazione estesi conclusa at ore 20”. <619
Le manifestazioni pubbliche del maggio milanese si aprono giovedì 2 <620 con la contestazione di un comizio pre-elettorale dell’onorevole Aldo Moro, tenuto nel pomeriggio al teatro Odeon di via Santa Radegonda. Mercoledì 8 maggio, invece, il movimento milanese è di nuovo in piazza per protestare in solidarietà con gli studenti romani arrestati per i fatti di piazza Cavour <621, che nel frattempo sono stati condannati per direttissima dal tribunale di Roma. Il corteo sfilò sotto il palazzo di Giustizia e sotto i locali della locale prefettura, anche se i disordini veri e propri si ebbero in piazza San Babila.
“Per quasi due ore, ieri sera, il cuore della città è stato teatro di incidenti provocati da fanatici filo-cinesi. Epicentro della tumultuosa manifestazione piazza San Babila dove, verso le 19, i dimostranti hanno infranto a sassate le vetrate del negozio di rappresentanza della Innocenti, tempestando quindi di pietre le forze dell’ordine. Per disperderli la polizia ha compiuto alcune cariche e ha fatto uso anche di candelotti lacrimogeni. […] Tre dimostranti sono rimasti feriti. Diversi contusi anche tra le forze dell’ordine”. <622
Dopo alcuni mesi di manifestazioni di piazza il movimento milanese poteva esibire una certa coordinazione nella conduzione dei cortei.
“Si sono incolonnati in maniera nuova per questo tipo di manifestazione, e cioè in righe di dieci. I dimostranti si tenevano a braccetto, alla distanza di una decina di passi l’una dall’altra. Il corteo ha dato numerose prove di virtuosismo manovriero. Tratti percorsi al passo venivano alternati a tratti di corsa per cercare di disperdere le file delle forze dell’ordine che l’affiancavano e lo precedevano”. <623
In ogni caso, se si esclude un microscopico corteo notturno il 13 maggio <624, la sequenza di cortei studenteschi che ha imperversato per le strade di Milano nel corso della primavera subisce una breve interruzione con la manifestazione di venerdì 17 maggio, proprio a ridosso delle elezioni politiche.
Anche in questo caso il corteo è stato indetto per protestare contro la repressione delle lotte studentesche <625, anche se tra gli obiettivi principali degli studenti figurano i comizi elettorali in programma nel pomeriggio in piazza del Duomo, in cui erano previsti gli interventi degli onorevoli Nenni e Malagodi.
Non di meno, come si è visto in diverse occasioni, la geografia dei cortei studenteschi riusciva ormai a comprendere un numero abbastanza elevato di luoghi di conflitto nella medesima circostanza.
“Questo pomeriggio at iniziativa movimento studentesco habet avuto luogo preannunciata manifestazione protesta contro asserite repressioni autorità accademiche autorità giudiziarie et forze polizia. Verso le ore 16,30 sono convenuti presso università Statale circa 1.500 studenti di cui una ottantina muniti di elmetti plastica una cinquantina con bastoni di legno et numerosi altri con cartelli aventi forma scudo da potere usare scopo difesa. Verso ore 17 partecipanti sonosi predisposti in corteo et con diverse bandiere rosse habent attraversato vie cittadine raggiungendo sede palazzo Giustizia. Dopo breve sosta studenti habent invertito marcia raggiungendo piazza Cavour ove sonosi soffermati per breve tempo davanti palazzo Giornali lanciando soliti slogans protesta contro redazione quotidiano “La notte”. Manifestanti habent quindi ripreso marcia […]”. <626
Costeggiando piazza della Scala il corteo raggiunge la zona del Duomo, tentando in più riprese di accedere alla piazza per disturbare i comizi elettorali. In ogni caso, tra cordoni delle forze di polizia e servizi d’ordine dei partiti, il corteo viene contenuto e respinto, senza peraltro dare vita ad episodi di violenza particolarmente rilevanti.
Comunque il corteo di venerdì 17 maggio può offrire almeno due spunti su cui forse vale la pena di soffermarsi, nell’economia della mia ricostruzione.
In primo luogo mi sembra assai suggestivo sottolineare la differenza più visibile, rispetto agli esordi delle agitazioni di quell’anno. Ovvero la presenza più o meno evidente di un servizio d’ordine del movimento studentesco, che si organizza consapevolmente per affrontare eventuali scontri di piazza. Non che gli elmetti di plastica bianca da cantiere fossero una completa novità, nè per i milanesi nè in assoluto per le vicende dei movimenti studenteschi italiani fino a quel momento. Il servizio d’ordine del corteo del 17 maggio 1968 merita una descrizione più condita di quella riportata dal prefetto milanese Libero Mazza, poche righe sopra.
Provvidenziale la cronaca del Corriere della Sera, corredata di un paio di foto particolarmente attinenti con lo stralcio che qui si riporta.
“Nei giorni scorsi, chiusi nella loro roccaforte dell’università occupata, in via Festa del Perdono, i fanatici giovanotti si erano preparati con cura e dovizia di mezzi. Lo si è visto ieri pomeriggio, quando […] è stato distribuito l'”armamento”. Alcuni particolari di quest’ultimo erano frutto del viaggio che un gruppetto di osservatori aveva compiuto nei giorni scorsi a Parigi. V’erano fasci di robusti bastoni. I tradizionali cartelli di protesta erano stati sostituiti da riquadri di legno compensato, che apposite impugnature (confezionate con nastri da tapparelle) permettevano di imbracciare come scudi. Quasi tutti avevano elmetti di plastica, del tipo in uso nei cantieri edili. Nei tascapane […] bottiglie piene di frammenti di vetro, specie di “shrapnels” casalinghi, ma non per questo meno temibili”. <627
D’altra parte proprio questo corteo del 17 maggio può permettermi una breve digressione in merito alle posizioni che i movimenti studenteschi studiati espressero circa la tornata elettorale che elesse i rappresentanti per la quinta legislatura della Repubblica.
[NOTE]
608 Cfr. il telegramma prefettizio del 26/3/1968 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 6.
609 Da Migliaia di studenti bloccano il centro, «Corriere della Sera», 27/3/1968, p. 8.
610 Dal telegramma prefettizio del 27/3/1968 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 5. Anche in questo corteo del 27, concentratosi a sua volta in piazza del Duomo, si riuniscono studenti milanesi di diversa provenienza: “Dalla università statale, dalla Cattolica, dalla Bocconi, dal Politecnico si sono raccolti circa duemila studenti, cui si erano uniti anche gruppetti di ragazzi delle medie”; cfr. Cortei di studenti al palazzo di giustizia, «Corriere della Sera», 28/3/1968, p. 8.
611 “Verso le ore 19.30 […] gli studenti […] riprendevano il loro consueto metodo di riforma dell’università: andando in corteo a bloccare piazzale Loreto. Verso le venti 500 dimostranti per un quarto d’ora hanno bloccato il traffico sedendosi o sdraiandosi per terra in corrispondenza di tutte le strade di accesso alla piazza. […] Da Loreto, nuovamente riuniti in corteo, gli studenti sono scesi lungo corso Buenos Aires. L’intenzione era quella di raggiungere il teatro alla Scala e di impedire con una chiassata l’ingresso al pubblico. La lunga camminata, tuttavia, ha falcidiato le file dei manifestanti, soltanto un centinaio dei quali è giunta davanti al teatro. Lo spettacolo era già cominciato e gli ingressi erano sbarrati. Gli studenti hanno sfogato la loro delusione lanciando insulti contro la polizia, che era stata schierata davanti al teatro.”; da Dal Politecnico lezione di democrazia, «Corriere della Sera», 29/3/1968, p. 8.
612 “In pratica, verso le 19.30, non più di 500 giovani si sono incolonnati, avviandosi lungo un tortuoso percorso nell’intento di disorientare la polizia e i vigili che deviavano il traffico. Sono stati successivamente bloccati via Pascoli, viale Romagna, via Plinio, piazzale Bacone, numerose strade intorno a corso Buenos Aires e il corso stesso, finchè alle ore 20.30 il corteo […] è giunto in piazzale Oberdan. Il blocco di piazzale oberdan è stato tenuto soltanto per una decina di minuti, poi il cordone si è sciolto.”; Il sindaco parla agli studenti, «Corriere della Sera», 30/3/1968, p. 8. Ma cfr. anche il telegramma prefettizio del 29/3/1968 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 6.
613 “Questo pomeriggio sono convenuti in piazza Duomo circa 300 studenti fra universitari e medi che dopo aver sostato per circa un’ora sonosi diretti in corteo at stazione ferrovie nord Milano ove sono saliti su treno scendendo aat stazione Bovisa. Da qui sempre in corteo sonosi portati periferica piazza Bausan dove sonosi uniti at altro centinaio studenti ivi convenuti per partecipare assemblea colà indetta. Successivamente dopo aver percorso incolonnati alcune vie quartiere sono ritornati in piazza Bausan ove at ore 19,30 manifestazione habet avuto termine.”; dal telegramma prefettizio del 30/3/1968 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 5.
614 Da Rischiano di perdere un anno, «Corriere della Sera», 2/4/1968, p. 8. Ma cfr. anche il telegramma prefettizio del 1/4/1968 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 6.
615 Cfr. il telegramma prefettizio del 4/4/1968 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 6.
616 L’attivista per i diritti civili degli afro-americani fu freddato il 4 aprile 1968 da un colpo di fucile, sparato da un cecchino mentre King era affacciato dal balcone della sua camera d’albergo a Memphis, nel Tennessee. Vedi ad esempio Ore drammatiche negli Stati Uniti, «Corriere della Sera», 6/4/1968, p. 1 oppure Continuano le violenze degli estremisti ma le masse negre conservano la calma, «Corriere della Sera», 7/4/1968, p. 1.
617 “Un migliaio di studenti medi e universitari hanno organizzato ieri sera alle 21.30, partendo da piazza Duomo, un corteo con fiaccolata in memoria di Martin Luther King. Lungo corso Venezia, via Senato, piazza Cavour e via Turati i manifestanti hanno raggiunto la sede del consolato degli Stati Uniti, in piazza della Repubblica, bloccando il traffico per qualche tempo. Le forze di polizia hanno controllato la situazione: nessun incidente di rilievo.”; da Corteo studentesco per l’uccisione di Luther King, «Corriere della Sera», 10/4/1968, p. 8.
618 Da Chiassata di filocinesi con sassaiola in via Solferino, «Corriere della Sera», 13/4/1968, p. 8.
619 Dal telegramma prefettizio del 30/4/1968 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 2.
620 Cfr. Bloccato il centro da un centinaio di filocinesi, «Corriere della Sera», 3/5/1968, p. 8.
621 Questa solidarietà del movimento studentesco milanese era senza dubbio alimentata, fra le altre cose, dalla copertura che la stampa quotidiana aveva assicurato alle vicende processuali seguite agli scontri di Roma del 27 aprile 1968. Naturalmente non era la prima volta che alcuni studenti contestatori avevano a che fare con tribunali e magistrati: d’altra parte anche gli interventi della magistratura toscana a Pisa e a Firenze, nel gennaio 1968, avevano suscitato proteste studentesche e occupazioni di facoltà in molti atenei italiani. Stavolta però si trattava di un processo per direttissima celebrato a pochi giorni di distanza da un corteo studentesco finito in disordini e tafferugli; il Corriere ha seguito con molta dovizia di particolari gli esiti processuali, fin dai primi giorni seguenti agli arresti e per tutta la prima settimana di maggio. Vedi ad esempio R. Martinelli, I testi a confronto con i giovani processati per i disordini di Roma, «Corriere della Sera», 3/5/1968, p. 7, R. Martinelli, Depongono i testi a difesa degli imputati per i tumulti di Roma, «Corriere della Sera», 5/5/1968, p. 15, R. Martinelli, I giudici in camera di consiglio al processo per i tumulti di Roma, «Corriere della Sera», 7/5/1968, p. 5.
622 Da Violenze e zuffe a San Babila, «Corriere della Sera», 9/5/1968, p. 8. Cfr. anche Milano protesta contro le violenze poliziesche, «L’Unità», 9/5/1968, oltre alla velina Ansa e il telegramma prefettizio del 8/5/1968, entrambi conservati in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 6.
623 Da Violenze e zuffe a San Babila, «Corriere della Sera», 9/5/1968, p. 8.
624 Nella mattinata un gruppo di studenti, come si è già visto precedentemente, aveva occupato gli uffici del rettorato dell’Università Statale. Nella tarda serata la procura della Repubblica, su richiesta del rettore, aveva ordinato lo sgombero dei locali. Verso la mezzanotte gli occupanti, avendo lasciato l’edificio senza opporre resistenza, si dirige in corteo verso piazza del Duomo, salvo sciogliersi nel giro di un’ora. Cfr. il telegramma prefettizio del 14/5/1968 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 6.
625 Sui motivi per cui era stato indetto il corteo cfr. il telegramma prefettizio del 17/5/1968 in ACS, Ministero Interno, Gabinetto, 1967-1970, b. 352, fasc. 15.584/48, Milano Università, sottofasc. 2.
626 Da ibidem.
627 Da Fallita la marcia dei filocinesi, «Corriere della Sera», 18/5/1968, p. 8.
Fabio Papalia, Il Sessantotto italiano nella dinamica delle occupazioni e dei cortei. Un confronto tra i movimenti studenteschi di Torino, Milano e Roma, Tesi di dottorato, Università degli Studi Roma Tre, Anno accademico 2010/2011