Howard Fast, non solo sceneggiatore

Howard Fast – Fonte: Wikipedia

Addio a Howard Fast. Scrisse «Spartacus»
La notizia della scomparsa è stata resa nota dalla famiglia del narratore, attraverso un portavoce del figlio, lo scrittore Jonathan Fast. Tra i tanti romanzi di successo di Fast spiccano «L’ultima frontiera», «Il cittadino Tom Paine», «Sacco e Vanzetti», «La confessione di Joe Culler», «Gli emigranti». Il libro «La via della libertà» (1944) è quello più tradotto, con edizioni in 50 lingue. Ma in assoluto il suo libro più venduto nel mondo è «Spartacus» (1952), che ha ispirato l’omonimo capolavoro cinematografico del regista Stanley Kubrick (1960), premiato con quattro Oscar, e con l’attore Kirk Douglas nei panni del gladiatore trace che promuove una rivolta di schiavi contro il governo di Roma nel 73 avanti Cristo. In Italia suoi libri sono stati pubblicati da Mondadori, Marco Tropea editore, Einaudi, Garzanti. Scrittore celebre e prolifico, da sempre impegnato nelle battaglie civili, Howard Fast fu un militante del partito comunista americano tra gli anni Quaranta e Cinquanta. Vittima del maccartismo, gli venne rimproverato di aver aiutato un ospedale che ricoverava i profughi spagnoli: il governo americano lo mise sotto inchiesta nel 1947.
Il Tempo, 14 marzo 2003

Fonte: Rudy, il blog

La via della libertà, Howard Fast, 1948
La Guerra di Secessione è finita, quattro milioni di schiavi sono affrancati, duecentomila si erano arruolati nell’esercito nordista “e tornavano a casa col fucile in mano”. Uno di questi si chiama Gideon Jackson, 36 anni, che ritorna alla piantagione Carwell, nella Carolina del Sud, abbandonata dai padroni.
Fast ricostruisce l’epopea di Gideon Jackson, un analfabeta che diverrà senatore dello Stato della Carolina del Sud e poi membro del Congresso degli Stati Uniti; una ricostruzione romanzata quanto documentata, di fortissimo impatto emotivo, edificante e commovente, intrisa di violenza.
Si tratta di fatti storici pressoché sconosciuti, contemporanei alle più celebri guerre indiane: il massacro con cui si chiude questo romanzo avviene nell’aprile 1877, meno di un anno dopo Little Big Horn.
Ognuno dei 10 capitoli ha per titolo una frase che ne anticipa il segno, per esempio: “Come Gideon Jackson andò lontano e come fece un contratto e una scelta”, oppure “Come Gideon Jackson andò a trovare un uomo stanco” (si tratta di Ulysses Grant, presidente degli Stati Uniti, alla vigilia della conclusione del suo mandato).
Nell’epilogo, Fast scrive che Gideon Jackson “è la combinazione di parecchi uomini politici negri del tempo”; la piantagione Carwell, a sua volta, è un’invenzione che sintetizza molte situazioni simili, collocate negli Stati del Sud. Lo scrittore si chiede, retoricamente, perché questa storia – l’esperimento di convivenza fra neri e bianchi, che funzionò per otto anni – non è conosciuta. Chi inventò e usò il Klu Klux Klan non si limitò a uccidere e depredare: volle cancellare la memoria di quell’utopia sociale.
La mia edizione costava 1200 lire; fu stampata nel 1954 con la traduzione di Jole Jannelli Pinna Pintor, e in copertina, un dipinto di Maurice de Vlaminck.
Rudy, il blog, 20 maggio 2020

Howard Fast, mémoire d’un rouge, Rivages/Ecrits Noir, 2.000
…”Con queste Memorie di un rosso (Being red, a memoir, 1990), Howard Fast rivela una vita degna d’una superproduzione in Technicolor e offre un’appassionante evocazione del sogno americano quando diventa incubo. Fast vive comodamente in una superba magione coloniale del Connecticut, ma il benessere borghese non gli ha tuttavia rammollito il cervello. La prima pagina delle memorie, che pubblicò quando aveva 75 anni, parte in tromba. Fast evoca ‘quel bruto del senatore Joseph McCarthy’ e, più avanti, ‘il piccolo Hitler chiamato J.Edgar Hoover’. I due uomini hanno lasciato questo mondo ormai da diversi lustri, ma le loro prodezze sono presenti nella memoria. Soprattutto in quella di Fast, che a loro deve dodici anni d’incubo, i dodici anni nei quali fu iscritto al Partito comunista americano. In quanto tale fu braccato, spiato, calunniato, insultato, condannato per oltraggio al Congresso per essersi rifiutato di denunciare i profughi spagnoli, condannato a tre mesi di prigione, interdetto dal pubblicare”.
… “Il padre, ebreo ucraino, era operaio. La madre, che veglia su quattro pargoli, muore quando lui ha otto anni. Il padre piomba nella depressione. Howard e suo fratello Jerome prendono in mano la situazione. Non hanno ancora dieci anni ma entrano nella vita attiva. Affrontano l’autentica povertà, nonché il razzismo. Vivono in un quartiere italo-irlandese, loro sono i ‘perfidi giudei’, i ‘deicidi’. A undici anni Howard non esce di casa senza un coltello alla cintura. Il sollievo gli viene dalla lettura. Howard e Jerome divorano Mark Twain, Hawtorne, Poe, Melville, Stevenson. L’eroe letterario di Howard è Jack London, ed è anche il suo primo contatto col socialismo. Un altro è George Bernard Shaw”.
… “A quindici anni decide di diventare scrittore. Inonda le riviste di suoi racconti. Uno dei migliori, il solo a raccontare dell’infanzia, concerne un dramma al quale ha assistito: il linciaggio di un nero. Pubblicato da Story, sarà vietato a Boston. Howard si imbatte nella censura. Parte per il Sud. Scopre la sua magia e la sua violenza”.
… “Gli avvenimenti del 1936 lo toccano, ma rifiuta di scegliere fra stalinisti e trozchisti. E’ ancora immaturo, non abbastanza rosso. Lo scrivere e il suo matrimonio con Betty l’assorbono. Nel 1941 pubblica un libro che racconta della lotta del popolo Cheyenne. Viene incensato dalla critica. Nel 1942 gli Stati Uniti entrano in guerra … L’apposito Ufficio d’informazione, che andrà a diffondere una vasta campagna radiofonica attraverso la BBC, trova in lui l’autore idoneo. Pubblica Il cittadino Tom Paine nel 1943 e La via della libertà nel 1944” …
… “Il libro viene tradotto in 82 lingue … The New Masses, settimanale comunista, invia Fast all’estero. Casablanca, Il Cairo, la Palestina. In India incontra Gandhi su un treno. Ovunque scopre povertà e sofferenza. Incontra Sartre”.

Fast durante un interrogatorio della Commissione

… “il 31 marzo del 1947, per essersi rifiutato di rivelare i nomi dei rifugiati spagnoli, è accusato, con altri amici, di oltraggio al Congresso e di complotto contro lo Stato. Rischia sei anni di prigione. Solo la prima delle accuse sarà mantenuta. Sconterà tre mesi di prigione”.
Nel frattempo pubblica un libro sulla rivolta dei contadini ebrei nel primo secolo avanti Cristo. Alcuni comunisti chiedono la sua espulsione dal partito per ‘nazionalismo ebraico’. Sotto la pressione dell’FBI il Consiglio del libro ebraico gli ritira un premio che aveva ricevuto e lo cancella dalla lista dei suoi laureati. Nel 1949 organizza una conferenza per la Pace mondiale al Waldford Astoria alla quale partecipano 600 fra scrittori, artisti, scienziati, da Thomas Mann a Leonard Bernstein passando per Norman Mailer. Hoover sguinzaglia i suoi G-men a ritirare i libri dei partecipanti dalle biblioteche”.
… “Pubblica Spartacus … il capo dei comunisti della costa occidentale rimprovera allo scrittore le scene di combattimento gladiatorio, che mostrerebbero ‘inumana sete di brutalità’ … Aragon gli consegna il premio Stalin per la pace … dopo aver scritto un libro di denuncia del maccartismo si sposta in Messico ospite di Diego Rivera … dirà: ‘cominciavo a rendermi conto che l’FBI aveva decimato il partito e insieme il partito aveva decimato se stesso’ “.

“La storia d’amore fra Fast e il Partito comunista volge alla fine. Nel febbraio del 1956, al XX congresso del partito sovietico, Kruscev denuncia i crimini staliniani. Un delegato ungherese vende il testo del rapporto agli Stati Uniti. Il New York Daily Worker è il solo giornale comunista del mondo a pubblicarlo: ventimila parole che mortificano Fast. Nauseato per il tradimento degli ideali, l’ultima grande figura del comunismo americano getta la spugna” .

… “In un libro del 1957, The naked god regolerà i suoi conti coi comunisti sovietici e americani. Trent’anni dopo tornerà su questo periodo in Mémoires d’un rouge, libro che resterà -malgrado le disfatte, le ripetizioni, le ingenuità, le zone d’ombra- una delle più formidabili testimonianze sulla storia americana del XX secolo”.
Bruno Corty, “Le Figaro Littéraire”, 4/5/2000, ripubblicato in biblioteca dell’egoista, circolari 2000

Gli emigranti di Howard Fast
Dan Lavette è il bambino di una famiglia italo-francese giunta ai primi del secolo nella suggestiva città di S. Francisco. Una S. Francisco ancora tutta ottocentesca, rara perchè destinata a sparire nel catastrofico incendio del 1906. In quelle fiamme perirono i genitori di Dan che proseguirà la professione del padre, pescatore, prima alle dipendenze e poi in proprio, quindi proprietario di flotta, armatore . Passerò dalla pesca al trasporto merci per arricchirsi col socio Mark Levy, durante la Grande Guerra, grazie al colossale trasferimento d’armi in Europa. Del suo matrimonio con Jean Seldon, raffinata e ricchissima ereditiera, parlerà la città. E sarà un matrimonio con non pochi problemi. I figli non basteranno a tenerlo in piedi. Dalle brume di chinatown ecco apparire la dolcissima e devota May Ling, creatura deliziosa che sa offrire a Dan piaceri di vita meno sofisticati ma tanto più autentici. Jean è il potere, la classe dominante degli autoctoni, di coloro che sono nati americani. È il personaggio che tiene le fila di tutti i destini, compresi quelli di Dan e di May ai quali non resterà altra via di scampo che ricominciare tutto da capo, Dan è l’incarnazione dell’eroe occidentale, indimenticabile figura d’uomo che nella sfortuna, più che fortuna, ritrova la sua dignità e riscopre i segreti della vita.
Centro Studi Diomede

Nella collana Gli Intramontabili E/O edita “L’establishment” (2017, titolo originale The Establishment, traduzione di Augusta Mattioli), terzo romanzo dopo “Il vento di San Francisco” e “Seconda generazione” della saga in cinque volumi dedicata alla famiglia Lavette, pubblicato dal celebre scrittore e sceneggiatore statunitense Howard Fast (New York, 1914 – Old Greenwich, 2003) nel 1979.
“Killen, ufficiale giudiziario degli Stati Uniti. Questo è un mandato di comparizione, signora Cohen. Lei ha appena accettato la notifica. È un mandato a comparire tra dieci giorni a Washington per testimoniare davanti alla Commissione per le attività antiamericane”.
San Francisco. 1948. Negli States la caccia alle streghe era appena iniziata, il Maccartismo [2] aveva già rovinato la vita di molte persone innocenti, compreso lo stesso Howard Fast.
Barbara Seldon Lavette Cohen, brillante giornalista e scrittrice di successo, aveva appena ricevuto un mandato di comparizione, eppure la donna non era né comunista, né un’attivista e neanche una antiamericana. Il punto chiave era che    “quella perfida, piccola Commissione” aveva un grande potere. Barbara pensava a quel gruppo di sceneggiatori e di registi che si autodefinivano “I dieci di Hollywood”.
La commissione li aveva accusati di essersi serviti del cinema per fare propaganda sovversiva, condannandoli. La psicosi anticomunista si era scatenata. Barbara era già preoccupata per la sorte di suo marito Bernie che aveva accettato una missione segreta e pericolosa anche per il gusto di sentirsi di nuovo vivo dopo aver rischiato la pelle durante la Guerra Civile Spagnola e la II Guerra Mondiale. La battaglia di Barbara contro il potere e l’ottusità di chi lo deteneva era appena all’inizio.
Tom Seldon Lavette, fratello di Barbara, era uno dei cinque o sei uomini più ricchi della California, il quale per nascita apparteneva all’establishment dello Stato situato nel sud della West Coast e affacciato sull’Oceano Pacifico. Tom si apprestava a candidarsi al Congresso per il Partito Repubblicano, la sua meta finale era la Casa Bianca.
Danny Lavette e Jean Seldon, i genitori di Barbara e Tom, avevano compreso che il loro amore era forte come un tempo e dopo una serie di vicissitudini erano tornati di nuovo insieme, senza contrarre matrimonio, scandalizzando la società borghese e conformista di San Francisco.
Prosegue l’appassionante saga dei Lavette che narra le avventure famigliari più popolari della storia della letteratura americana. Bravissimo Howard Fast, uno degli scrittori statunitensi più amati e prolifici del XX Secolo, nel popolare le pagine de “L’establishment” di personaggi credibili e coinvolgenti. Indimenticabile la figura di Barbara Lavette, la sua forza d’animo e generosità, la quale “sembrava di aver sempre osservato e ascoltato un mondo che si trovava al di fuori di lei: una condizione insita nell’essere una scrittrice”.
Ricordiamo infine che il grande affresco storico della famiglia Lavette ha avuto inizio nel 1977 con The immigrants, a cui sono seguiti Second Generation (1978), The Establishment (1979), The Legacy (1981) e The Immigrant’s daughter (1985).
“Camminare per chilometri era fondamentale per il suo lavoro. Solo mentre camminava la sua mente era del tutto limpida, e riusciva a rievocare le immagini, i ricordi e impressioni necessari a uno scrittore”.
SoloLibri.net
L’establishment (La saga dei Lavette)
Dopo Il vento di San Francisco e Seconda generazione continua la saga appassionante dei Lavette: le avventure familiari più popolari della storia della letteratura americana.
Barbara Lavette vive con il marito Bernie Cohen a San Francisco. Lei ha intrapreso una carriera di scrittrice e giornalista, lui gestisce un’officina. Ma il loro matrimonio scricchiola. Così, quando un vecchio compagno d’armi si rifà vivo per proporre a Bernie una missione segreta, il richiamo dell’avventura torna a farsi sentire. La missione consiste in un incarico pericoloso: contrabbandare residuati bellici della Seconda guerra mondiale dagli USA a Tel Aviv, per conto del nascente stato di Israele. Bernie accetta, diviso fra l’amore per Barbara, il desiderio di rimettersi in gioco, e il sogno di una patria che lui, da ebreo, non ha mai avuto. Negli USA intanto la psicosi anticomunista si è scatenata: siamo in pieno Maccartismo, i cosiddetti “dieci di Hollywood” sono appena stati condannati e nel paese è calato un clima da caccia alle streghe… Anche Barbara dovrà fronteggiare delle accuse legate alla sua attività di scrittrice, e quando rifiuterà di compromettere degli amici per salvarsi inizierà una battaglia senza speranza contro il potere.
Libro Cafè