Ho saputo che con una infiltrazione nostra nel Sudan…

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[n.d.r.: seguito di questo articolo]

4 Settembre 1940

Son chiamato al Comando. Il maggiore Zavarrone mi dice che sono richiesto dal Comando Divisione Granatieri come disegnatore. Non ci vorrei andare. Glielo dico. Me ne è grato ma insiste. Inizia un lavoro che non mi piace ma che imparerò volentieri.

6 Settembre

In ufficio disegno. C’è da fare una carta del mar Rosso. Almeno di Suez. Sarà per una prossima invasione dell’Egitto. Lionetti mi insegna a fare il mare. Pastello e un fiocco di cotone per sfumare ed ecco il mar Rosso di un bel cilestrino.

8 Settembre

Il maggiore Diambrini mi affida una carta del Kenia. E’ una carta inglese. A l 2 milioni. Si tratta di disporre un piano operazioni per l’invasione del Kenia. Controllando distanze località, corsi d’acqua. Con informazioni che ci giungono man mano. Mi affida il compito ma senza una gran persuasione.

10 Settembre

Io la prendo sul serio. Da un primo studio risulta un errore di una cinquantina di chilometri su una pista di duecento circa. Ne riferisco al maggiore. Mi guarda un poco poi mi dice ”Lasci fare”. Mi accorgo che non crede troppo alla possibilità di invadere il Kenia. Io a queste cose non ci penso troppo.

Sto vivendo un’esperienza, del tutto distaccato dal come le cose si mettano e dal come potranno andare. Non ho mai pensato seriamente ad una conclusione. Osservo gli uomini e son preso dallo spettacolo che mi presentano sempre vario sempre nuovo così differente contrastante.

Non mi sto facendo una buona impressione degli ufficiali italiani. Credevo che ognuno si appassionasse alla guerra e vi partecipasse così come se fosse un fatto personale. Ma è ben diverso!

Allarme aereo. Dopo aver consegnato in cassaforte le carte mi reco ai paraschegge. Aerei inglesi bombardano il campo d’aviazione. Fino ad ora hanno sempre lasciato in pace la città.

Cessato allarme. Quando si rientra il dottore si mette a parlare di una febbre portata da cimici di bosco. E’ molto diffusa fra i militari.

Un dipinto d’epoca di Giuseppe Balbo – © Archivio Balbo 2018

15 Settembre

Ha inizio il corso teorico. Il comandante fa un lungo preambolo per dirci che l’Italia è impreparata, che l’esercito è in crisi e che nell’impero non abbiamo armi. Che però ecc. ecc. Poi cominciano le lezioni. E io comincio a capire che veramente si cerca di livellare dal basso. Lo sospettavo ma non lo sapevo.

16 Settembre

E’ un corso affrettato insegnato e imparato senza grande convinzione. C’e da disperare sulla preparazione militare dell’impero. Ma tutti confidiamo nella grande alleata. C’è anche un tedesco con noi. Non mi è simpatico. Mieloso guardingo subdolo.

20 Settembre

Tutto va bene su tutti i fronti. Ma c’è qualcosa in aria. Io non cerco non indago. Sono uno spettatore calmo, disciplinato. Preferisco che gli avvenimenti mi si svolgano sotto gli occhi senza cercare di prevederli e di antivederne le conclusioni.

Oggi mi ha chiamato il colonnello. Mi ha incaricato di disegnare il “Piano di Allarme di Addis Abeba”. Massima segretezza. Ne ho preso visione. Vi è tutto previsto. Insurrezioni allarmi, anche in invasione da parte degli inglesi, questo non mi sorprende eccessivamente. Non riesco ad immaginarmi come ciò potrà avvenire; penso che io non starei ad aspettare gli Inglesi, penso che forse saremo tutti morti e penso che prevedere e provvedere ai piani per tale evenienza sarà forse doveroso da parte di un Comando ma è una estrema ratio un po indigesta.

Segreto anche per gli ufficiali che lavorano con me nell’aula e che sovente insistono nelle sbirciatine ai disegni. Accidenti che segretezza. Sarà un lavoro lungo. Ci do sotto con alacrità e non mi rimarrà molto tempo per dedicarmi allo studio dei manuali di preparazione.

Giuseppe Balbo, Senahit, 1939 – © Archivio Balbo 2018

26 Settembre

Occorre far domanda per l’Arma. Malgrado l’assoluta indifferenza per un corpo più che per un altro devo decidermi. Non si tratta di manifestare preferenza ma di stabilire quale sarà la migliore esperienza per me senza procurar guai agli altri.

Pur avendo notato l’incoscienza e l’assoluta mancanza di preparazione di quasi tutti, insegnanti allievi devo rispettare la mia dignità e il mio senso di responsabilità. Osservatore ma anche attore. Pesati i pro e i contro stabilisco che sarei un cattivo ufficiale del Genio ma potrei essere mediocre come Fanteria. Scelgo Fanteria e stendo la domanda.

4 Ottobre

Assoluta segretezza per il Piano d’Allarme. Sono andato nell’Ufficio del colonnello per ritirare i disegni e iniziare il lavoro. La cassaforte era aperta. Il Comandante al lavoro e per terra accanto a lui suo figlio (un bimbo di circa sei anni) giocava con i Piani. Un altro grano del rosario!

16 Ottobre

Son stato a far colazione nel mio ristorante preferito dei tempi civili. Da Ascalone in Viale Mussolini.

Ascalone mi ha accolto con gioia e pure i boys, sempre gli stessi. Memori delle laute mance cui li avevo abituati mi erano sempre attorno. Ciò ha dato fastidio a un capitano seduto a un tavolo con una signora. Mi ha fatto cenno e in un locale appartato mi ha fatto capire molto educatamente che quello non era locale per me. Non ho fatto obbiezioni di alcun genere e non mi son preso nessuna rivincita. Un altro grano al rosario!

17 Ottobre

Le cose si mettono male. C’è nervosismo al Comando. E’ partito aerotrasportato un reparto, una compagnia mitraglieri, di granatieri per Metemma e Gallabat ai confini nord col Sudan. Dal “Jim” ho saputo che con una infiltrazione nostra nel Sudan c’è Paolo Montolivo, un bravo ragazzo di Bordighera. Ne sono orgoglioso.

18 Ottobre

Il lavoro in ufficio aumenta. La carta del Kenia è accantonata. Così pure la zona di Suez. Precedenza al Piano di Addis Abeba.

19 Ottobre

Gli ufficiali cominciano a essere sovrapensiero.

27 Ottobre

Siamo sulla fine del corso teorico. In città si avverte un senso di penuria e di disagio.

6 Novembre

Nervosismo al Comando. Parlottano i Maggiori, poi fra loro i Capitani e i Tenenti. “Metemma e Gallabat”.

È successo qualcosa. Me ne informa, per certe carte il maggiore Corriglio, molto commosso. Il tenente De Micheli schiacciato dai cingoli di un carro armato inglese nel fortino di Metemna. I granatieri morti o prigionieri. La maggior parte aveva la febbre malarica e soffriva di dissenteria. Ma questa non è una scusa.

Gli inglesi stanno preparando un’avanzata in forze e questo è l’attacco d’inizio. Così comincia la fine! Il piano d’allarme per Addis Abeba era molto previdente. Sarà poi la volta del Somaliland e lo sfondamento da Morale alle frontiere del Kenia. Di là stanno arrivando le sezioni di Carterpillar. I trattori si infangano per la pioggia.

È la ritirata?

Marco Balbo, Giuseppe Balbo, Diario di guerra 3: Balbo cartografo © Archivio Balbo 2018 – 3 febbraio 2018