Giustino Caposciutti inizia a dipingere fin da bambino. Nel 1955 vince un premio nazionale di disegno. La sua prima mostra è del 1969 ad Aosta presso la Regione. Dopo un inizio figurativo, verso la fine degli anni ’60 inizia una fase di ricerca interessandosi alle avanguardie artistiche dell’epoca: arte povera, new realisme, arte ottica e cinetica, pittura analitica e spazialismo… Nel 1975 incontra Prem Rawat e con lui l’esperienza di Conoscere se stesso. A quel punto ritiene conclusa la fase della ricerca e ne apre una nuova …
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… nel momento che fai una cosa nuova sarà molto difficile che incontrerai il favore della gente anzi, ti copriranno di ridicolo, ti sbeffeggeranno, e la cosa più classica è che diranno che quello che fai non è arte… E questo lo faranno soprattutto le persone più vicine a te, famigliari ed amici. Per poter continuare devi trovare in te la forza di superare questa fase, sentire che quello che stai facendo è la cosa giusta (almeno per te) e avere molta pazienza perchè nuove generazioni arriveranno e quello che oggi è rifiutato, domani forse, diventerà significativo. Le incisioni doppie le facevo di nascosto dagli insegnanti perchè non rientravano nel programma di scuola che prevedeva l’apprendimento delle tecniche classiche di incisione (acquaforte, acquatinta, puntasecca, maniera nera ecc…) che tuttavia io stavo imparando. E questo andò avanti per circa 3 anni finchè un giorno l’assistente, Francesco Franco, si avvicinò e mi disse: “Sai con Calandri abbiamo pensato che per le incisioni coi tagli che fai andrebbe meglio questo tipo di carta”. E mi donò alcuni fogli dicendomi anche dove potevo comprarli. Mi spiavano.
… per quel che mi riguarda Fontana rappresenta uno spartiacque fra il fare una pittura legata alla rappresentazione ed un’arte come conquista progressiva di nuovi spazi fisici e mentali. Ho sempre pensato che proseguire il suo insegnamento sia la via. Con i buchi e i tagli ci ha fatto intravvedere la possibilità di un oltre interiore. Queste mie incisioni sono il tentativo, spero riuscito, di far vedere l’oltre” “Una volta mentre eravamo in coda al self service della mensa dal fondo della fila un mio amico mi gridò a bruciapelo: “Giustino, secondo te esiste il caso?” Altrettanto a bruciapelo risposi: “Non è per caso che esiste il caso!” Ogni tanto mi viene in mente questo sketch e anche pensandoci a fondo non riesco a trovare una risposta migliore. Nel fare le scelte, nella nostra vita, siamo guidati da ragionamenti, intuizioni, innamoramenti… ma mai possiamo sapere a priori qual’è la scelta migliore perchè le variabili sono infinite. Essere nati, vivere, essere arrivati fino ad oggi è sia un merito che una fortuna. Rappresentare il caso, qualcosa di inaspettato come nella mia incisione è un po’ come dire “aiutati che il ciel t’aiuta”.
[Nella] Tecnica Incisione ad acquaforte su lasta di zinco lucidata a specchio. Il disegno si ottiene facendo “mordere” i segni con l’acido nitrico. I tagli sul fronte della lastra furono fatti con una trancia e presentano dei bordi sfrangiati che sono tipici della puntasecca (tecnica dove il disegno è fatto scalfendo con una punta metallica la superficie). Al momento della stampa nei bordi sfrangiati l’inchiostro si deposita oltre che nel solco anche nei bordi esterni allo stesso.
Il retro della lastra invece presenta una superficie non lucidata e quindi più grezza.
Tiratura e caratteristiche. La tiratura di 25 esemplari in numeri arabi. Carta Zerkall puro cotone 220 g. Foglio intero misura 38×54 cm con piega al centro di 38×27 cm. Lastra/matrice di zinco misura 250×160 mm su foglio 400×600 mm. Timbro su ogni foglio della stamperia Carini di San Giovanni Valdarno (provincia di Arezzo).
Il progetto Progetto anni ’70 (1972) realizzato nel 2019 con l’intento di mettere in relazione la parte razionale e quella irrazionale presente in ognuno. La parte casuale è differente in ogni stampa pertanto per per metà unica (come ciascuno di noi) e per metà comune (come il Forum dal quale è nato il progetto).
Non potrebbe esserci simbolismo migliore…
Fasi di stampa. Inizio il 7 novembre 2019 presso la stamperia Carini di San Giovanni Valdarno. N.2 prove di stampa.
Seguono le diverse fasi.
Torchio con la lastra.
Il foglio viene preliminarmente bagnato.
Il foglio viene asciugato in mezzo ad un asciugamano spugnoso.
La lastra viene inchiostrata sopra una piastra riscaldata con una spatola di gomma, facendo penetrare l’inchiostro dentro i solchi e i tagli.
La lastra viene ripulita in modo da lasciare l’inchiostro dentro i solchi incisi.
La lastra è pronta per la stampa.
Il foglio viene posizionato sul piano di stampa del torchio e la lastra vi viene posta sopra. Il foglio viene poi piegato e la lastra rimane in mezzo.
Il tutto viene fatto passare sotto i rulli attraverso il movimento manuale dello stampatore, Sig. Dino Carini.
Foglio e lastra passano dall’altra parte.
Apertura del foglio.
Risultato finale.
Il foglio stampato viene messo ad asciugare per una settimana fra dei cartoni assorbenti.
Il risultato finale.
L’intento del lavoro è quello che la parte casuale cambi ogni volta ed è così sorprendente che davvero lascia senza parole. Normalmente lo stampatore si limita a riportare al meglio ciò che l’artista ha inciso sulla lastra senza aggiungervi niente di suo. Con questa incisione è diverso perchè l’esito della parte casuale dipende in gran parte anche da lui, da come spinge l’inchiostro al di là dei tagli, da quanto l’inchiostro è liquido… Durante tutte le operazioni che precedono la stampa tutte le attenzioni e la cura sono per la parte davanti senza mai guardare il dietro e quindi quando la stampa esce è proprio lo stampatore a vedere per primo il risultato finale diverso dal precedente. Il retro della lastra in origine è liscio, tuttavia i tagli creano dei rilievi nei bordi e stampa dopo stampa la lastra si deforma e per questo motivo vengono fuori zone completamente bianche laddove la lastra non aderisce uniformemente al piano di inchiostratura.
L’artista Giustino Caposciutti e lo stampatore Dino Carini.
Alcune diverse grafiche…
Giustino Caposciutti