Ceramisti tra Savona e Albissola

 

Lucio Fontana davanti al suo studio in Pozzo Garitta, Albissola Marina, anni 60. Courtesy Fondazione Lucio Fontana_small – Fonte: Lucia Lamberti, art. cit. infra

[….] Le Ceramiche Mazzotti (appartenenti alla famiglia del suo amico Tullio d’Albisola Mazzotti), le Ceramiche San Giorgio, la Cooperativa Stovigliai sono tra le fucine in cui la sperimentazione di Fontana trova agio di esprimersi, andando ad attuare la vocazione di un luogo che Crispolti descrive benissimo nella pubblicazione che arricchisce la mostra: “Albissola è infatti veramente stata una capitale mediterranea dell’avanguardia europea in termini di immaginazione plastica primaria, elementare, sorgiva, animistica, nella manipolazione di terre, colori, forme e informità espressive, e anche in estensione di campo operativo ambientale”.
Albissola è il luogo in cui viene redatto da Marinetti il Manifesto futurista della Ceramica e Aereoceramica del 1938; sempre qui nell’agosto del 1957 gli artisti Piero Manzoni, Guido Biasi, Mario Colucci, Ettore Sordini e Angelo Verga concepiscono il “Manifesto di Albisola Marina”; vi risiedono per periodi più o meno lunghi Asger Jorn, Karel Appel, Enrico Baj, Wilfredo Lam, per citarne alcuni.
Del primo anno di soggiorno di Fontana rimane una testimonianza strepitosa: un coccodrillo a grandezza naturale cui si attorciglia un serpente, un bestiolone in terraglia posto nel giardino della Fondazione Giuseppe Mazzotti. Accanto, nella gemella fabbrica Mazzotti progettata da Diulgheroff, si trova esposto, in occasione della mostra, il bellissimo ritratto di Esa Mazzotti, ceramista a sua volta e designer di gioielli, nonché alcuni scatti inediti che riprendono Fontana mentre modella il ritratto della donna.
Poi c’è la sua abitazione-studio a Pozzo Garitta; il Bar Testa; il mosaico e le tre nature in gres realizzate per il lungomare degli Artisti; il Concetto Spazialead Albisola Superiore: un murale di ceramica di grandi dimensioni, inserito nelMuseo Giardino Pacetti. Gli altri interventi dell’artista si trovano corto raggio: ai Piani di Celle Ligure, nella chiesa dell’Assunta, e a Varazze, con il soffitto spazialista del ristorante Kursaal Margherita.
A Savona le opere di Fontana di proprietà della Fondazione Milena Milani in memoria di Carlo Cardazzo vengono valorizzate da approfondimenti didattici in Palazzo Gavotti (la Pinacoteca Civica); svoltato l’angolo, accolte nel Museo della Ceramica, si possono ammirare altre ceramiche dell’artista italo-argentino.
Lucia Lamberti, Nascita della materia. Lucio Fontana e Albissola, Segno, dicembre 2018

“Sul mare di Albisola gioielleria imperiale dove si nuota contemplando a sinistra sulle terrazze di vento verde tondi rosei pupi al tornio della mammella bruna elastici tuffi di bronzi nel cobalto navigante e a destra a Savona sintesi a traliccio grù carene camini e gradinate di fumo sotto i passi del sole Tullio d’Albisola porta nella ceramica l’estetica della macchina coi suoi ritmi dominanti forma e colore dei motori e delle loro parti la velocità nelle sue apparizioni elementari le forze cosmiche interpretate come dinamismo plastico e compenetrazioni le sovrapposizioni e le evanescenze della simultaneità formacolore concretoastratto lontanovicino presentesuggerito vitaerea di montagne laghi mare pavimenti di nuvole stati d’animo aviatori senso delle altezze prospettive aeree colorazioni tipiche dei 3.000-4.000-5.000 veloci”.
Così, in un sottile vortice ascendente di screziate parole che rapide s’inseguono d’un fiato, Filippo Tommaso Marinetti e Tullio d’Albisola settant’anni fa nel Manifesto della Ceramica e Aereoceramica futurista pubblicato il 7 Settembre 1938 nella Gazzetta del Popolo richiamavano una delle epoche più creative del Novecento savonese, stimolante e feconda ciclica origine di altrettanto grandi stagioni artistiche come quella albissolese degli anni Cinquanta/Sessanta.
Un paio d’anni fa, ormai da lungo tempo cadute in Italia le pregiudiziali censure politiche che avevano pesantemente condizionato, soprattutto nei primi decenni del dopoguerra, le valutazioni sugli esiti artistici del movimento d’avanguardia lanciato nel 1909 da Marinetti, la rivista Resine (Savona, Sabatelli) pubblicò un doppio numero monografico (nn.106/107) per fare il punto sul futurismo savonese degli anni Trenta, “anche come invito a riportare al centro una periferia che, in quegli anni, è stata un centro” nazionale e (insieme a Genova e al Tigullio, andrebbe……forse aggiunto) uno dei fulcri maggiormente vitali del cosiddetto “secondo futurismo” che in ogni caso ebbe nella ceramica d’arte albissolese, nell’originale invenzione delle lito-latte e dei metallici libri di latta realizzati negli stabilimenti di Zinola e, più marginalmente, nelle evanescenti sperimentazioni “dell’antica corporazione Artistico-Vetraria di Altare guidata con forza dei Bordoni – Grosso – Saroldi – Bormioli nobili maestri dell’arte infuocata di futurismo” ricordate nel manifesto, sicuri e importanti esiti ormai unanimemente riconosciuti dalla critica e dalla storiografia del movimento futurista. Con queste credenziali di tutto rispetto, anche Savona si prepara dunque alle celebrazioni del centenario del lancio su Le Figaro del Manifesto del Futurismo (20 febbraio 2009), importante occasione per tornare in qualche modo alla ribalta del dibattito internazionale promuovendo manifestazioni in grado di lasciare qualcosa di più di un semplice segno occasionale.
[…] Giovanni Acquaviva contribuì a scrivere il secondo, forse più felice, ‘Capitolo’ del movimento futurista, – sostiene Bonfantini con un poco di enfasi in fondo giustificata – ha il dovere di rivendicare e ricordare quella svolta epocale e di rinnovare l’interesse della comunità provinciale per il fenomeno d’avanguardia più significativo dell’età moderna, quello in cui si possono individuare le radici di tutte le ricerche ed espressioni artistiche del nostro tempo”. “Molto si farà, penso, anche se le risorse, come tutti sanno, sono poche”, ha recentemente assicurato da parte sua l’assessore alla Cultura del Comune di Savona Ferdinando Molteni, cercando comunque di non sbilanciarsi troppo nel creare eccessive aspettative; oltre che dei “meravigliosi quadri futuristi giovanili” di Gigi Caldanzano, “si parlerà, nel 2009, di ceramica futurista, di Farfa, di Tullio d’Albisola, della incredibile famiglia Acquaviva, del libro di latta realizzato nella fabbrica del cavalier Nosenzo. E del grande Walter Ferrato, musicista di vaglia, ultimo futurista vivente in quel di Savona […]
(con esclusione della nota bibliografica etc., il testo riprende con poche varianti un articolo pubblicato in “Il Ponente. La voce di Savona e provincia”, n. 4, 6 settembre (ma 9 agosto) 2008, p. 9)
Redazione, Futurismo ligure tra Savona e Albissola: settant’anni fa Marinetti pubblicava il manifesto della Ceramica e Aeroceramica futurista, Effepi, 7 settembre 2008